Questa è l’ItalMancini
Missione 2019: trovare il centravanti
●Difesa sicura, a centrocampo Verratti, Jorginho e la sorpresa Sensi. Pochi gol. I promossi e i rimandati
Aggressiva e con personalità, offensiva ma sciupagol, con una formazione titolare ma senza un’idea di chi sarà il «nove». L’Italia di Roberto Mancini è nata. Ha una precisa identità di gioco, il 4-3-3, con interessanti varianti tattiche: il doppio play, il «tridente rotante» in attesa di un centravanti all’altezza, il WM con il quadrilatero di centrocampo. Una squadra che ha carattere (due gol decisivi nel recupero), facilità di assorbimento di giovani e deb, ma un problema serio: il gol. Non solo per colpa del centravanti, tutto il gran lavoro non viene finalizzato. È presto per le scelte, ma il c.t. ha già un’idea di chi fa parte del gruppo, chi dev’essere rivisto e chi può entrare.
PROMOSSI Capitolo portiere: l’atterraggio sul pianeta del dopo Buffon è stato morbido. Mancini non ha bocciato Perin (aveva un problema fisico), stima Cragno e vuole vedere Meret, ma Donnarumma e Sirigu hanno stabilizzato le loro posizioni: 90’ quasi da spettatori, ma con una paratona a testa salvarisultato. Danno fiducia Bonucci e Chiellini, sempre più coppia titolare: il vicecapitano da tempo è solido anche psicologicamente (ha reagito bene anche ai fischi), il capitano è in fase di seconda giovinezza. Non si è visto il miglior Florenzi ma ha fatto il suo, e suo sembra anche il posto di laterale destro. A centrocampo, palette alte per tutti: anche Pellegrini che ha giocato pochi minuti ma buoni contro il Portogallo. Barella era già una certezza, ma la compagnia di qualità lo fa sentire più a suo agio tecnicamente, e libero a livello di movimenti, rispetto al Cagliari. Sensi è stato la sorpresa positiva di Genk: duttilità (nasce play, nel Sassuolo si sta riscoprendo interno), dinamismo, idee chiare. Un altro buon «accompagnatore» per Verratti e Jorginho, ormai coppia di diritto: sono fatti per completarsi a vicenda e per consentire all’altro di ottimizzare le energie. All’anemia realizzativa si è ribellato Politano, prezioso perché resta un’alternativa sulle fasce ma ama andare in mezzo come piace a Mancini. Di Grifo parliamo a parte, le altre certezze sono Insigne e Chiesa: il napoletano è intoccabile, solo lui è perfetto per fare da quarto lato del «quadrato» che ha mandato ai matti i portoghesi. Idem Chiesa: unicità nell’imprevedibilità, a quella velocità i suoi strappi non sono quasi mai leggibili. Gli mancano un po’ di continuità nei 90’ e una mira migliore, anche se non sarà mai un bomber. Promossi naturalmente gli assenti Bernardeschi e Romagnoli.
DA RIVEDERE Quelli che avranno un’altra chance. Cominciando dal «millennial» Kean, doti tecniche e fisiche, movimenti da prima e seconda punta. Con il potenziale che ha, pure Berardi dovrebbe fare sfracelli: può giocare in tutti i ruoli d’attacco, manca ancora il salto mentale. Biraghi si mostra più affidabile di Emerson che con gli Usa non ha convinto del tutto: nel loro ruolo va atteso Spinazzola. Anche Gagliardini, nel 43-3 in cui è mezzala, è recuperato alla causa. Acerbi e De Sciglio sono sempre utili, mentre Rugani è a un bivio sia nell’Italia sia nella Juve: non gioca mai. Infine Immobile e Lasagna, i centravanti che hanno deluso. Il laziale si trova bene solo nel 4-3-3 da contropiede, lontanissimo da quello di manovra di Mancini, e soffre la maglia azzurra. Lasagna è più giovane, si dà da fare ma sbaglia. Sono entrambi in bilico.
IN STAND BY Soprattutto tre, tutti potenziali titolari: sulle fasce Conti e Spinazzola, reduci da infortuni; Balotelli che sarebbe il 9 se solo recuperasse fisico e testa. Più Belotti che chiederà al Torino il nuovo passaporto azzurro. Pavoletti merita di essere testato, a Caldara va data un’occasione con Bonucci o Chiellini a proteggerlo come era stato per Romagnoli. Sperano tutti, viste le porte aperte. Tra i giovani Tonali, Zaniolo, Pellegri. Dall’Under 21 Mandragora e Mancini. Tra i «dimenticati» dal campionato El Shaarawy, Verdi, Cristante, Benassi, Baselli e Zaza (ma deve ritrovarsi). Più Gabbiadini che resta nei radar del c.t. Mancini.
LE SCELTE Buone notizie dalla nouvelle vague: Barella e Chiesa ormai sono certezze
Altre opportunità per i «millennial» e, in attacco, per Belotti e Pavoletti