ALONSO HA REGALATO LA SPAGNA ALLA F.1
«Se ci fosse stato Alonso su questa Ferrari avrebbe vinto il Mondiale»: nelle ultime settimane, dopo la serie davvero impressionante di errori compiuti da Sebastian Vettel, si è sentito spesso ripetere questo discorso nel paddock. Una affermazione che è il termometro della considerazione di cui gode ancora lo spagnolo nel Mondiale. E allora perché per lui non c’è più spazio in F.1? Non certo per la carta di identità, visto che Kimi Raikkonen compirà 40 anni in pista; il fatto è che Alonso è caratterialmente divisivo. La sua travagliata annata alla McLaren, accanto all’astro nascente Lewis Hamilton nel 2007 e la fase finale della sua quinquennale esperienza in Ferrari gli hanno appiccicato addosso l’etichetta di «piantagrane». In realtà, consapevole del proprio talento, Fernando si è sempre sentito un leader e come tale si è comportato, arrivando a suggerire l’ingaggio di tecnici fidati e ha spesso parlato dicendo quello che pensava. Con buona pace del politicamente corretto che i team predicano ai propri dipendenti.
Ma come pilota non si discute. Non esplosivo in qualifica ma con una grande visione di gara, capace di studiare ogni minimo dettaglio utile per la vittoria. Basti un esempio: il sorpasso all’esterno nel GP di Spagna di 5 anni fa, data dell’ultima vittoria, studiato, osservando ciò che era accaduto nella gara di GP2. Quando era in giornata, Fernando sapeva inventarsi gare incredibili. Come a Valencia 2012, pista antisorpassi: ebbene, partito 11°, fu autore di una rimonta che lo portò a vincere. Ma la parte migliore della carriera è quella legata alla Renault, alla figura di Flavio Briatore, l’unico forse in grado di regalare la serenità necessaria al carattere sospettoso dello spagnolo, consentendogli di rendere al meglio. E’ stata la sua velocità a far riflettere Schumi, spingendolo al primo ritiro, a fine 2006, anno del suo secondo titolo.
E che cosa sarebbe successo se in quella maledetta notte di Abu Dhabi, 8 anni fa, Fernando avesse vinto al primo colpo il Mondiale con la Ferrari? Forse oggi sarebbe ancora lì (nel 2014 trattava un rinnovo sino al 2019!). Invece, anche se due anni dopo ha di nuovo rischiato di vincerlo quel titolo, qualcosa nel rapporto si è rotto. Via via, Alonso si è convinto che la Ferrari soffrisse della sindrome dell’«eterno secondo». Da lì la decisione di passare alla McLarenHonda, sognando di diventare Ayrton Senna. Ora dice basta, lasciando alla F.1 in eredità...la Spagna: non è poco considerato che prima di lui, lì avevano occhi e cuore solo per i motociclisti.