CAVANI-O NEY BOTTE E LITI E IL NAPOLI STA ALL’ERTA
●Dopo un tunnel subito, la punta dell’Uruguay ha steso il brasiliano che ha reagito con stizza. Il Matador dirà addio al Psg per il Napoli?
Le stelle del Psg allo scontro Matador via? Ancelotti aspetta
Sarebbe uno di quegli episodi quasi scontati, che sono anche un po’ il sale di certe sfide dal sapore di derby in salsa sudamericana. Che Brasile-Uruguay non possa mai essere un’amichevole, fin dai tempi del Mondiale soffiato dalla Celeste ai Verdeoro al Maracanà nel 1950, lo certificano pure gli otto cartellini gialli distribuiti venerdì sera all’Emirates di Londra. Quindi l’entrata dura da ammonizione a fine partita in una zona anonima del campo, dopo un tunnel subito, con il conseguente rifiuto dell’avversario a terra di accettare le scuse, facendosi così insultare, andrebbe attribuita all’alchimia della gara. Se non fosse che i due protagonisti del misfatto sono due stelle di uno dei club più in vista. Cioè Neymar e Cavani costretti a una convivenza forzata al Psg, tra litigi per i rigori, dispetti in partita e lotte intestine di spogliatoio che alimentano ormai le voci di addio del Matador.
PRIORITÀ Tutti indizi di un’intesa mai sbocciata. Questione di ego. Come fu evidente poco più di un anno fa nel famoso «penalty-gate». Cavani pretese di calciare un rigore, negandolo platealmente a Neymar appena giunto a Parigi con lo statuto di giocatore più caro della storia del calcio, e l’idea di essere prioritario anche dal dischetto. Il Matador poi sbagliò, e la sceneggiata portò sotto i riflettori le tensioni tra i due che tutto oppone: per differenziale tecnico, raffinato per il brasiliano, più brutale per l’uruguayano comunque miglior marcatore della storia del Psg; ma anche per stile di vita. Alle scorribande notturne di Ney, Cavani preferisce magari una passeggiata in campagna. CLAN Due polarità che lo scorso anno spaccarono lo spogliatoio in due clan: brasiliani contro sudamericani ispanici. Con l’ex allenatore Emery a godersi la situazione in nome del motto «divide et impera» costatogli però la panchina. Con Tuchel è cambiato tutto: «Neymar è al centro del progetto», sostiene il tedesco fin dal primo giorno. E per Cavani, sempre più isolato in spogliatoio, sono rimaste le briciole. Non solo sui calci piazzati, ormai monopolio del brasiliano, ma anche nel gioco dove i passaggi gli arrivano con il contagocce da Ney che preferisce Mbappé, che tra l’altro aspira al ruolo di punta unica del Matador.
GUERRA Anche per questo Cavani di recente ha affrontato apertamente la questione della convivenza problematica: «Ci stiamo lavorando, non significa che non ci sia intesa, ma spero il nuovo allenatore ci dia una struttura per fare una grande stagione, uniti come veri guerrieri». Un’ammissione delle divergenze sempre più insanabili che quest’estate hanno spinto il Matador a valutare l’addio (Napoli in agguato). Che farebbe comodo anche ai conti del Psg. Con tali precedenti allora l’entrata di Cavani su Neymar, reo di averlo umiliato con un tunnel e che poi si è rifiutato di stringergli la mano, raccogliendo qualche parola grossa, assume un sapore più piccante ed eloquente della solita rivalità tra sudamericani, risolta tra l’altro da Ney su rigore. E non sono di certo le parole pronunciate nel post partita a spazzare via ogni malinteso. Cavani ha dichiarato: «In campo c’era tensione, ma poi è tornata la calma». Neymar ha replicato: «Cosa mi ha detto Cavani? Nulla e non ho ascoltato». Appuntamento sabato contro il Tolosa, al Parco dei Principi, in guerra.