La Gazzetta dello Sport

Il Diavolo avvisa l’Uefa Multa equa o altro ricorso

●Il club ieri all’Uefa: consideri la garanzia Elliott Multa sì, ma sia equa. Altrimenti si torna al Tas

- Alessandra Gozzini MILANO

Il precedente è del 19 giugno scorso, eppure è come se appartenes­se a un’altra era. Alla prima spedizione rossonera a Nyon toccò il compito di prendere le difese di Mr Li, misterioso imprendito­re cinese. Il gruppo che ieri è tornato in Svizzera era rappresent­ato dai vertici della nuova epoca che fa capo a Elliott, colosso tra i fondi attivisti con sede a New York. Da est a ovest il mondo rossonero si è dunque ribaltato: nuova la delegazion­e e nuovissima anche la materia trattata. Alla sentenza faranno riferiment­o tutti i prossimi casi che eventualme­nte si verificher­anno: il Milan aprirà una strada, gli altri potranno seguirla. Al tempo del Fair play non era mai successo che un club fosse punito dalla camera giudicante con l’esclusione dalle coppe internazio­nali e successiva­mente riammesso in Europa dal Tas.

PENA PROPORZION­ATA L’ultimo Milan era rappresent­ato dai legali del fondo e dai consiglier­i Tuil e Furlani. C’erano soprattutt­o il presidente Paolo Scaroni e Gordon Singer, figlio di Paul e numero due di Elliott. Una presenza considerev­ole e subito riconoscib­ile. Oppure, per come l’ha definita Scaroni a Sky, «significat­iva». La sua figura rimanda immediatam­ente alla ricchezza e alla stabilità del proprio impero, lontanissi­ma dall’inconsiste­nza di Yonghong. Su cui è tornato anche il presidente Uefa Ceferin: «Sapevamo tutti del problema, le autorità stanno indagando». PHOTOVIEWS Milan e camera giudicante dell’Uefa, l’organismo che si è trovato di fronte, concordano su un punto: la società, allora di proprietà di Fininvest, ha violato le norme sui conti relativi al triennio 2014-2017. Non hanno ancora trovato un compromess­o sul resto, cioè sull’entità della condanna. In questa nuova partita il Milan ha un alleato in più: Losanna. La cassazione sportiva ha infatti già stabilito che la pena deve essere «proporzion­ale alla colpa» e non più grave come quella precedente­mente inflitta. Un concetto che il club ha ribadito anche nelle due ore di udienza di ieri mattina: la contropart­e non può non considerar­e gli eventi seguiti alla bocciatura, vale a dire la sostituzio­ne ai vertici e la provata consistenz­a economica. Così il Milan sente di poter presto rientrare nei giusti binari e si augura che la multa da pagare sia ragionevol­e, meglio ancora se contenuta: se viceversa la giudicasse di nuovo sproporzio­nata, sarebbe pronto a ricorrere una seconda volta. Con la possibilit­à che il Tas si confermi al fianco dei rossoneri: vorrebbe dire screditare l’applicazio­ne delle regole che la stessa Uefa ha imposto. Uno scenario ipotetico. Intanto, allegata alla multa la società si aspetta una seconda penalità, legata al numero di giocatori da inserire nelle liste per l’Europa.

LA SITUAZIONE Della delegazion­e rossonera in Svizzera facevano parte anche il presidente Scaroni e Gordon Singer

SENTENZA A DICEMBRE Anche la camera giudicante, organismo interno ma indipenden­te all’Uefa, fa le proprie valutazion­i: può punire il Milan con un’ammenda e pensare di chiudere la contesa. Oppure imporre al club una serie di step futuri: una serie di parametri da rispettare nei prossimi mesi, per evitare nuove condanne. Una sorta di pena con la condiziona­le. Gli stessi giudici potranno prendersi qualche settimana di tempo per decidere: alla società non hanno indicato tempi più precisi, se non ribadire il limite di fine anno. Una scadenza necessaria visto che multa e le altre eventuali limitazion­i influirann­o sul bilancio e sul mercato: e il Milan ha necessità di conoscere il perimetro entro cui muoversi.

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Paolo Scaroni e Gordon Singer a San Siro

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