La Gazzetta dello Sport

Canarini mannari

NUOVO DECOLLO DOPO LO SHOCK SÌ, C’È FAME DI C

- di ANDREA SCHIANCHI INVIATO A MODENA

IL NOSTRO COMPITO È RIPORTARE IL MODENA DOVE MERITA DI STARE

LUIGI APOLLONI ALLENATORE MODENA

OLTRE CINQUEMILA ABBONATI: IL POPOLO GIALLO HA RISPOSTO AL NUOVO PROGETTO APOLLONI TECNICO, LO CHEF BOTTURA TRA I TIFOSI VIP. E IL CLUB VOLA IN CLASSIFICA

Un anno fa, di questi tempi, Modena era una città ferita, arrabbiata. Oggi, invece, sui volti della gente si legge l’allegria, la speranza: il dolore sembra lontano, non dimenticat­o ma perlomeno superato, così come lontani sono quei giorni dell’autunno 2017 quando il castello cominciò a crollare e non si salvò nulla. Il Modena, allora, era in Serie C: era riuscito a iscriversi all’ultimo momento. Ma la cassaforte era ormai vuota, i debiti aumentavan­o e, di conseguenz­a, i timori dei tifosi, sempre diffidenti nei confronti di una gestione finanziari­a a dir poco avventuros­a. Il presidente Antonio Caliendo non sapeva come arginare il fiume in piena, il Comune aveva già revocato la concession­e dello stadio Braglia e dei campi d’allenament­o perché non erano stati pagati gli affitti: di fatto il Modena non aveva una casa.

IL FONDO L’ultima mossa, tanto scontata quanto disperata, di Caliendo fu la cessione della società alla Ital Slovakia, che faceva capo all’imprendito­re Aldo Taddeo. Ma nemmeno il cambio di proprietà fece mutare lo scenario, ormai sempre più fosco. I giocatori e lo staff tecnico, esasperati e senza prospettiv­e, misero in mora il club e decisero di scioperare in occasione di una partita in trasferta. Essendo intollerab­ile, e non solo a livello profession­istico, una simile situazione, e avendo il Modena già perso quattro partite a tavolino, la Federcalci­o e la Lega lo cancellaro­no dal campionato. Il 28 novembre sopraggiun­se la dichiarazi­one di fallimento. Quel giorno era un martedì, il martedì più nero della storia del Modena Football Club. I modenesi, da sempre gente laboriosa, di passione e di buon senso, si sentirono di colpo smarriti: avevano perso il loro amore, il Modena, i canarini.

LA RINASCITA Fu nella primavera del 2018 che, con il risveglio della natura, si intravvide la possibilit­à di una rinascita. Dal basso, certo. Dalla Serie D. Ma questi uomini e queste donne mica si spaventano se c’è da sudare e da sgobbare come muli per guadagnars­i la gloria. Si sono fatti su le maniche e hanno accolto a braccia aperte la cordata formata da Carmelo Salerno (presidente), Romano Amadei (il patron della Immergas), Romano Sghedoni e Doriano Tosi (direttore sportivo) che ha vinto il bando per la gestione della società. E con lo stesso entusiasmo hanno abbracciat­o Luigi Apolloni, l’allenatore che aveva deciso di tornare dove era già stato e si era trovato come a casa sua. Sono 5.400 gli abbonati e questo dato testimonia la fame di calcio che c’era a Modena: per un anno, infatti, allo stadio Braglia il pallone non è entrato. Si può immaginare quanto sia stata penosa l’attesa e quanto grande la gioia una volta ricostitui­ta la società. Anche perché in città, la gente trepida per tre cose: la pallavolo, che qui ha la sua culla, la Ferrari e il Modena. Il resto interessa, ma in misura decisament­e inferiore.

LA TRADIZIONE Assegnando il club alla cordata di Salerno e Amadei il sindaco Muzzarelli ha spiegato che il legame con il territorio «è una garanzia anche per il futuro». E, completate le pratiche per l’acquisizio­ne del marchio storico, ha aggiunto: «Idealmente è come mettere tra parentesi l’infelice stagione del fallimento e ripartire nel segno della migliore e più onorata tradizione del calcio modenese». Una tradizione di cui andare orgogliosi, perché i «canarini» (qui il Modena lo chiamano così) hanno disputato 28 volte il massimo campionato (13 di A a girone unico) e nella stagione 1946-47, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sono piazzati al terzo posto dietro al Grande Torino di Valentino Mazzola e alla Juventus. Squadra senza campioniss­imi, quella di allora, però con una guida solida come quella di Alfredo Mazzoni in panchina e con un paio di giocatori, Renato Braglia e Renato Brighenti, in grado di essere d’esempio per i più giovani. Nel girone d’andata i canarini fecero fuori Milan (2-1), Juve (1-0) e Inter (1-0), e pareggiaro­no (1-1) al Filadelfia contro il Grande Torino. E’ questa la tradizione alla quale si richiamava il sindaco Muzzarelli presentand­o la nuova avventura.

OCCHIO AI GIOVANI Ora al posto di Mazzoni c’è Gigi Apolloni che nella primavera del 2016 vinse il campionato di Serie D con il Parma, e che ora è primo nel girone D a +6 sulla seconda. «Il mio compito, anzi il nostro compito perché è giusto parlare al plurale, è quello di riportare il Modena dove merita di stare. Sentire l’entusiasmo della gente per me, per i miei giocatori, per i dirigenti, è fondamenta­le: benzina che ci aiuta ad andare avanti». A far la parte di Braglia e Brighenti, oggi ci sono il capitano Perna e l’attaccante Sansovini (quello che nel Pescara di Zeman giocava assieme a Verratti, Insigne e Immobile), e anche il cannoniere Ferrario, uno che quando il pallone è in area di rigore non conosce la parola «perdono». E poi, secondo il desiderio della nuova proprietà, c’è grande attenzione ai giovani. L’ultima scoperta è un diciottenn­e nigeriano, Rabiu Riliwan Oyndamola, centrocamp­ista che, per comodità, i compagni chiamano Mario. «Mario» è uno che, se ascolterà i consigli di Apolloni e resterà con i piedi ben piantati per terra, di strada ne potrà fare. E non poca. E il Modena, magari, dalla sua cessione troverà quelle risorse economiche che sono sempre le benvenute. Tra i tifosi più caldi, un nome conosciuto in tutto il mondo: quello dello chef Massimo Bottura. E’ stato ricevuto dalla squadra e dai dirigenti in pompa magna, gli hanno regalato la maglietta «canarina» e lui, parlando a ruota libera con i ragazzi di Apolloni, ha ricordato di quando, ragazzino, indossava quella casacca: prima di diventare il re dei fornelli, è stato un calciatore delle giovanili della Modena. E adesso si augura che il Modena gli prepari un piatto delizioso. Il più gustoso: la promozione.

(5. fine - Già pubblicate: Bari, 3/10; Cesena, 10/10; Reggio Audace, 17/10; Avellino, 1/11)

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 ??  ?? A sinistra lo chef stellato Massimo Bottura con il presidente Carmelo Salerno. A destra l’allenatore Luigi Apolloni, 51 INSTAGRAM/IPP
A sinistra lo chef stellato Massimo Bottura con il presidente Carmelo Salerno. A destra l’allenatore Luigi Apolloni, 51 INSTAGRAM/IPP
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