Generazione Toro Mazzarri osserva la leva del Duemila
● Millico è la stella: 13 gol in 8 gare, segna ogni 53’ De Angelis, Gemello, Kone e Rauti gli altri gioiellini
Per tutti è semplicemente «Vincenzino». Aveva quattordici anni quando prese la decisione più coraggiosa per un ragazzino della sua età, salutando e ringraziando la Juventus per indossare la maglia granata. Fece pochi passi e cominciò a scrivere una storia tutta nuova dall’altra parte del Po. Da quel giorno di quattro anni fa, il Toro è diventato la sua seconda casa. Attenzione, però, a non lasciarsi ingannare dal soprannome affettuoso, perché Vincenzo Millico non ha nulla di «ino». In questo inizio di stagione ha messo in fila solo grandi numeri. E che numeri: con tredici gol nelle prime otto giornate ha trascinato la formazione Primavera di mister Coppitelli a 3 punti dalla Roma e dall’Atalanta capolista e si è preso lo scettro del capocanno- niere. Vincenzino è il diamante più puro della generazione Duemila granata, nel pieno di un’esplosione i cui confini sono impossibili da definire. Una nidiata d’oro costruita nell’ultimo quadriennio dal direttore del settore giovanile del Toro, Massimo Bava, uno a cui piace beffare il futuro giocando d’anticipo e dotato di «un occhio» sensibile nello scovare i talenti.
FRECCE AZZURRE Millico è l’apostolo dei Duemila granata, con il suo ruolino finora impressionante: quattro doppiette e una tripletta, Vincenzo segna ogni 53’. Torinese, è un attaccante moderno, destro naturale ma letale anche col sinistro, può giocare in tutti i ruoli offensivi, per molti è potenzialmente la punta più forte cresciuta dal Toro negli ultimi quindici anni. Pochi giorni fa, il presidente Urbano Cairo lo ha voluto nei suoi uffici milanesi per consacrare il rinnovo del contratto fino al 2023, evento più unico che raro per un ragazzo delle giovanili. Punto fisso della Nazionale Under 19, la sua esplosione non sta passando inosservata: lo staff azzurro sta pensando di promuoverlo tra i più grandi dell’U20, intanto su di lui e sugli altri talenti granata sono calati gli occhi di Mazzarri che, in questa sosta, gli ha fatto assaggiare in due allenamenti l’aria della prima squadra. Il potenziale offensivo dei Duemila del Toro è una ricca promessa di futuro: in vetrina c’è anche Nicola Rauti, diciottenne dalla progressione bruciante,
uno che vive per il gol. Fino a tre anni fa giocava al Novara e stava addirittura per mollare, ma Bava lo convinse a seguirlo a Torino per ripartire: in estate ha trascinato in finale l’Italia U18 ai Giochi del Mediterraneo, è stato poi promosso nell’U19 dove anche lunedì, contro la Slovenia, è andato in gol.
SCOVATI DAL NULLA Ben Lhassine Kone può fare tutto, o quasi: il trequartista, la seconda punta, la mezzala, l’esterno, sorretto com’è da una forza esplosiva abbinata a grandi colpi. È nato in Costa d’Avorio, arrivò in Italia il giorno di Natale del 2015 dopo mille peripezie burocratiche per riabbracciare la madre che lavorava a Roma: all’epoca non giocava nemmeno a calcio, iniziò a tirare due calci nella Vigor Perconti dove Bava andò a pescarlo, soffiandolo alla Lazio. Dal nulla viene anche il portiere Luca Gemello, scoperto alla Fossanese (nel Cuneese): fisico da top e ottimi fondamentali, in campionato è imbattuto da 180’, monitorato stabilmente dallo staff azzurro. La qualità accompagna le giocate della mezzala Nicolò De Angelis: destro o sinistro senza differenza, estro e intelligenza, tre anni fa la Roma lo aveva messo in un angolo, il Toro gli diede una seconda occasione: oggi è tra i migliori centrocampisti Primavera. E alle loro spalle crescono talenti come il francese Adopo (centrocampista preso dal Torcy, da dove è passato Pogba) e il terzino Gilli (diciottenne con una «testa» già da professionista). Una gioventù granata da fare invidia a tutta Italia.
Il tecnico apre
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