La Gazzetta dello Sport

Finte, doppi passi, gol e magie Così CR7 è diventato re d’Europa

●Il campione della Juve decisivo anche col Valencia grazie all'ennesima magia È in tripla cifra per successi in Coppa: top di sempre, lo battono solo quattro club

- Luca Bianchin INVIATO A TORINO

Solo 4 club hanno vinto più di lui nella coppa

Chiede Gabriele su Twitter: «Qualcuno sa come si fa il doppio passo di Ronaldo nei videogioch­i?». Francament­e no, ma non sembra così importante. Il doppio passo da cui martedì sera è nato il gol di Mandzukic merita perché è come gli occhiali da sole, i cappotti eleganti, le auto di lusso: è bello e utile allo stesso tempo. Con Cristiano si rischia Il disegno di Roberto Rinaldi spiega che cosa sia il doppio passo, anche in versione Cristiano Ronaldo. L’attaccante punta l’avversario, magari partendo da fermo come CR7 martedì sera contro il Valencia, e fa passare un piede - in questo caso, il destro - sopra al pallone per sbilanciar­e il difensore. A quel punto, con l’altro piede, sposta la palla nell’altra direzione e... scappa via. La finta si può ripetere due o più volte, come nel famoso gol di Ronaldo in finale di Uefa 1998. sempre di farsi trascinare dall’entusiasmo dei tifosi, che in questi mesi vivono per lui, però la giocata più bella di Juve-Valencia non è in discussion­e. Intanto perché decide la partita, poi perché nasce nella testa e nelle gambe di Ronaldo. Al minuto 58 e 27 secondi, CR7 è davanti a Gabriel Paulista in area, ma l’azione non sembra nemmeno così pericolosa. Ronaldo è decentrato, fermo, senza spazio. Al minuto 58 e 29 secondi, la Juve è in vantaggio. CR7 in quei due secondi ha fatto passare il piede destro sopra al pallone e ha spostato la palla col sinistro, poi ha crossato per Mandzukic. Tutto in cinque metri. Sarebbe una candidatur­a per il Pallone d’oro, se non fosse che i voti sono consegnati e «Onda Cero», radio spagnola, ha anticipato il verdetto: vince Modric davanti a Cris e Greizmann. Scoop? A breve sapremo.

DUE NUMERI In quel gesto tecnico, colpisce l’esplosivit­à. Ronaldo è potenza in velocità e in un certo senso sta cambiando la percezione del calcio, perché non siamo abituati a vedere un uomo di 33 anni con quella capacità di fare il vuoto in due passi. Nel basket, con LeBron James bionico alla stessa età, sta succedendo qualcosa di simile. Tra trent’anni non ricorderem­o l’eleganza di Ronaldo – per quello ci sono i filmati di Pirlo, le vecchie videocasse­tte su Rivera e i dvd su Zidane – ma il suo atletismo, la feroce volontà di vittoria. La Champions, non per caso, è il

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