La svolta della Raggi Sgomberate le ville del clan Casamonica
●Blitz all’alba: otto case abusive saranno presto abbattute La sindaca: «Giornata storica, erano il simbolo dell’illegalità»
In azione 600 vigili urbani al Quadraro, zona periferica di Roma dove i Casamonica fanno da anni quel che vogliono. Anche Salvini e Conte presenti allo sgombero. Le case piene di stucchi e ori, simbolo dell’impunità della famiglia, verranno demolite entro un mese
Sul far della sera la ruspa ha cominciato a demolire la prima villa dei Casamonica. La sindaca Virginia Raggi alle cinque di mattina aveva annunciato su Facebook l’avvio dell’operazione contro il clan, parlando di «una giornata storica».
Come darle torto. È senz’altro vero che quanto accaduto ieri segna un deciso cambio di marcia nella lotta all’illegalità diffusa nella Capitale. Il blitz, se così possiamo chiamarlo, è iniziato all’alba. Al Quadraro, zona Sud-Est di Roma, dove le famiglie del
clan negli anni e nella totale impunità avevano costruito otto ville a due piani, di dimensioni comprese tra i 150 e i 400 metri quadri, si sono presentati 600 uomini della polizia municipale. Un piccolo esercito che ha preso di sorpresa la quarantina di persone che abitavano nel piccolo “feudo” e che a quell’ora ancora dormivano.
Non si aspettavano nulla di ciò? Erano convinti che mai gli sarebbe successo qualcosa del genere.
Eppure le ordinanze di sgombero e demolizione erano state notificate da tempo. Le villette totalmente abusive, erano venute su negli Anni 90, sgomberate poco dopo (le prime contestazioni di abusivismo risalgono al 1997) e poi bellamente rioccupate. Ad accompagnare i vigili c’erano anche quattro squadre di fabbri per scardinare porte e finestre blindate, decorate di brillanti tipo Swarovski. Le foto delle case sequestrate rimandano a immagini già note e oggetto di vari servizi televisivi in occasione di precedenti perquisizioni, come quella di luglio con 33 arresti. Soffitti affrescati con nuvole e cupidi, vasche dorate, statue di cavalli, giaguari in ceramica, persino un trono e profusione di decori dorati ovunque: piccole regge cresciute in un’area di 2000 metri quadri.
Sul posto era presente anche la Raggi, accompagnata dal comandante generale della polizia municipale
ANSA
Antonio Di Maggio.
«Quelle villette erano diventate il simbolo dell’illegalità e dell’impotenza di fronte alla malavita. Abbiamo cancellato soprattutto questo. Le istituzioni ci sono e non abbassano lo sguardo», ha spiegato la Raggi. Più tardi, al Quadraro è arrivato anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. «Un ottimo segnale, e siamo solo all’inizio. Per i delinquenti la pacchia è finita», ha annunciato il vicepremier leghista. Mentre nel pomeriggio è stato il turno del capo del governo, Giuseppe Conte: «Sono qui per dare un messaggio molto chiaro: questo governo è per la legalità e il rispetto delle regole», per poi suggerire alla Raggi di far scegliere ai cittadini la migliore destinazione dell’area, una volta bonificata.
Alcune villette avevano inglobato interi tratti dell’Acquedotto Felice, il primo costruito in epoca medievale dopo la caduta dell’Impero romano... Gli sgomberati avranno fatto fuoco e fiamme?
Qualche insulto ai giornalisti, urla verso la sindaca, ma per il resto sono andati via in buon ordine. In una delle abitazioni è stata trovata anche cocaina: poca cosa nel complesso. L’operazione dopo questa prima fase di liberazione e rimozione delle masserizie, prevede una demolizione mirata, per poi giungere all’abbattimento definitivo. Il tutto richiederà un mese di lavoro e 600 mila euro di costo, ma a giudicare da ieri, si procede in modo veloce.
Un’operazione a favore di telecamere, però. C’è chi critica la “deriva mediatica” del blitz, con una Raggi che prova a recuperare notorietà. Chi ricorda che contro il clan si era già mossa la Regione con delle demolizioni alla Romanina. Chi, infine, adesso invita ad agire contro CasaPound che occupa un edificio in centro, da anni...
Poche ciance. Le ville del Quadraro erano diventate il simbolo dell’impotenza dello Stato davanti alla famiglia giunta negli Anni 50 nella Capitale dall’Abruzzo e resasi protagonista di ogni sorta di reato, dall’estorsione allo spaccio, dall’usura alla prostituzione. La Raggi ci ha messo la faccia. Alcune pratiche erano concluse, ma erano finite in fondo ai cassetti: nessuno aveva avuto il coraggio di procedere.