Quel voto in Consiglio nazionale con 4 assenti importanti
Alle 11 del mattino la lettera che dà il pieno mandato per trattare a Giovanni Malagò è più dura. In Giunta si taglia, si smussa, si attenua, poi il segretario generale Carlo Mornati porta il tutto in Consiglio nazionale. Alla fine, tutti d’accordo, meno uno. Ma è un voto orfano di qualche federazione importante. Tutti hanno alibi pieni e giustificati. Ma sono assenze che pesano: non c’è Binaghi (tennis), non c’è Petrucci (basket), non c’è Gravina (calcio), non c’è Barelli (nuoto), che in una dichiarazione invita al dialogo: «Il muro contro muro non serve a niente». Ma se ci fossero stati, quei quattro presidenti avrebbero votato il documento?
TROPPI PROBLEMI Non c’è tanto tempo di chiederselo. Il fatto è che Malagò ha cambiato strategia. Da una parte elogia la «disponibilità pazzesca» dei due sottosegretari impegnati nel day by day della trattativa. Dall’altra vuole sedersi al tavolo con il pieno di applausi dal «suo mondo». Ma anche con la consapevolezza che il provvedimento, così com’è, rischia di impantanarsi delle secche di una «messa a terra» complicata, per non dire impossibile. Poche righe non possono cambiare un ordinamento. Tradotto: non puoi rifare il sistema con un tratto di penna, se cancelli Coni Servizi, se «inventi» Sport e Salute, se riduci alle 28 federazioni (quelle olimpiche)
l’area di competenza del Coni, che fine fa la struttura della giunta e del consiglio nazionale? Domande propedeutiche al tentativo di spostare la trattativa a un livello più alto: volete cambiare tutto? Allora toccate la legge Melandri, fate un disegno di legge, lasciate perdere l’ombrello della legge di bilancio. Un modo che si tira dietro un’ipotesi, già bocciata però da Giorgetti e Valente: spostare armi e bagagli non solo l’operatività della riforma (è già così, sarà il Coni a dare i contributi 2019), ma anche la sua approvazione di un anno, stavolta con un disegno di legge. Malagò insiste: «Niente fratture, ma il problema è mostruoso e clamoroso». Cioè: Governo, non te ne stai rendendo conto, però così ti infilerai in un ginepraio infinito. Ma forse è un consiglio fuori tempo massimo.
●Non c’erano Gravina, Binaghi, Petrucci e Barelli I dubbi sulle nuove norme: «Bisogna toccare anche la legge Melandri»