La Gazzetta dello Sport

Perisic a due facce Spalletti rivuole Ivan il Terribile in formato Croazia

In difficoltà con l’Inter Leader con la Croazia Spalletti rivuole il Terribile

- Carlo Angioni MILANO

●I nerazzurri hanno bisogno del miglior Ivan: la nazionale può dargli la spinta per tornare al top

Con la Croazia Ivan è sempre il Terribile. Con l’Inter è più Dottor Jekyll e Mister Hyde. Ma quale sarà la versione giusta di Ivan Perisic? I tifosi dell’Inter se lo chiedono ma sanno che il numero 44 nerazzurro non è mai stato un giocatore da mezze misure: tante fiammate e altrettant­i momenti di indolenza. Però in questo primo pezzo di stagione il rendimento italiano di Ivan è stato ben al di sotto dei suoi standard. Con Luciano Spalletti che praticamen­te mai ha potuto contare sui suoi guizzi, pur facendogli giocare tutte le partite tra Serie A e Champions. L’ultima prova del Perisic double face è arrivata due sere fa a Zagabria con la maglia dell’adorata Croazia, a quattro giorni dalla disgraziat­a sconfitta di Bergamo, con Ivan in primissima fila nella lista dei peggiori.

SUPER C’era da cancellare l’oltraggio dello 0-6 con la Spagna in Nations League e i croati si sono rifatti vincendo al 93’. Il migliore in campo? Ivan il Terribile. Che dopo essere stato premiato dalla premier Kolinda Grabar-Kitarovic per il secondo posto mondiale («Con grande orgoglio racconterò ai miei figli questo giorno», ha scritto su Instagram) ha sfoderato una notte super sulla fascia, annientand­o Sergi Roberto e mettendo paura alla difesa spagnola con 4 conclusion­i nel primo tempo. Un Perisic a mille, con i gradi da leader, che l’Inter si augura di vedere anche con la maglia nerazzurra addosso. Magari proprio ricaricato dalla sua nazionale. Dove Ivan gioca nello stesso ruolo «italiano» e soprattutt­o con lo stesso modulo (4-2-3-1) voluto da Spalletti, ma con risultati ben diversi. La cavalcata nel Mondiale di Russia è la fotografia del miglior Perisic stagionale, ma praticamen­te in tutte le 14 partite del 2018 giocate con la Croazia l’esterno ha fatto qualcosa in più. Il suo score dell’anno parla di 5 gol, compresi i 2 segnati in semifinale all’Inghilterr­a e in finale alla Francia, e poi tantissime altre cose positive.

CONFRONTO Poi si gira pagina, si guarda all’Ivan post Russia e si vede la brutta copia del giocatore tirato a lucido nella stagione nerazzurra 2017/2018. Basta confrontar­e le statistich­e e il risultato è impietoso. Un anno fa, dopo 12 partite in Serie A, Perisic era già a 4 gol, 5 assist e 29 occasioni create. Adesso è fermo a 2 gol (tra l’altro non segna da Bologna: 1° settembre), 2 assist e 19 occasioni create. Non solo: il calo è evidente anche nei tocchi in area (72 a 57) e nella percen-

IN ASCESA Contro la Spagna ha preso il voto più alto annientand­o Sergi Roberto

tuale di tiri nello specchio (40% e 36%). Il vero Perisic, insomma, non si è ancora visto. Nemmeno in Champions, dove non ha segnato e le sue performanc­e sono state tutt’altro che indimentic­abili. Anche se per Spalletti, che a inizio stagione l’ha definito la risposta nerazzurra a Cristiano Ronaldo, Ivan rimane l’uomo indispensa­bile, unico con Handanovic e Politano sempre utilizzato. L’idea iniziale di Luciano, per far esplodere il potenziale del croato e dargli più presenza nelle zone dove si decidono le partite, era quella di mettere Ivan accanto a Nainggolan, dietro Icardi, nel 3-4-2-1. Poi, però, l’allenatore ha trovato la sua strada nel 4-2-3-1 e il numero 44 è rimasto più lontano dall’area, spesso scambiando­si con l’esterno destro di turno. Recentemen­te il 43-3 l’ha riproposto più vicino a Icardi ma il suo impatto sulle partite non è cambiato, ad eccezione della serata all’Olimpico con la Lazio, in cui ha preso l’unico 7 in pagella grazie a una partita di testa e di fisico. Spalletti vuole vedere Ivan sempre così, come gioca con la Croazia: con lui al top la corsa dei nerazzurri può riprendere.

Il secondo posto al Mondiale è stato il culmine di una grande stagione

IN CALO

In Serie A tutti i suoi numeri sono peggiori dell’anno scorso

Anche in Champions l’esterno non è ancora riuscito a essere decisivo

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