La Gazzetta dello Sport

Il bad boy dei GP: «Il futuro della F.1 siamo io e Leclerc E punto a batterlo» Max Verstappen

●«Abbiamo lottato in kart: Charles può giocarsi subito il Mondiale, se avrà una buona Ferrari. Io non cambio il mio stile e voglio il titolo entro due anni»

- Luigi Perna INVIATO AD ABU DHABI

Finora Max Verstappen è stato come uno di quei fuoriclass­e del pallone che incantano per i loro colpi di classe, senza però mai giocare in una squadra candidata a vincere il campionato. Ma un giorno lotterà per il titolo anche lui. È una certezza, come quando sono arrivati sulla scena Ayrton Senna, Michael Schumacher, Lewis Hamilton e gli altri grandi. I campioni annusano il pericolo di un rivale nuovo. Per il “cattivo ragazzo” della Red Bull è stato così fin dal debutto e il carattere aggressivo non gli ha procurato simpatie. A sua volta, però, avrà un altro predestina­to con cui fare i conti.

L’anno prossimo sulla Ferrari approderà Charles Leclerc, suo avversario ai tempi del kart, si aspetta che il monegasco lotterà subito per il titolo?

«Dipende dalla macchina che avrà a disposizio­ne. Se sarà abbastanza buona, allora si giocherà il Mondiale con gli altri. Io penso che avrei lottato per il campionato già al primo anno, se avessi avuto una vettura adeguata. Non importa il fattore età. Quando hai l’auto migliore, combatti sempre davanti e sei al riparo dai guai rispetto a chi deve sgomitare nel gruppo. Più la macchina è veloce, più le cose per un pilota diventano facili».

Come giudica Leclerc?

«Me lo ricordo molto veloce già nei kart, ma non era il principale avversario a cui guardavo, specialmen­te nel mio ultimo anno di gare (2013; n.d.r.). Abbiamo lottato per la vittoria due o tre volte, sono venute fuori ruotate e qualche polemica, ma eravamo veramente giovanissi­mi. Di bello c’è che siamo spinti dalla stessa voglia di primeggiar­e».

Molti pensano che lei e Leclerc sarete i rivali del futuro, come oggi Hamilton e Vettel.

«Me lo aspetto anch’io, perché a un certo punto i piloti della vecchia generazion­e spariranno e resteremo noi giovani».

Come finirà?

«Spero in mio favore».

Dopo gli errori dell’inizio di stagione, dal GP del Canada in avanti ha centrato nove podi e due vittorie. Come spiega la svolta?

«Credo di essere stato troppo

smanioso nelle prime gare, perché volevo raggiunger­e i risultati a tutti i costi. Poi mi sono calmato. Ho rallentato un po’, per essere più veloce. Mio padre in kart mi diceva: “Max, quando pensi di essere troppo lento, in realtà sei ancora molto veloce”. Ho ripreso quell’approccio. E devo dire che mi è stato d’aiuto».

Suo padre Jos è ancora la persona che le dà più consigli?

«Per quanto riguarda le corse, senz’altro sì».

Nei motori e in altre discipline sportive vanno molto di moda i “mental trainer”. Lei non crede che queste figure potrebbero essere d’aiuto nei GP?

«No. Trovo inutile rivolgermi a un estraneo che sa poco di me e anche della Formula 1, perché non può immedesima­rsi in quello che provo al volante. È come parlare di aria fritta».

Quanto può migliorare ancora come pilota?

«Non penso si possa migliorare molto la velocità, ma comprender­e meglio le gomme, le regolazion­i preferite dalla macchina e l’utilizzo dei bottoni sullo sterzo, ti può aiutare ad andare più forte. Si tratta di esperienza. Per me all’inizio era tutto nuovo, ho debuttato nel 2015 dopo una sola stagione in F.3, e da allora ho imparato parecchio».

Ha detto che non avrebbe cambiato il suo stile di guida, quando tutti la criticavan­o per gli incidenti. E non l’ha fatto.

«La fiducia in se stessi è la chiave per emergere. Bisogna credere sempre nelle proprie capacità e ascoltare solo le persone che ti hanno davvero a cuore».

La sua permanenza alla Red Bull dipenderà dai risultati?

«A me piace moltissimo questa squadra e sono sicuro che possa costruire la macchina più veloce in assoluto. Ci serve solo un motore all’altezza. L’anno prossimo (con la Honda; n.d.r.) dobbiamo cercare di andare forte e mettere le basi per il 2020 quando il progetto è lottare per il titolo».

Ha un piano B se le cose non funzionera­nno?

«C’è sempre un piano B».

Molti pensano che la Ferrari quest’anno avrebbe vinto il Mondiale se Hamilton avesse corso al posto di Vettel.

«Capisco il ragionamen­to. Lewis è stato complessiv­amente più costante. Inoltre la Ferrari aveva una grande macchina a inizio stagione e ogni volta che c’è stato un incidente avrebbero potuto conquistar­e punti importanti per costruire un certo vantaggio in classifica. Così, anche se poi la Mercedes (dopo Monza; n.d.r.) li avesse superati, avrebbero avuto un margine da gestire per giocarsela fino in fondo».

Condivide quello che ha detto Lewis su Alonso?

«Anch’io sono felice di aver gareggiato contro Fernando, ma ho il rimpianto che non vi sia mai stato un duello alla pari fra noi, perché negli ultimi quattro anni gli è mancata un’auto competitiv­a. La McLaren non vincerà neppure nel 2019 e perciò capisco che si ritiri dalla F.1: la motivazion­e sparisce se lotti costanteme­nte nelle retrovie».

Hamilton si è dato alla moda e lei?

«È la sua vita e fa bene. Io non sono così. Il mio sogno in futuro è avere un circuito privato tutto mio dove correre in kart o in auto, non disegnare vestiti».

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LA CHIAVE

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MAX SU HAMILTON

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 ??  ?? Charles Leclerc e Max Verstappen, entrambi 14enni, sul podio di gara1 dell’Europeo di kart 2012 a Wackersdor­f, in Germania CIK-FIA
Charles Leclerc e Max Verstappen, entrambi 14enni, sul podio di gara1 dell’Europeo di kart 2012 a Wackersdor­f, in Germania CIK-FIA
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