La Gazzetta dello Sport

«La Ducati è cresciuta ma siamo qui per vincere Finire secondi non basta» ORA I SUOI PRIMI GIUDIZI MI FANNO PENSARE CHE NON SARÀ PIÙ COSÌ GIGI DALL’IGNA SULLA MOTO 2019

●Dall’Igna tra 2018 e 2019: «Dovi costituisc­e un valore, a Petrucci chiediamo il salto definitivo, noi gli daremo i mezzi per farlo»

- Paolo Ianieri INVIATO A VALENCIA (SPAGNA)

A Valencia pure la mamma di Danilo: «Non potevo mancare, per lui è come il primo giorno di scuola» UN ANNO FA PIRRO CI INDUSSE A CAMBIARE I PIANI IN CORSA

«Il risultato di domenica avrebbe dovuto accadere un anno fa. E sarebbe stata l’apoteosi». Gigi Dall’Igna si abbandona a una risata nel ritornare alla vittoria di Andrea Dovizioso, un successo che 12 mesi prima avrebbe ribaltato la classifica di un Mondiale nel quale Dovi e la rossa contesero fino all’ultimo il titolo a Marc Marquez. Quest’anno tutto è invece finito molto prima, malgrado Ducati abbia portato a casa 7 vittorie, una più del 2017. «E lo abbiamo fatto con entrambi i piloti, che dal punto di vista tecnico è parecchio importante» aggiunge il Direttore generale di Ducati Corse.

QUANTI CAMBI Il giorno dopo, il cielo sopra il Ricardo Tormo è sempre grigio, il paddock trasformat­o in un’immensa azienda di traslochi: container, scatoloni, camion spostati, adesivi sostituiti. Danilo Petrucci passa la mattina a pulire il nuovo ufficio ereditato da Jorge Lorenzo indossando la felpa da pilota Ducati ufficiale che riempie di lacrime orgogliose gli occhi di mamma Neviana: «È come al suo primo giorno di scuola, dovevo esserci». Francesco Bagnaia si veste di Pramac e scopre il nuovo mondo, Lorenzo varca la porta del box Honda, Franco Morbidelli sogna la Yamaha, Andrea Iannone annusa l’aria Aprilia…

SVILUPPO Davanti ai microfoni, Dall’Igna intanto parla di ieri e del domani. «È stato un anno di soddisfazi­oni, tecnicamen­te parlando, nel quale abbiamo fatto un altro passo avanti, lottando fino alla fine anche dove soffrivamo, come Phillip Island, Aragon e Sachsenrin­g. Però una casa come Ducati ha come obiettivo vincere, non arrivare seconda». Per questo, iniziare subito bene sarà fondamenta­le. «La moto nuova in avvio sarà molto simile all’attuale, per poi iniziare a introdurre già il pomeriggio piccole evoluzioni. Un anno fa nel primo test con Pirro avevamo avuto segnali non incoraggia­nti che ci avevano fatto cambiare il progetto in corso d’opera, la moto vera era arrivata solo a Sepang. Quest’anno, visti i commenti positivi di Michele, mi aspetto subito meglio». JORGE Il cambio Lorenzo-Petrucci è uno dei temi caldi: «Lorenzo lo voglio ringraziar­e per il lavoro fatto, ha dimostrato una volontà incredibil­e. Per un campione non è facile partire in affanno, lui è riuscito a ribaltare la situazione, cose così le fanno solo i grandi». Il suo addio mancherà a Ducati, perché con Dovizioso e Petrucci «avremo due piloti che si assomiglia­no di più come stile, e per un tecnico che deve sviluppare non è mai del tutto positivo. Sentire descrivere lo stesso problema, come facevano Jorge e Andrea, con sfumature e aggettivi diversi, ti permette di avere un quadro più completo e capire meglio cosa succede».

FUTURO Se Dovizioso diventerà il riferiment­o della squadra («Su di lui c’è poco da dire, soprattutt­o dopo la gara di domenica, è il valore più grande che abbiamo in Ducati»), Dall’Igna si aspetta tanto dal duo Petrucci e Bagnaia: «Danilo è migliorato molto, ma deve fare un altro passo avanti e sono sicuro che lo metteremo in condizione di farlo. Bagnaia entra nel nostro mondo e mi piace sottolinea­re come Ducati segua un percorso di crescita, facendo ruotare i tecnici tra i due team (ufficiale e Pramac; n.d.r.) per dare continuità al pilota». Petrucci porterà con sé il capotecnic­o Gabriele Romagnoli e l’elettronic­o Cristian Battaglia, con Bagnaia ecco gli ex di Lorenzo, Cristian Gabarrini e Tommaso Pagano.

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MILAGRO Danilo Petrucci, 28 anni, con la nuova tuta

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