Stop Romagnoli per contrattura Il Milan in allarme ha la difesa a pezzi
●Il milanista k.o.: contrattura al polpaccio Il c.t.: «Il laziale ha molte chance di giocare»
L’ha turbato quasi più l’infortunio di Romagnoli che il «dilemma centravanti». Roberto Mancini ieri ha perso il centrale rossonero per un problema al polpaccio sinistro: oggi una risonanza dirà di più, ma nel Milan c’è forte preoccupazione, anche per la delicatezza del muscolo interessato, visto che l’emergenza difesa si è ampliata ulteriormente. Al contrario dei dubbi del c.t.: al netto delle ultime 24 ore di riflessione, al fixing di ieri sera Ciro Immobile aveva staccato Domenico Berardi. Perché la magnifica ossessione è la stessa da una quarantina d’anni: il gol. Il gol prima di tutto: anche del bel gioco, se non fossero due cose spesso legatissime. Il Mancio non ha cambiato modo di sentire rispetto a quando giocava: non potendo più segnare lui, l’altra sofferenza è non vedere segnare la sua squadra.
IL SUO MESTIERE «Immobile ha molte possibilità di giocare», la sentenza serale di Mancini. Non è una sconfessione del nuovo corso, quello del «tridente rotante», ma neanche l’annuncio di una nuova versione del laziale: stasera la Nazionale giocherà in modo un po’ diverso rispetto a un mese fa, «anche perché sarà un tipo di partita diverso rispetto a quella in Polonia». A Immobile il c.t. non chiederà di snaturarsi: «Se gioca lui, deve fare quello che sa fare. E lui, anche se nella Lazio gioca in modo un po’ diverso, ha una qualità importante: fa gol. Quelli che servono a noi. Gli potrà capitare di trovarsi anche in una zona del campo che non è la sua, ma è importante che stia in area, faccia il centravanti, metta in difficoltà i due difensori centrali, giochi molto vicino a loro».
SOLD OUT È una tappa anche questa: un calcio che si adatti ai talenti e ai momenti dei suoi interpreti, e viceversa. È successo anche con la condivisione di compiti e spazi di Jorginho e Verratti: «Hanno giocato poche volte insieme, ma più lo faranno e più miglioreranno: se sei bravo tecnicamente, ti capisci per forza». È una tappa come in fondo è questa Nations League, nella visione del c.t.: «Un torneo importante, e per noi lo sarebbe anche giocare le Final Four. Ma qualificarsi all’Europeo è ancora più importante». Perché è fresco l’anniversario di una ferita mondiale complicatissima da medicare, anche se non fu letale: «Non è vero che in un anno ho resuscitato l’Italia, perché l’Italia non era morta. E io quelle due partite me le ricordo bene: meritava di andare al Mondiale». Diciamo che la sua Italia come minimo ha resuscitato San Siro, che quella notte tremò devastato dalla delusione e stasera lo farà della speranza di 73.000 anime. Sold out, «e voglio pensare che sia anche perché questa squadra è piaciuta e la gente ha voglia di vederla dal vivo».
LE ULTIME Perso Romagnoli, Mancini ha chiamato al suo posto Acerbi, arrivato già ieri sera, mentre oggi, dall’Under 21, sbarcheranno Kean e Gianluca Mancini. Dopo la gara con il Portogallo, il c.t. lascerà invece liberi quattro giocatori dal «chilometraggio» più elevato in questo inizio di stagione: Chiellini, Florenzi, Jorginho e Insigne.
CIRO SE GIOCA DEVE FARE QUELLO CHE SA: I GOL, QUELLI CI SERVONO
ROBERTO MANCINI C.T. DELL’ITALIA