La Gazzetta dello Sport

Accordo Ceferin-Agnelli SuperChamp­ions dal 2024 IL ROMPIPALLO­NE di GENE GNOCCHI

● Addio alla Superlega per un torneo sul modello Nations League. Ceferin e Agnelli: «Giornata storica»

- Fabio Licari INVIATO A BRUXELLES

Superlega addio. Il futuro del calcio europeo resta all’interno del sistema, Uefa e club collaborer­anno per creare il nuovo torneo che, dal 2024, prenderà il posto della Champions League. Probabilme­nte si chiamerà ancora così, ma non è questo il punto: sarà diversa e, anche se nessuno sa ancora come, sarà una Superchamp­ions, con più «sicurezze» per i grandi club e accesso aperto a tutti. Non a numero chiuso, tipo la Nba. Se non è un giorno storico, poco ci manca: la parola Superlega è uno spettro agitato ciclicamen­te per cambiare i rapporti di forza tra club e Uefa. Ma da oggi è finita. E la storica intesa, anticipata ieri dalla Gazzetta, è stata simbolicam­ente presentata a Bruxelles da Aleksander Ceferin (Uefa) e Andrea Agnelli (Eca): l’asse oggi al vertice del calcio europeo ha incontrato il commissari­o allo sport Tibor Navracsic, firmando una lettera d’intenti, mentre un memorandum d’intesa è in arrivo. E ora? INTESA PERSONALE Si comincia a lavorare sul nuovo progetto. Partendo da questa intesa personale prima che politica. Agnelli ricorda infatti che «dopo il 2016 di Superlega non si è più parlato, non almeno da parte dell’Eca o della Juve. All’Uefa è stato eletto Ceferin, all’Eca io, e abbiamo cominciato a parlare, con l’obiettivo di sviluppare il calcio assieme. Uno sviluppo non soltanto finanziari­o, perché è il calcio è importante e ha un ruolo sociale che la mia famiglia conosce bene, avendo la Juve dal 1923. Dopo tutte le recenti speculazio­ni era il momento di chiarire cosa succederà dal 2024: non ci sarà una Superlega, gestiremo assieme i tornei come facciamo già oggi. Siamo contenti». E Ceferin: «È un grande giorno, lo sport europeo è unito e riconosce il modello aperto, nel quale anche i piccoli club sono importanti. Vedete i problemi del basket?».

UNA SUPERCHAMP­IONS Naturalmen­te le esigenze di piccoli e grandi club sono diverse, ma il successo della Nations League «oltre il previsto» (Ceferin), con promozioni e retrocessi­oni, dà un’idea di come sarà il futuro. Entro fine 2019 si definirann­o i principi che devono contemplar­e un’armonizzaz­ione del calendario e delle partite di club e nazionali. Il format del torneo si avrà nel 2020: aperto, con posti fissi per i grandi club (ranking storico?), con promozioni dalle serie minori, con più solidariet­à. Come ricorda Agnelli, «la Nations ha consentito a squadre dello stesso livello di competere una contro l’altra»: il che è un po’ il senso delle tre coppe che verranno. Una Champions sempre più per big: «Ma non morirà mai il sogno di entrare», ricorda Ceferin.

CALENDARIO Una Superchamp­ions che avrà più partite. Su questo Agnelli è chiaro. Oggi ci sono campionati a 20 e a 10 squadre, paesi come l’Inghilterr­a con due coppe nazionali: in Premier si può arrivare a 53 partite annuali, in Bundesliga a 43. L’obiettivo è più gare di coppa e meno di campionato, nazionali più concentrat­e, «ma non è detto che il campionato si sposti al mercoledì e la Champions nel weekend», ricorda Ceferin che conclude: «A volte vedete complotti dove non ve ne sono. Non facciamo finta ora di avere buoni rapporti: discutiamo, litighiamo, abbiamo opinioni diverse. Poi facciamo un passo indietro e lavoriamo per lo sviluppo del calcio».

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Aleksander Ceferin, 51 anni, e Andrea Agnelli, 42, in conferenza AFP

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