La Gazzetta dello Sport

GENOA-SAMPDORIA UNDICI CARTOLINE DAL PONTE SPEZZATO

Da Bizzarri a Mantovani jr: parola ai genovesi. La proposta: «Fermiamoci al minuto 43 per ricordare le 43 vittime»

- GRIMALDI, VERNAZZA

Genova non è più la stessa, il 14 agosto è stato l’11 settembre dei genovesi e resterà come data miliare nella storia della città. Il crollo del ponte Morandi, con i suoi 43 morti, ha segnato un prima e un dopo. Oggi Genova vive la fase del «durante», aspetta la ricostruzi­one del viadotto - infrastrut­tura fondamenta­le per il porto e per la mobilità della Liguria e del Nord-Ovest -, soffre per il traffico e per i ritardi, ma tiene botta. C’è chi guarda il bicchiere mezzo pieno e pensa che sulle macerie di una tragedia si possa, anzi si debba progettare una nuova idea di futuro. E c’è chi si concentra sulla metà vuota e subisce lo sconforto del presente, i suoi disagi.

PRIMA VOLTA Domenica a Marassi si giocherà il primo derby senza il ponte e così siamo andati a sondare l’umore di Genova. Abbiamo messo insieme una squadra di undici genovesi. Alcuni sono genoani, altri sampdorian­i, ma non è questo il punto. Tutti amano Genova, molti ci vivono. Abbiamo chiesto loro di trovare un filo tra campo e realtà. Dieci sono volti più o meno noti della città e/o del Paese. L’undicesimo è un ragazzo ed è forse il più importante di tutti. Gregorio, così si chiama, vivrà il futuro più lontano, vedrà Genova come noi non possiamo immaginare. Lui e i ragazzi della sua generazion­e potranno dire di esserci stati, la mattina del 14 agosto 2018. Saranno i testimoni di un tempo sbagliato. Godranno di un mondo, si spera, in cui i ponti non crollerann­o più.

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