Stadio, la Roma ora è stanca Vuole giocarci entro il 2022
●Il 5 dicembre sarà un anno dall’ok della Conferenza dei Servizi, entro marzo si spera nella firma della convenzione urbanistica. Investiti già 100 milioni tra club e costruttore
Tra poco più di due settimane sarà esattamente un anno da quel 5 dicembre 2017 in cui la Conferenza dei Servizi (con l’ok di 27 uffici amministrativi, tra tutti gli enti coinvolti) aveva dato l’assenso alla realizzazione dello stadio della Roma. Quasi un anno dopo è tutto come prima, niente di più. È vero, in mezzo c’è stata l’Operazione Rinascimento e l’arresto il 13 giugno del costruttore Luca Parnasi (e non solo). Ma negli ultimi tempi il quadro politico e giudiziario è cambiato, non fosse altro perché le indagini hanno confermato l’estraneità della Roma (e dello stadio) dal sistema corruttivo di Parnasi e Virginia Raggi è stata assolta dall’accusa di falso nel processo di primo grado in cui era imputata per la nomina di Renato Marra al Dipartimento turismo del Comune di Roma. Ed allora le aspettative avanzano. In primis, ovviamente, della Roma, che esige che il suo diritto acquisito (lo stadio) possa avere presto il via libero definitivo. La pazienza di Pallotta non è infinita, come disse proprio a ridosso degli arresti: «Senza stadio mi verrete a trovare a Boston».
LE ATTESE Al di là della due diligence voluta dalla Raggi e dal parere del Politecnico di Torino sui flussi del traffico (arriverà il 6 gennaio, ma non potrà rimettere in discussione il progetto), le due grandi tematiche all’orizzonte sono l’approvazione della variante urbanistica (dopo la valutazione delle 60 osservazioni presentate e delle controdeduzioni) e la stesura della convenzione urbanistica, il contratto che regolerà il rapporto tra l’anima pubblica e privata del progetto. La Roma si attende che tutto vada in porto entro marzo, poi serviranno almeno
SENZA LO STADIO MI VERRETE A TROVARE A BOSTON
JAMES PALLOTTA PRESIDENTE ROMA
6 mesi per la bonifica del sito (sperando che non ci siano ritrovamenti archeologici), la stesura dei contratti di finanziamento e il lancio delle gare europee per le infrastrutture. Realisticamente, entro fine 2019 potrebbero iniziare gli scavi, poi saranno necessari altri 24-30 mesi per l’apertura dello stadio. Il che vuol dire estate 2022. Nel frattempo, il nuovo management di Eurnova (la società che era di Parnasi) sta parlando con alcuni soggetti per la cessione dei terreni. Terreni per la cui valutazione economica è di basilare importanza l’ok definitivo al progetto: da soli hanno un valore, con il diritto a costruire tutt’altro. In tal caso, una stima balla tra i 40 e i 50 milioni. La Roma è interessata a rilevarli, ma la contrattazione spetta a Eurnova. Di certo c’è che per accelerare a Trigoria sono pronti anche ad
un ulteriore sacrificio.
GLI INVESTIMENTI
Del resto, finora sia la Roma sia Eurnova di soldi ne hanno investiti già molti, quasi cento milioni di euro. Suddivisi esattamente così: 73 da parte della Roma, 25-26 da parte del costruttore incaricato. Un fiume di soldi legato all’accuratezza ed ai tanti tecnicismi del progetto. Che, a regime, potrebbe arrivare a costare anche 1,4 miliardi di euro. Con queste modalità legate ai singoli costi di costruzione: circa 800 milioni per lo stadio, il museo, la Nuova Trigoria e il superstore; altri 200 per l’entertainment center (gli spazi commerciali) e infine ulteriori 400 – circa – per il business park (gli uffici).
L’INDOTTO
Per capire quanto pesi poi uno stadio nel bilancio di un club, basta vedere i dati di ieri di Calcioefinanza. La Juventus nella scorsa stagione ha guadagnato con l’Allianz Stadium 56,4 milioni di euro, contro i 39 della Roma. Ma poi c’è la parte extra stadio, capace di generare ulteriori ricavi. Ed è chiaramente una parte che fa gola eccome. Lontanissime d a queste cifre le big d’Europa: 139,5 milioni generati dal Barcellona, 124,7 dal Manchester United e 123,1 dal Real Madrid. Ecco anche perché la Roma si aspetta che entro marzo vada davvero tutto a posto. Una volta per tutte...