La Gazzetta dello Sport

L’ultima recita di Alonso Tra vittorie e rimpianti è entrato nella storia

●Domenica l’addio ai GP di Fernando, grande pilota: ha trionfato con la Renault, litigato in McLaren e sfiorato la gloria con la Ferrari

- Luigi Perna INVIATO A ABU DHABI

«Da quando ho deciso che mi sarei ritirato, ogni gara è diventata una celebrazio­ne». Per Fernando Alonso è arrivata l’ultima. In Messico avevano organizzat­o una “fiesta” indossando le maschere con il suo volto e ad Abu Dhabi ci sarà il momento più toccante, sulla stessa pista dove quattro anni fa aveva chiuso la tormentata storia d’amore con la Ferrari versando altre lacrime. Fernando ha vinto due Mondiali sulla Renault nel 2005-2006 ponendo fine al regno di Michael Schumacher, ne ha sfiorati altrettant­i con la rossa arrivando a giocarsi il titolo fino in fondo e ha vissuto gli ultimi 4 campionati soffrendo al volante di una McLaren non competitiv­a. Perciò a 37 anni ha scelto di lasciare i GP.

PASSIONE Lo aspettano la 500 Miglia di Indianapol­is 2019, l’assalto alla Tripla Corona conquistat­a dal solo Graham Hill, il ritorno alla 24 Ore di Le Mans con la Toyota dopo il trionfo di quest’anno, probabilme­nte un’altra esperienza nella 24 Ore di Daytona e poi chissà magari anche un’avventura nella serie americana Nascar, dove lo chiama il suo amico pluricampi­one Jimmie Johnson. Qualsiasi cosa possa soddisfare la sua inestingui­bile voglia di corse e di emozioni forti. Ma l’addio alla Formula 1 non è stato e non sarà indolore, per il campione spagnolo.

SLIDING DOORS La sua carriera è stata un susseguirs­i di “porte scorrevoli”. Chissà che cosa sarebbe successo se non avesse lasciato la McLaren nel 2007, dopo una sola stagione, sentendosi tradito dalla predilezio­ne del team e di Ron Dennis per l’allora esordiente Lewis Hamilton. Chissà come sarebbero andate le cose se alla fine del 2014 avesse deciso di restare alla Ferrari, invece di dare un’altra brusca sterzata al suo destino. In fondo aveva ancora due anni di contratto e sul tavolo c’era la proposta di un rinnovo “a vita” fino al 2019, ma la richiesta di avere voce in capitolo nella scelta dei tecnici e di inserire clausole di uscita se la monoposto non fosse stata competitiv­a (oltre a un sostanzios­o ritocco dell’ingaggio) spinsero il Cavallino a cercare Sebastian Vettel per prendere il suo posto.

TRATTATIVE In quel frangente Alonso provò a cambiare in meglio. Il suo manager Flavio Briatore, quello che lo aveva preso dalla scuola di Giancarlo Minardi (che l’aveva fatto esordire in F.1 nel 2001) e guidato ai trionfi Renault, sondò la possibilit­à di uno scambio con Hamilton per passare alla Mercedes nel 2015. Ma le porte del team di Toto Wolff rimasero chiuse. Poi, tornato alla McLaren per mancanza di alternativ­e, lo spagnolo riprese le stesse trattative nel 2016, però Wolff scelse di non rompere il patto di fiducia con Lewis. A un certo punto Alonso ha “flirtato” anche con la Red Bull, ma questa pista non è stata mai concreta, vista la filosofia dello sponsor rivolta ai giovani. E per finire, da quanto trapela, avrebbe tentato un ritorno clamoroso alla Ferrari sia l’anno scorso sia quest’anno, facendo il primo passo. Nel 2017 era in scadenza il contratto di entrambi i piloti, in particolar­e quello di Sebastian Vettel, poi rinnovato fino al 2020. Mentre in questa stagione ballava il sedile di Kimi Raikkonen, al cui posto è stato però promosso dal vivaio il baby Charles Leclerc. PATRIMONIO D’altra parte, riprendere Alonso sarebbe stata una scelta di rottura. Molto difficile, considerat­i i rapporti in cui si era lasciato alla fine della stagione 2014 con la scuderia di Maranello. Questo finale di carriera, non privo di rimpianti, è anche la conseguenz­a del suo carattere e di scelte poco avvedute che lo hanno messo in un vicolo cieco, facendogli raccoglier­e meno di quanto avrebbe meritato. Resta un peccato. Fernando è un patrimonio della Formula 1, e i primi a saperlo sono i padroni americani di Liberty Media, che infatti non avrebbero voluto perderlo. FUTURO Così lo spagnolo ci ha messo una pietra sopra, senza risparmiar­e polemiche (e frustrazio­ni) verso un mondo che non premia il merito. Nel 2019 continuerà a correre con la Toyota nel Mondiale Endurance, dove è in corsa per il titolo (che si assegna con la 24 Ore di Le Mans in giugno), cercando di definire il suo futuro. Resta ancora fra i più forti, intelligen­te e dotato di una visione di gara come pochi. Un guerriero capace di lottare nella mischia con un’intensità straordina­ria e di mettere in soggezione i rivali con il suo carisma. Di certo mancherà.

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MONDIALI

I Mondiali vinti da Alonso, nel 2005 e nel 2006 in Renault. In Ferrari è stato 3 volte secondo

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Fernando Alonso, 37 anni: 32 vittorie, 22 pole e 23 giri veloci in F.1 GETTY

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