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Metti un Marotta a Milano. Il luogo, decisamente, gli è familiare. Più di Shanghai, più di Nanchino, dove ha preso forma definita il suo futuro interista. I tempi fanno segnare un certo anticipo. L’aereo dalla Cina con cui atterra a Malpensa appoggia le ruote mezz’ora prima rispetto al piano di volo. E, soprattutto, la giornata milanese arriva con circa tre settimane di anticipo rispetto al conferimento della carica ufficiale. Del resto, ormai il dado è tratto, la decisione presa, da metà dicembre Giuseppe Marotta sarà il nuovo amministratore delegato, col compito chiaro di far salire un altro gradino all’Inter gestione Suning. In Italia sarà attacco alla Juve, in Europa consolidamento nell’élite.
IN CINA Là, in Cina, ha lasciato Steven Zhang, atteso all’inaugurazione del Salone del Mobile di Shanghai, manifestazione legata a quella milanese. E quando c’è da legare il paese del Dragone con la città del Duomo, Suning è sempre in prima linea. Qui, in Italia, Marotta
ha trovato ad attenderlo, alle 6.45 del mattino, telecamere e microfoni. Nonostante il fuso e la notte in aereo li ha dribblati con un «Tutto positivo» e non ha commentato oltre, difendendo con lo stesso «catenaccio» anche nel resto della giornata. Del resto, il contratto ancora non è stato firmato, le dichiarazioni non possono essere ufficiali e in serata dirà: «Parleremo più avanti». IN LEGA Se non è ancora il tempo delle parole, è già quello di passare ai fatti: qualche ora dopo l’arrivo a Malpensa Marotta era a pranzo con Lotito, Antonello e il presidente di Lega Micciché. Nessun tuffo nel mercato prossimo venturo, trattavasi di impegno informale e fissato in precedenza, antipasto del Consiglio di Lega. Dall’Antica trattoria della Pesa, zona Garibaldi, specialità milanesi (già una full-immersion) Marotta si è poi spostato negli uffici di Lega. Lo ha fatto in auto con l’a.d. interista Antonello: da una parte l’arrivo congiunto sottolinea come ormai non ci sia più nulla da nascondere, dall’altra è un anticipo di un impegno che sarà sempre più fianco a fianco. La nuova struttura prevede infatti il doppio a.d (sportivo e finanziario). Marotta poi collaborerà con il d.s. Ausilio e il c.f.o.o. Gardini: il suo lavoro e le sue competenze si aggiungeranno a quelle dello staff attuale. In Cina, oltre al prossimo organigramma, è stato definito anche il contratto di Marotta, un triennale da 1,5 milioni a stagione, più cospicui bonus. Insomma, tutto è definito, ma l’annuncio non è imminente: se ne parlerà intorno al 15 dicembre, qualche giorno prima o qualche giorno dopo. Intanto iniziano già ad accoglierlo: non solo Antonello, ma anche Asamoah: «Sarà un piacere lavorare con lui, ha grande personalità. E’ già stato il mio direttore per sei anni».
IN CITTÀ Per ora Marotta pianifica il suo futuro milanese: in città non è certo sperduto. A Milano ha già casa, a metà strada fra il Duomo e il quadrilatero della Moda. Negli anni di mercato quella è spesso stata la zona in cui il Marotta juventino, ma anche doriano, sceglieva gli alberghi in cui risiedere nei periodi più caldi delle trattative. Milano, per qualche settimana l’anno, era il campo in cui giocava «in trasferta», ma su un terreno già amico. Ora quella zona, in cui c’è anche la sede nerazzurra (almeno fino al prossimo trasloco nel nuovo quartiere di Porta Nuova) diventerà la sua riserva di caccia. Caccia alla Juve, caccia all’Europa che conta.