La Gazzetta dello Sport

Dai banchi alla cattedra Come corrono Inzaghi e Gattuso È sfida Champions

●Insieme a Coverciano 4 anni fa, poi il salto: arrivano a Lazio-Milan con medie punti da big

- Stefano Cieri Marco Pasotto

Ci sono Cutrone, Sensi e Barella, certo. La nuova generazion­e del nostro calcio. Ma fermarsi ai giocatori sarebbe riduttivo. Domenica sera per esempio all’Olimpico si sfideranno due degli allenatori più giovani e promettent­i del torneo. Rino Gattuso e Simone Inzaghi, rispettiva­mente 40 e 42 anni, sono preceduti anagrafica­mente solo da De Zerbi, che ne ha 39. Eccole, le nuove leve dei docenti di tattica che fanno ben parlare di sé. Rino e Simone, per forza di cose, si sono incrociati poco sul campo, ma si stimano e si conoscono da tempo. Intanto perché Simone è il fratellino di Pippo, e poi perché hanno frequentat­o insieme il corso Master Uefa Pro a Coverciano nell’anno scolastico 2013-14. Evidenteme­nte hanno studiato parecchio e con profitto, se è vero che ora si sfidano per un posto in Champions e possono vantare la terza (Inzaghi) e la quarta (Gattuso) media punti a partita degli attuali allenatori di A. Chiariamo subito: il dato va preso con mille cautele perché è ovvio che con sole 36 panchine, tutte col Milan, per Gattuso è molto più facile aver macinato punti rispetto a chi ha allenato in club più piccoli e magari ha centinaia di partite in più. Può quindi essere considerat­o solo un giochino, ma comunque indicativo: chi non funziona fa pochi punti, a prescinder­e dalla squadra che allena. Ebbene, Rino (1,81 punti a gara) e Simone (1,85) sono preceduti solo da Allegri (2,02) e Ancelotti (1,97), e attenzione al faccia a faccia di dopodomani: se il Milan tornasse da Roma con la vittoria, strappereb­be – questione di centesimi – il bronzo dal collo di Inzaghi.

ONDE Fra pochi giorni Gattuso compirà un anno di Milan. E’ stato al timone di una barca che ha navigato a lungo con la bonaccia assoluta, in una sorta di bolla magica da cui sembrava non voler uscire mai. Poi il mare ha iniziato a gonfiarsi, c’è stata un’onda anomala che lo ha quasi scaraventa­to giù dal ponte di comando, ma Rino è riuscito a restare aggrappato al timone. Sotto la sua gestione, nello scorso campionato, il Milan ha registrato un quarto posto virtuale (dietro Juve, Napoli e Roma) che significa andatura Champions. Il Milan con lui ha riscoperto il gusto di vincere contro le big e, a tratti, ha esibito un calcio divertente. Certo, ha commesso anche errori, alcuni dei quali evidenti. In alcuni cambi, nella preparazio­ne mentale ad alcune partite, nella difficoltà di reagire tatticamen­te alle mosse avversarie lungo la partita. Rino può piacere o meno, ma ha messo a tacere chi sosteneva che non potesse allenare il Milan. Dopodomani la sfida è con Inzaghi II, che l’anno scorso ha battuto in casa in campionato ed eliminato dalla Coppa Italia all’Olimpico.

NELLA STORIA A Simone quindi gli stimoli non mancherann­o. Anche per difendere la lussuosa media punti. Che avesse la tendenza a macinarne lo dimostrò subito: in quelle sette partite affrontate da traghettat­ore nella parte conclusiva del campionato 2015-16, quando fu chiamato a sostituire Pioli. E fu proprio questa capacità (quella di ottenere spesso il massimo) a instillare in Lotito il dubbio che fosse proprio lui

l’allenatore giusto per la Lazio. Dubbio che divenne certezza dopo il pasticcio-Bielsa dell’estate successiva. Novantacin­que partite dopo (di campionato), quella media di 1,85 punti a gara lo pone anche ai vertici della storia del suo club. Soltanto l’allenatore del secondo scudetto, Eriksson, è infatti riuscito ad avere una media migliore. Ma di poco: 1,89. E intanto Inzaghi si è già messo dietro l’altro allenatore scudettato della storia laziale, Tommaso Maestrelli, fermo a 1,71.

TUTTO O NULLA Va detto che la Lazio di Simone cerca sempre la vittoria, senza accontenta­rsi dei pareggi. Così si spiegano le molte sconfitte con le big. Ma, quando va bene, ecco arrivare vittorie storiche, come quella dello scorso anno allo Stadium torinese. E che questa Lazio sia una squadra senza mezze misure lo dimostra anche il dettaglio delle 95 partite con Inzaghi in panca. Ben 53 le vittorie, 25 le sconfitte e appena 17 i pareggi. L’ultimo dei quali, quello col Sassuolo, è stato anche il primo della stagione. Se fosse stato diverso, Inzaghi avrebbe ottenuto sicurament­e qualche pareggio in più e qualche sconfitta in meno. Ma quei pareggi in più avrebbero anche significat­o qualche vittoria in meno. E alla fine la media punti sarebbe stata inferiore.

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 ??  ?? Rino Gattuso, 40 anni, allenatore del Milan da novembre 2017, e Simone Inzaghi, 42, tecnico della Lazio da aprile 2016 CANONIERO
Rino Gattuso, 40 anni, allenatore del Milan da novembre 2017, e Simone Inzaghi, 42, tecnico della Lazio da aprile 2016 CANONIERO

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