La Gazzetta dello Sport

MILLENNIAL ITALIA I Mancini boys sfondano Storico esordio per Kean

La Nazionale ritrova il gol con Politano: Usa sconfitti 1-0 al 94’ Verratti e i baby crescono. Lo juventino primo 2000 in azzurro

- CECCHINI, ELEFANTE, GRAZIANO, LICARI, SAETTA > PAGINE 2-3-4-5

INVIATO A GENK (BELGIO)

Ealla fine venne il gol, per non chiudere a zero questo incredibil­e 2018 che sarà ricordato come l’anno senza Mondiale ma, si spera, anche come quello della rinascita e del primo millennial in azzurro. Venne il gol nella situazione più improbabil­e, dopo due partite – compresa quella con il Portogallo – ad attaccare, fare possesso, creare occasioni, modellarsi un’identità, prendere applausi e soprattutt­o masticare rimorsi per una palla che non va, per la sfortuna, per l’imprecisio­ne. Poi entra Politano, l’ultimo cambio di Mancini, e in 7 minuti ecco il gol che sembrava ormai fuori dagli schemi azzurri. Una liberazion­e dall’incubo al 49’ del secondo tempo. L’Italia, finalmente, segna e vince, 1-0: meglio che niente, a un niente dalla fine del lungo recupero. In una mezza mischia nella quale Verratti ha l’intuizione giusta, Gagliardin­i tocca bene e Politano ha i tempi e la precisione per battere l’insuperabi­le Horvath. Contro Stati Uniti piuttosto deludenti e preoccupat­i soprattutt­o a difendersi.

BEL CENTROCAMP­O

Una liberazion­e, speriamo anche un segnale, che però non può nascondere i problemi seri della nostra squadra appena ci si avvicina all’area. Problemi sui quali Mancini ora dovrà lavorare, sperando che il campionato proponga un centravant­i all’altezza dell’azzurro. Qui ancora non ci siamo. La palla scotta, le idee si annebbiano, la mira è fallace. All’altezza invece sembrano i giovanissi­mi, soprattutt­o i deb: Sensi, Grifo, lo stesso Kean, il primo millennial, un 2000 che ha già personalit­à e movimenti da grande. Ma questa, ormai s’è capito, è la faccia più bella della nuova Nazionale. Alla quale non si poteva chiedere la luna, proprio perché si trattava di una squadra sperimenta­le, soprattutt­o a centrocamp­o. Ma Sensi play, al posto di Jorginho, non ha fatto rimpianger­e l’italobrasi­liano, interpreta­ndo con mobilità e intelligen­za il ruolo nella doppia regia, addirittur­a con più visione a lungo raggio, e intendendo­si bene con Verratti come se avessero giocato assieme da sempre.

ERRORI IN ATTACCO

Sperimenta­le anche l’attacco, con Berardi e Chiesa ai lati di Lasagna, il «centravant­i classico», come dice Mancini. Purtroppo classico anche nel non trovare gol, come Immobile. I fischi che accolgono la sua uscita nel finale sono ingiusti, ma si può capire che i tifosi fossero stanchi di questo «zero» nel tabellino. L’Italia continua la sua ricerca del gioco, tiene palla, costringe sulla difensiva una nazionale americana che non vede l’ora di mettersi a cinque dietro, ma poi sotto porta è proprio un momentacci­o. Lasagna sbaglia tutto, Chiesa entra nelle azioni più pericolose poi si spegne. Berardi ci mette impegno e sfiora il gol, ma ogni tanto sembra riapparire qualche fantasma. In difesa non ci sono problemi e, nell’unica occasione del secondo tempo, Sirigu chiude benissimo su Zimmerman. Il resto è Italia.

GRIFO E IL MILLENNIAL

Non possono riuscire gli stessi sincronism­i della squadra titolare, naturalmen­te. Non sempre in fase offensiva l’esterno alto (Emerson) trova la posizione d’attacco come Biraghi. E poi senza Insigne viene meno il teorico «10» tra le linee. Ma si vede la ricerca del gioco, la voglia di comandare, di fare la partita e questo alla lunga darà risultati. Anche perché è sorprenden­te la capacità di assorbire i nuovi che quest’Italia sta mostrando. Non può essere un caso se Grifo va in campo e, in un secondo, dimentica l’emozione, proponendo­si da esterno e tagliando spessissim­o verso il centro, con personalit­à, buona tecnica, testa giusta. Non può essere un caso se Kean fa il centravant­i di movimento come se giocasse da tanto con Mancini, dettando i lanci, allargando­si a sinistra per aprire spazi, lottando grazie a un fisico che non gli manca. E se Grifo non è neanche titolare nell’Hoffenheim, e Kean ha spiccioli di minuti nella Juve di CR7, bravo Mancini a sceglierli e a puntare su di loro. E poi Politano, fin qui nel giro ma un po’ ai margini, adesso decisivo.

LUCI E OMBRE

Delude l’attacco sperimenta­le con Berardi-Chiesa ai lati di Lasagna

In difesa nessun patema, una sola occasione per gli Usa, Sirigu attento

PERCORSO DI CRESCITA Era cominciato così così il ciclo di Mancini. Qualche errore di valutazion­e, e di sottovalut­azione, ci ha tagliati fuori prima del tempo dalla Nations. Ma negli ultimi due mesi si sono viste situazioni di gioco, idee e personalit­à che mancavano dai tempi di Conte, per non dire di Prandelli. D’altra parte siamo davvero in fase di ricostruzi­one. Adesso dipenderà tanto dal sorteggio per le qualificaz­ioni all’Euro 2020, con il rischio di ritrovarsi la Germania precipitat­a in seconda fascia. Ma chissà che non siano utili sfide a così alto livello per crescere e diventare grandi. Fin da primo giorno Mancini ha detto che il lavoro era in prospettiv­a 2020: a marzo, quando di comincia, dovremo raccoglier­e le idee. E fare l’Italia.

 ??  ?? Azzurri da copertinaM­oise Keane, nato il 28 febbraio del 2000 e Matteo Politano, autore della rete che ha deciso la gara con gli Usa
Azzurri da copertinaM­oise Keane, nato il 28 febbraio del 2000 e Matteo Politano, autore della rete che ha deciso la gara con gli Usa
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 ??  ?? 2 La grande occasione avuta da Leonardo Bonucci, 31 anni, nel primo tempo: la sua conclusion­e da due passi è stata parata dal portiere americano Horvath ● 2 Il gol che ha deciso la partita realizzato da Matteo Politano, 25 anni: per l’esterno dell’Inter quella di ieri era la seconda presenza in Nazionale LAPRESSE/EPA
2 La grande occasione avuta da Leonardo Bonucci, 31 anni, nel primo tempo: la sua conclusion­e da due passi è stata parata dal portiere americano Horvath ● 2 Il gol che ha deciso la partita realizzato da Matteo Politano, 25 anni: per l’esterno dell’Inter quella di ieri era la seconda presenza in Nazionale LAPRESSE/EPA
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