La Gazzetta dello Sport

INTER E NAPOLI COL CUORE IN GOLA

Champions, si decide tutto negli ultimi 90’

- Di ALESSANDRO DE CALÒ twitter: @AdeCal

Può essere un en plein o una mezza mattanza, si deciderà tutto tra due settimane sulla linea del traguardo. Col cuore in gola, Inter e Napoli possono ancora farcela. La Champions è così toglie e restituisc­e, siamo abituati a soffrire. Juve e Roma che avevano la strada più facile sono già oltre, con la testa a febbraio e mezzo bottino in tasca, dei 250 milioni in palio per la promozione agli ottavi. La Champions toglie quello che l’Inter si era presa due mesi fa a San Siro contro il Tottenham. In settembre stava perdendo fino a cinque minuti dal novantesim­o, quando la magnifica volée di Mauro Icardi aveva cominciato a invertire il destino di quella partita e forse dell’intera stagione nerazzurra. L’1-0 che il danese Eriksen pianta a Wembley nella porta di Handanovic, a meno di un quarto d’ora dalla fine, suona come una pesante beffa per l’Inter che vede sfumare in un amen tutto il lavoro tessuto attorno al genio tattico di Borja Valero e ai suoi piedi buoni. La squadra di Spalletti sembrava aver adottato con un copia-incolla la stessa capacità dell’Atletico del Cholo di impedire all’avversario di fare il proprio gioco.

Nella grossa pancia della partita, tutto è rimasto in buona parte sotto controllo. Borja è entrato sull’erba spelacchia­ta del monumental­e stadio londinese, al posto dell’infortunat­o Nainggolan, come una mano che volta pagina. Purtroppo non è bastato. Perisic, Icardi, Politano non hanno sfruttato le sue illuminazi­oni. E alla fine, nel momento migliore dell’Inter, ha vinto Pochettino giocandosi la carta Eriksen, soluzione temuta e sospettata. Adesso il futuro di Icardi e compagni è legato a Leo Messi. Non basterà battere il Psv a San Siro, serve anche che il Barça vinca o pareggi contro gli Spurs al Camp Nou. Bisogna contare sulla insaziabil­e voracità dell’argentino, che ieri ha raggiunto Lewandowsk­i sul tetto dei cannonieri. L’Inter si aggrappa al suo genio.

Quella del Napoli è una storia diversa, in un girone ancora più terribile, con Psg e Liverpool. Ancelotti è imbattuto, ieri ha liquidato la Stella Rossa con un 3-1, meritava di passare a Belgrado e con Neymar, ma il bello è che ha ancora il suo destino in mano: se vince ad Anfield si qualifica da primo, se pareggia va avanti e può farlo anche se perde di misura, segnando almeno un gol nella tana dei Reds. Per Carletto è come una finale con ricordi pesanti. C’è un effetto Ancelotti in Champions che spinge a guardare la parte piena del bicchiere. Non solo il Napoli, ma tutto il calcio italiano è a un passo da un traguardo storico. Da quando ci sono gli ottavi a qualificaz­ione diretta (2003-04), non è mai successo che quattro nostre squadre fossero tra le prime sedici. Vedremo come sarà disegnata la mappa del potere in Europa tra febbraio e marzo. Al momento non si vede chi possa mettere la Juve di Allegri in soggezione, sulla strada che porta alla finale di Madrid. Il City resta ben quotato ma continua a mostrare una certa vulnerabil­ità, come si è visto col Lione. Barça, Real, Bayern, Psg non sono più le big inaccessib­ili di qualche anno fa. Con scelte differenti – ma analoghe difficoltà nel gioco e nei risultati – stanno affrontand­o un tormentato cambio generazion­ale. Il quadro degli ottavi, per il resto, è chiaro. Quasi tutte le più forti sono prime, questo peserà sui sorteggi. Inter e Napoli stanno sul bordo del vulcano, ma occhio: se tutto andrà bene possono diventare due spigolose outsider.

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