LA GALASSIA MAROTTA UN VALORE PER L’INTER
IL FUTURO MANAGER NERAZZURRO
Dall’amicizia col Real a quella con Raiola: 40 anni di rapporti in dote a Zhang Oggi rientra dalla Cina e va in Lega
Vale in tutti gli ambiti, la credibilità si conquista avvicinando i comportamenti alle parole. Altrimenti non vale. Altrimenti Beppe Marotta non avrebbe mai convinto chi negli anni ha lavorato con lui ricordando semplicemente il suo motto: «Fai al meglio anche le piccole cose». Così fa lui, così è lui. Nel suo portafoglio c’è lo stesso spazio per il Real Madrid e per il Varese. Pardon, per il Varese no, Varese è casa sua, un’eccezione ci dovrà pur essere. Il resto è nella definizione più comune che senti dare di Marotta da chi lo conosce bene: «Difficile non andarci d’accordo». A meno che non sei Claudio Lotito e un giorno te ne esci con una battuta da caserma, allora poi la digestione diventa difficile.
RIFERIMENTI Il Marotta che stamattina rientra da Nanchino in tempo per partecipare al Consiglio di Lega lo fa virtualmente da amministratore delegato per la parte sportiva dell’Inter, con la massima soddisfazione espressa della famiglia Zhang che da lui ha avuto le risposte che cercava. Marotta è nato dirigente, non è definizione sbagliata per uno che a 19 anni era già a capo di un settore giovanile. Qualcosa aggiunge, all’Inter: è un ingrediente che migliora, pur dentro una ricetta di base già ottima. La sua rubrica del telefono è ampia, le relazioni sono solide, l’Italia è una cartina con bandierine puntate ovunque. Con la Juve ha controllato, direttamente e indirettamente, la crescita della maggior parte dei giovani italiani: qualcosa vorrà pur dire. Qualcosa vorrà pur dire se l’Atalanta resta un riferimento per operazioni di mercato e relazioni personali: Umberto Marino, direttore generale dell’Atalanta, era con Marotta alla Sampdoria nella squadra della Champions blucerchiata. Uno pensava, l’altro eseguiva. Poi in campo c’era Antonio Cassano, portato via da Madrid nel 2007 con tanto di stipendio pagato per buona parte dal Real: è la prima grande operazione internazionale di Marotta, che solo due mesi fa è stato premiato miglior manager 2018. E che con il Real Madrid ha più avanti messo in piedi anche l’affare Morata: chissà, magari il gancio tornerà buono per Modric. AMICIZIE Acqua ne è passata, dalle cene di vecchia data con Ariedo Braida, l’amico di sempre, il confidente con cui una volta litigò nell’hotel del mercato, ma era solo un gioco a favore di telecamere e taccuini. Acqua ne è passata da quando Marotta conobbe Giovanni Carnevali, a.d. del Sassuolo: il primo al Monza, l’altro alla Milanese, Beppe testimone di nozze di Giovanni. Di più: l’asse Sassuolo-Juventus è sempre stato un riferimento in tema di mercato, resta da capire se l’asse adesso di sposterà verso Appiano. E non sarebbe un passaggio banale. Di calciatori è persino riduttivo parlare, tanto se lo chiedi a Marotta – magari con un filo di sorpresa – ti sentiresti rispondere Lamberto Zauli, ancor più che Bonucci e Barzagli. Marotta è Maurizio Zamparini, rapporto che magari non tornerà buono all’Inter ma fatevi un giro alla Juve e chiedete di Dybala, altro che storie. Marotta è passato e futuro. È il legame con Rino Foschi e le cene di mercato. È quello con Marina Granovskaia, dirigente del Chelsea, con la quale il feeling è stato ufficializzato nei giorni dell’affare Cuadrado, sotto la regia dell’agente Alessandro Lucci.
ALLEANZA Il campo degli agenti è sconfinato. Beppe Bozzo è l’uomo del Cassano di cui sopra, ma pure quello più «fresco» di Bernardeschi: occhio allora agli incroci futuri. Occhio a Giovanni Branchini, che è stato il passepartout per aprire il fronte Bayern Monaco. Perché Marotta è sinonimo di acquisti (Benatia), ma anche di cessioni, leggi Coman. In sede all’Inter magari comincerà a fare qualche visita Mino Raiola: azioni e reazioni filtrate da Nedved, ma per Paul Pogba basta la parola. Per Tullio Tinti, invece, basta il nome di Pirlo: se l’Inter cerca operazioni a costo zero, ecco l’esempio principe. Marotta è il collante, è la chiave per aprire il più possibile il fronte. È consigliere federale (che resta in carica), è vicepresidente del settore tecnico Figc, è uomo di raccordo. «È uno che ascolta tutti, ma poi ama decidere in prima persona», è l’altro commento ricorrente. È l’uomo che ha scongelato definitivamente i rapporti tra Inter e Juventus, alleanza a prova di ex. Almeno fino a quando non ci sarà un giocatore – o meglio – uno scudetto da contendersi.
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IL NUMERO gli anni di contratto che Marotta firmerà con l’Inter, con un ingaggio di 1,5 milioni più bonus