IL CARNEVALE DEI MOTORI RUGGISCE TRA I CASINO’
TURISMO, GT, F.3 E MOTO DA BRIVIDI: E’ IL WEEKEND A TUTTO GAS LUNGO LE VIE DELL’EX-COLONIA, DOVE HANNO LOTTATO SENNA, SCHUMI E HAMILTON
L’aria è umida, il cielo grigio, ma l’atmosfera frizzante e l’ambientazione da grande festa. Qui dove il Fiume delle Perle sfocia nel Mar Cinese Meridionale, antico possedimento portoghese, oggi centro tra i più avanzati del globo, sorge Macao. Terra cinese da nemmeno vent’anni che ha mantenuto la propria originalità: basta passeggiare per la città per rendersene conto, con i grandi hotel dalle facciate dorate e i casinò scintillanti che, voltato l’angolo, si aprono su piazze in stile portoghese e antichi templi cinesi. Un melting pot che durante questo fine settimana spinge ancor più sull’acceleratore grazie a un evento di motorsport la cui eco non conosce confini. Nella città cinese — oggi collegata a Hong Kong, sulla riva opposta del golfo, con il ponte marittimo più lungo del globo — si alza il sipario sul 65O «Suncity Group Macau Grand Prix», contenitore di corse per auto e moto su un circuito cittadino di 6,120 chilometri che serpeggia tra il mare e i palazzi. La «Montecarlo asiatica» non va sottovalutata: con i suoi guard rail dipinti di giallo e nero, infatti, la lingua d’asfalto a tratti davvero sottile (7 metri la larghezza minima, 14 la massima) è un inno all’adrenalina e un costante rischio d’impatto fatale. Ecco alcuni dei motivi per cui dire Macao, in portoghese o in inglese o in italiano, fa sempre rima con il suo evento, il GP nato nel 1954, sopravvissuto alla fine del dominio portoghese sulla città (1999), e ancora oggi considerato dai giovani piloti una prova di maturità.
TANTE CORSE Tre giorni nostop. Brilla l’ultimo atto del FIA WTCR - World Touring Car Cup 2018, con tre corse osservate speciali dall’Italia: Gabriele Tarquini su Hyundai i30 N (BRC Team), infatti, guida la classifica con 39 punti sul francese Yvan Muller (i30 N del team YMR); ma le ultime 3 gare possono aprire ad altri scenari, considerando che in soli 79 punti sono racchiusi ben 7 piloti. Il cinquantaseienne di Giulianova, ex F.1, a caccia della prima vittoria in carriera su questo tracciato e di un titolo mondiale già conquistato nel 2009 (quando il Mondiale turismo era il WTCC). Da non perdere nel WTCR anche le due Alfa Romeo Giulietta by Romeo Ferraris del Team Mulsanne, dopo la vittoria del bergamasco Kevin Ceccon, classe 1993, in gara-1 dell’ultimo GP a Suzuka. Oltre al Turismo, la città in questi giorni si risveglia al suono dei motori della FIA GT World Cup (riflettori su Edoardo Mortara, 2 successi nel 2009-2010 in F.3, 4 tra 2011-13 e 2017 in GT), della Lotus Cup e soprattutto del FIA F.3 World Cup. È quest’ultimo evento per monoposto che più di tutti ha contribuito a creare il mito di Macao grazie a battaglie di giovani talenti divenuti poi campioni: nel 1990 la sfida tra Michael Schumacher e Mika Häkkinen (vinse il tedesco), più tardi tradotta in F.1; più lontana nel tempo l’apparizione con annesso primo posto di Ayrton Senna, nel 1983, prima volta della F.3 a Macao; negli anni la World Cup – a cui partecipano piloti selezionati in tutto il mondo – ha visto nell’abitacolo ben 9 futuri campioni del mondo F.1: oltre a Senna, Schumi e Häkkinen, Damon Hill, Jaques Villeneuve, Jenson Button, Sebastian Vettel, Nico Rosberg e l’attuale detentore dello scettro Lewis Hamilton. Su questa pista dove le monoposto «scodano» come belve imbizzarrite, in virtù del difficile bilanciamento aerodinamico che deve tener conto di lunghi e veloci rettilinei e curve da prima marcia, la tradizione continua: sotto i riflettori quest’anno c’è Mick Schumacher, diciannovenne figlio di Michael, forte del titolo europeo F.3 conquistato a ottobre con l’italiana Prema e pronto a ripercorrere le gesta del padre: «È stata una fantastica stagione per il team e sono orgoglioso di essere qui come campione europeo: questa è la gara che ogni pilota di F.3 vorrebbe vincere, io darò il mio meglio per farlo» dichiarava alla vigilia Mick, alla seconda presenza nel GP, ieri sorridente nel paddock quando i tifosi orientali gli chiedevano un selfie.
MOTO Passando alle due ruote il pubblico, numeroso in tribuna fin da ieri per la prima giornata di prove e qualifiche, a Macao conta su uno spettacolo unico. Il Motorcycle Gran Prix, inaugurato nel 1967, è alla 52ª edizione rinnovando il fascino immutato di una corsa che porta al limite il coraggio dei piloti che rasentano cordoli e guard rail mettendo il ginocchio sull’asfalto in un evento che, per tipologia, fama e pericolosità (lo scorso anno perse la vita Dan Hegarty), richiama da vicino il Tourist Trophy dell’Isola di Man. E come ogni mito che si rispetti non possono mancare personaggi il cui nome rimarrà iscritto nella pietra per sempre: ecco quindi nell’albo d’oro Kevin Schwantz, poi campione del Motomondiale, che nel 1988 portò il suo casco sul gradino più alto del podio, o un maestro della Superbike come Carl Fogarty, vincitore nel 1992, anche se il re indiscusso di questo GP rimane l’inglese Michael Rutter (su Honda RC213V), tra 1998 e 2012 capace di mettere a segno ben 8 successi, favoritissimo per la corsa di domani.