«È un sistema che funziona Dalle università una grande mano»
Bode Miller, 41 anni, mito dello sci, ha conquistato sei medaglie olimpiche (un oro in supercombinata nel 2010).
● Come ha iniziato con lo sci e in che modo l’ha aiutata il sistema sportivo Usa?
«Ho iniziato a sciare da bambino per gioco e cercavo sempre di scendere più velocemente possibile (proprio da bambino era rimasto intrappolato sotto una valanga, senza gravi conseguenze, n.d.r.). Poi, sempre per gioco, ho iniziato a fare qualche gara e sono riuscito a mettermi in luce ai campionati nazionali. È così che ho ottenuto la convocazione nel Team Usa: in verità un atto dovuto per chi va forte ai nazionali. Da quel momento mi è stato dato un aiuto tecnico e organizzativo. La Nazionale americana è una di quelle che riesce ad autofinanziarsi grazie a un certo numero di sponsor privati che sovvenzionano il team».
● Che cosa pensa del sistema sportivo del suo Paese, che nel caso degli Usa è autonomo dalla politica?
«Sicuramente funziona. Ribadisco, c’è il sostegno degli sponsor e di benefattori privati, ma una grossa mano la danno anche le università. Chi riesce a emergere in una disciplina accede a borse di studio, che favoriscono sia l’attività didattica che sportiva. Alcune discipline, come football e basket, hanno un supporto sostanzioso, altre di meno ma comunque cospicuo».
● C’è una relazione fra il football (american football) e gli sport con tradizione olimpica?
«Penso proprio di no. Ribadisco che il football da noi ha un massiccio sostegno dai college ed è sport popolarissimo negli Usa».