Scatta l’ora delle offerte: 50 affari in saldo per evitare la bagarre di gennaio
● Sei mesi a 3 milioni di ingaggio compatibili col Fair play. Zlatan ribadisce: «Decido io per la mia carriera»
C’è ancora tempo davanti per perdersi con l’Harley Davidson tra le colline di Los Angeles, figuriamoci per tornare a Malmo, la tappa che Ibra ha scelto per chiudere la carriera. Zlatan cerca nuove sfide e che siano il più possibile competitive. Il campione ha bisogno di altra adrenalina e altri record. Anche in Mls, come però era facilmente prevedibile, Ibrahimovic ha lasciato il segno: è suo il gol più bello del campionato, un pallonetto da quasi quaranta metri, e con 22 gol in 27 partite è secondo solo a Josef Martinez, che ne ha giocate 36. Un contributo notevole ma insufficiente a qualificare la squadra ai playoff: pazienza, il pianeta di Ibra «è un altro pianeta e si chiama Zlatan Planet» come ha precisato ieri lui stesso. Non significa che sia un egoista, anzi: interviene se c’è bisogno, altrimenti basta la sua presenza. E al Milan che difetta di personalità può essere molto utile: Higuain non si lamenterebbe mai, come invece fa oggi, se a sbagliare un appoggio fosse Ibrahimovic. E Cutrone troverebbe meno spazio in campo ma potrebbe rubarne i segreti in allenamento.
FAIR PLAY Oltre alle ragioni tecniche la società valuta quelle economiche: Leonardo ha trattato con Raiola trovando la disponibilità della controparte ad accettare un contratto di soli sei mesi. Lo stipendio garantito è di tre milioni di euro netti, lontano da quello dei tempi d’oro ma sempre di più di quanto percepito a Los Angeles: un milione e mezzo più sponsor personali, lontanissimo dall’ingaggio che Toronto versa a Giovinco. Tra «le tante squadre europee interessate», altra confidenza di Zlatan, non sembra esserci qualcuno disposto a offrire molto di più. Milano inoltre esercita ancora un grande fascino su tutta la famiglia Ibrahimovic, al contrario di altre città. La vera limitazione potrebbe arrivare dal Fair play finanziario, se davvero il Milan fosse costretto a una serie di ristrettezze economiche. Vero che l’Ibra-bis sarebbe eccezionalmente un colpo low-cost, ma è anche vero che al momento la squadra ha bisogno di rinforzarsi in altri reparti. I buoni rapporti che intercorrono tra l’agente e la nuova società permettono di vivere in serenità queste settimane: il dialogo non è mai mancato e non mancherà.
TRASCINATORE A trentasette anni, nonostante la grande autostima, anche Ibrahimovic riconoscerà di non essere più quello di un tempo. C’è una caratteristica che però resta intramontabile, ed è il carisma. Per questo l’a.d. che lo accolse nei tempi migliori, Galliani, benedice il possibile ritorno. Così a Rai Radio 1 Sport: «Sono legato a lui, andai a prenderlo io e insieme ci siamo tolti delle soddisfazioni. È un giocatore straordinario e un trascinatore per i compagni. Anche lui, come CR7, farebbe bene al nostro campionato». In altre interviste a Sport e BBC il trascinatore è tornato a raccontarsi: «Le sfide non le ho mai rifiutate, l’ultima è stata lo United. Una volta infortunato mi sono detto: “Non chiuderò qui, voglio tornare come prima”. Non è stata Los Angeles a scegliere me, ma io a scegliere lei, come faccio sempre. Alla Juve ho capito cosa significa una big: Capello mi urlava di continuo, ero stanco e voleva che continuassi ad allenarmi sui tiri coi ragazzi delle giovanili». AP
GIOCATORE STRAORDINARIO E TRASCINATORE PER I COMPAGNI ADRIANO GALLIANI EX A.D. MILAN
LA SITUAZIONE Lo svedese è la grande occasione ma al club servono prima altri rinforzi Dialogo fitto nelle prossime settimane
NON HO MAI RIFIUTATO LE SFIDE, DALLA JUVE ALLO UNITED
NON È STATA LOS ANGELES A SCEGLIERE ME, MA IO A SCEGLIERE LEI ZLATAN IBRAHIMOVIC ATTACCANTE L.A. GALAXY