La Gazzetta dello Sport

Ora l’Inter tifa Messi

Eriksen beffa i nerazzurri Battere il Psv non basta più

- Luigi Garlando INVIATO A LONDRA (ING) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

●Il Tottenham passa a 10’ dalla fine e aggancia Spalletti: nell’ultima partita bisogna far meglio degli Spurs, che giocano a Barcellona

Ora battere il Psv all’ultima non basta più. Perdendo contro il Tottenham, l’Inter ha perso anche la piena disponibil­ità del proprio destino, perché gli inglesi, appaiati in classifica, sono in vantaggio per il gol in trasferta segnato nello scontro diretto. Per passare agli ottavi, Spalletti è condannato a fare un risultato migliore di quello che Pochettino strapperà a Barcellona. Se gli Speroni vincono al Camp Nou, addio. Peccato, perché ieri l’Inter non meritava di perdere. L’assedio annunciato non si è mai visto, Kane non ha mai tirato in porta. Skriniar e De Vrij hanno governato

bene una difesa mai in affanno. Brozovic è riuscito a gestire possesso e ripartenze, anche senza l’aiuto di Nainggolan che Spalletti ha tolto prima dell’intervallo: un errore schierarlo in queste condizioni. Il sostituto, Borja Valero, è stato il migliore. L’Inter ha cercato anche di vincere e ha creato pericoli. Si è arresa solo a 10’ dal termine, ai piedi di Eriksen. E qui ragioniamo­ci sopra.

CERCASI QUALITÀ Pochettino ha aiutato l’Inter tenendo fuori incomprens­ibilmente il danese, ma evidenteme­nte ha tanta qualità di scorta: Lamela, Alli, Moura… Nell’azione del gol, Brozovic perde Sissoko perché stremato. Ma come può uscire? Dietro di lui chi? Sottolinea­ti i meriti etici dell’Inter, bisogna

evidenziar­ne i limiti. Contro un Tottenham modesto, come quello di ieri a Wembley, l’Inter avrebbe dovuto imporsi, assaltarlo. Ne aveva voglia, ma non i mezzi per farlo. E’ qui che deve essere rafforzata la squadra, come i due incroci col Barcellona hanno dimostrato platealmen­te. In qualità. Soprattutt­o se Nainggolan e Perisic continuano a essere questi. In una partita decisiva di Champions il migliore non può essere Borja Valero. Servono campioni di spessore internazio­nale, specie in mezzo. Beppe Marotta sarà già al lavoro. CUORE D’AMIANTO I temuti primi 20’ di fuoco del Tottenham non ci sono stati perché l’Inter, entrata con un cuore d’amianto, non l’ha permesso. Linee strette, come previsto, ma più alte del previsto. Persa palla, Icardi e il tridente offensivo non scappa e resta a

presidiare le linee di passaggio. Il resto della truppa supporta con coraggio. Non è un caso che le due occasioni più pericolose degli Spurs siano venute in contropied­e: prima uno strappo imperioso di Kane che arma Alli (12’), poi una galoppata di Sissoko che Lucas Moura rifinisce fiacco (30’). Il terzo pericolo, il più acuto, la traversa di Winks (38’), è un’idea dalla distanza nella difficoltà di un attacco senza sbocchi. Ma se l’Inter soffre meno del previsto, il sospetto è che c’entri pure la sorpresa di Pochettino: fuori Eriksen per la freccia Moura. A Kane e Alli mancano i soliti rifornimen­ti illuminati, anche da fermo, e al Tottenham l’uomo che sa infilare il pallone in spazi minimi.

SENZA NINJA Ma nel buon primo tempo dell’Inter non c’è solo la resistenza. L’Inter riparte

appena può e al 28’, se Anderweire­ld non spendesse uno sgambetto da giallo, Icardi volerebbe in porta tutto solo, su verticaliz­zazione di Perisic. Esattament­e come Dybala un anno fa. C’era il sospetto che gli Spurs potessero soffrire se attaccati centralmen­te, per questo Pochettino ha messo il più reattivo Winks al posto del lento Dier. E per questo spiace che Nainggolan sia lontano anni luce dal suo top. Il vero Ninja avrebbe fatto danni ripartendo rabbioso su quelle zolle e Icardi si sarebbe divertito. Invece il belga è sempre in affanno, senza passo, senza ritmo, sbaglia molto per scarsa lucidità e Spalletti lo toglie prima dell’intervallo. Borja Valero, che lo sostituisc­e, fa in tempo a fallire l’occasione migliore:

ritarda colpevolme­nte il tiro a centro area (46’). Ma intanto il Tottenham si beve un tè caldo corretto dallo spavento.

SENTENZA

ERIKSEN L’Inter conserva la sua audacia. Icardi non punta la porta con la fame di Kane in coda a un buon contropied­e (13’) e Skriniar per poco non piazza la zampata buona (17’). Ma Pochettino pesca l’oro in panca e l’asticella si alza. Entrano il coreano Son che piazza subito due doppi passi da demonio e soprattutt­o Eriksen che alla prima punizione mette la palla sulla fronte di Vertonghen: fuori di un amen (26’). Neppure qui l’Inter si rassegna a rinchiuder­si. Perisic si risveglia e costringe Lloris alla prodezza (31’). Ma è il colpo d’orgoglio che precede la sentenza. Sissoko affonda nella stanchezza nerazzurra e Alli assiste la freschezza di Eriksen: 1-0. Già, proprio lui. Peccato. Ora non resta che battere il Psv e contare sui cromosomi del Barça, nato per divertire e vincere sempre. E poi Icardi è un figlio della Masia catalana. Volete fargli un regalo o no?

LA PARTITA

Gli inglesi sono sembrati modesti, ma a Wembley l’Inter non ha avuto la qualità per a imporre il gioco

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 ??  ?? ● 1 Il cambio Radja Nainggolan-Borja Valero: il centrocamp­ista belga è uscito al 44’ del primo tempo per un affaticame­nto muscolare ● 2 L’esultanza di Eriksen dopo il gol della vittoria Tottenham ● 3 I giocatori nerazzurri delusi a fine partita: da sinistra si vedono Skriniar, Borja Valero, D’Ambrosio e Miranda AP/AFP 1
● 1 Il cambio Radja Nainggolan-Borja Valero: il centrocamp­ista belga è uscito al 44’ del primo tempo per un affaticame­nto muscolare ● 2 L’esultanza di Eriksen dopo il gol della vittoria Tottenham ● 3 I giocatori nerazzurri delusi a fine partita: da sinistra si vedono Skriniar, Borja Valero, D’Ambrosio e Miranda AP/AFP 1
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