Il Diavolo avvisa l’Uefa Multa equa o altro ricorso
●Il club ieri all’Uefa: consideri la garanzia Elliott Multa sì, ma sia equa. Altrimenti si torna al Tas
Il precedente è del 19 giugno scorso, eppure è come se appartenesse a un’altra era. Alla prima spedizione rossonera a Nyon toccò il compito di prendere le difese di Mr Li, misterioso imprenditore cinese. Il gruppo che ieri è tornato in Svizzera era rappresentato dai vertici della nuova epoca che fa capo a Elliott, colosso tra i fondi attivisti con sede a New York. Da est a ovest il mondo rossonero si è dunque ribaltato: nuova la delegazione e nuovissima anche la materia trattata. Alla sentenza faranno riferimento tutti i prossimi casi che eventualmente si verificheranno: il Milan aprirà una strada, gli altri potranno seguirla. Al tempo del Fair play non era mai successo che un club fosse punito dalla camera giudicante con l’esclusione dalle coppe internazionali e successivamente riammesso in Europa dal Tas.
PENA PROPORZIONATA L’ultimo Milan era rappresentato dai legali del fondo e dai consiglieri Tuil e Furlani. C’erano soprattutto il presidente Paolo Scaroni e Gordon Singer, figlio di Paul e numero due di Elliott. Una presenza considerevole e subito riconoscibile. Oppure, per come l’ha definita Scaroni a Sky, «significativa». La sua figura rimanda immediatamente alla ricchezza e alla stabilità del proprio impero, lontanissima dall’inconsistenza di Yonghong. Su cui è tornato anche il presidente Uefa Ceferin: «Sapevamo tutti del problema, le autorità stanno indagando». PHOTOVIEWS Milan e camera giudicante dell’Uefa, l’organismo che si è trovato di fronte, concordano su un punto: la società, allora di proprietà di Fininvest, ha violato le norme sui conti relativi al triennio 2014-2017. Non hanno ancora trovato un compromesso sul resto, cioè sull’entità della condanna. In questa nuova partita il Milan ha un alleato in più: Losanna. La cassazione sportiva ha infatti già stabilito che la pena deve essere «proporzionale alla colpa» e non più grave come quella precedentemente inflitta. Un concetto che il club ha ribadito anche nelle due ore di udienza di ieri mattina: la controparte non può non considerare gli eventi seguiti alla bocciatura, vale a dire la sostituzione ai vertici e la provata consistenza economica. Così il Milan sente di poter presto rientrare nei giusti binari e si augura che la multa da pagare sia ragionevole, meglio ancora se contenuta: se viceversa la giudicasse di nuovo sproporzionata, sarebbe pronto a ricorrere una seconda volta. Con la possibilità che il Tas si confermi al fianco dei rossoneri: vorrebbe dire screditare l’applicazione delle regole che la stessa Uefa ha imposto. Uno scenario ipotetico. Intanto, allegata alla multa la società si aspetta una seconda penalità, legata al numero di giocatori da inserire nelle liste per l’Europa.
LA SITUAZIONE Della delegazione rossonera in Svizzera facevano parte anche il presidente Scaroni e Gordon Singer
SENTENZA A DICEMBRE Anche la camera giudicante, organismo interno ma indipendente all’Uefa, fa le proprie valutazioni: può punire il Milan con un’ammenda e pensare di chiudere la contesa. Oppure imporre al club una serie di step futuri: una serie di parametri da rispettare nei prossimi mesi, per evitare nuove condanne. Una sorta di pena con la condizionale. Gli stessi giudici potranno prendersi qualche settimana di tempo per decidere: alla società non hanno indicato tempi più precisi, se non ribadire il limite di fine anno. Una scadenza necessaria visto che multa e le altre eventuali limitazioni influiranno sul bilancio e sul mercato: e il Milan ha necessità di conoscere il perimetro entro cui muoversi.