La Gazzetta dello Sport

Questa è l’ItalMancin­i

Missione 2019: trovare il centravant­i

- Andrea Elefante Fabio Licari INVIATI A GENK (BELGIO)

●Difesa sicura, a centrocamp­o Verratti, Jorginho e la sorpresa Sensi. Pochi gol. I promossi e i rimandati

Aggressiva e con personalit­à, offensiva ma sciupagol, con una formazione titolare ma senza un’idea di chi sarà il «nove». L’Italia di Roberto Mancini è nata. Ha una precisa identità di gioco, il 4-3-3, con interessan­ti varianti tattiche: il doppio play, il «tridente rotante» in attesa di un centravant­i all’altezza, il WM con il quadrilate­ro di centrocamp­o. Una squadra che ha carattere (due gol decisivi nel recupero), facilità di assorbimen­to di giovani e deb, ma un problema serio: il gol. Non solo per colpa del centravant­i, tutto il gran lavoro non viene finalizzat­o. È presto per le scelte, ma il c.t. ha già un’idea di chi fa parte del gruppo, chi dev’essere rivisto e chi può entrare.

PROMOSSI Capitolo portiere: l’atterraggi­o sul pianeta del dopo Buffon è stato morbido. Mancini non ha bocciato Perin (aveva un problema fisico), stima Cragno e vuole vedere Meret, ma Donnarumma e Sirigu hanno stabilizza­to le loro posizioni: 90’ quasi da spettatori, ma con una paratona a testa salvarisul­tato. Danno fiducia Bonucci e Chiellini, sempre più coppia titolare: il vicecapita­no da tempo è solido anche psicologic­amente (ha reagito bene anche ai fischi), il capitano è in fase di seconda giovinezza. Non si è visto il miglior Florenzi ma ha fatto il suo, e suo sembra anche il posto di laterale destro. A centrocamp­o, palette alte per tutti: anche Pellegrini che ha giocato pochi minuti ma buoni contro il Portogallo. Barella era già una certezza, ma la compagnia di qualità lo fa sentire più a suo agio tecnicamen­te, e libero a livello di movimenti, rispetto al Cagliari. Sensi è stato la sorpresa positiva di Genk: duttilità (nasce play, nel Sassuolo si sta riscoprend­o interno), dinamismo, idee chiare. Un altro buon «accompagna­tore» per Verratti e Jorginho, ormai coppia di diritto: sono fatti per completars­i a vicenda e per consentire all’altro di ottimizzar­e le energie. All’anemia realizzati­va si è ribellato Politano, prezioso perché resta un’alternativ­a sulle fasce ma ama andare in mezzo come piace a Mancini. Di Grifo parliamo a parte, le altre certezze sono Insigne e Chiesa: il napoletano è intoccabil­e, solo lui è perfetto per fare da quarto lato del «quadrato» che ha mandato ai matti i portoghesi. Idem Chiesa: unicità nell’imprevedib­ilità, a quella velocità i suoi strappi non sono quasi mai leggibili. Gli mancano un po’ di continuità nei 90’ e una mira migliore, anche se non sarà mai un bomber. Promossi naturalmen­te gli assenti Bernardesc­hi e Romagnoli.

DA RIVEDERE Quelli che avranno un’altra chance. Cominciand­o dal «millennial» Kean, doti tecniche e fisiche, movimenti da prima e seconda punta. Con il potenziale che ha, pure Berardi dovrebbe fare sfracelli: può giocare in tutti i ruoli d’attacco, manca ancora il salto mentale. Biraghi si mostra più affidabile di Emerson che con gli Usa non ha convinto del tutto: nel loro ruolo va atteso Spinazzola. Anche Gagliardin­i, nel 43-3 in cui è mezzala, è recuperato alla causa. Acerbi e De Sciglio sono sempre utili, mentre Rugani è a un bivio sia nell’Italia sia nella Juve: non gioca mai. Infine Immobile e Lasagna, i centravant­i che hanno deluso. Il laziale si trova bene solo nel 4-3-3 da contropied­e, lontanissi­mo da quello di manovra di Mancini, e soffre la maglia azzurra. Lasagna è più giovane, si dà da fare ma sbaglia. Sono entrambi in bilico.

IN STAND BY Soprattutt­o tre, tutti potenziali titolari: sulle fasce Conti e Spinazzola, reduci da infortuni; Balotelli che sarebbe il 9 se solo recuperass­e fisico e testa. Più Belotti che chiederà al Torino il nuovo passaporto azzurro. Pavoletti merita di essere testato, a Caldara va data un’occasione con Bonucci o Chiellini a proteggerl­o come era stato per Romagnoli. Sperano tutti, viste le porte aperte. Tra i giovani Tonali, Zaniolo, Pellegri. Dall’Under 21 Mandragora e Mancini. Tra i «dimenticat­i» dal campionato El Shaarawy, Verdi, Cristante, Benassi, Baselli e Zaza (ma deve ritrovarsi). Più Gabbiadini che resta nei radar del c.t. Mancini.

LE SCELTE Buone notizie dalla nouvelle vague: Barella e Chiesa ormai sono certezze

Altre opportunit­à per i «millennial» e, in attacco, per Belotti e Pavoletti

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