Motore Bentancur Il centrocampo Juve ha un insostituibile
●L’uruguaiano è alla nona gara intera di fila: ha le energie da ventenne e la testa da veterano
Non solo Cristiano Ronaldo: la Juventus ha uno stacanovista anche in mezzo al campo, che ha meno appeal e fa meno notizia dell’uomo più seguito su Instagram, ma ha comunque discreto peso sulle prestazioni (e sui risultati) bianconeri. Rodrigo Bentancur si è ritrovato titolare un po’ per turnover e un po’ per urgenze di reparto e non ha impiegato molto a trasformare un’opportunità nel posto fisso.
SEMPRE IN CAMPO L’uruguaiano cresciuto calcisticamente nella caliente Buenos Aires, sponda Boca, è diventato insostituibile per Massimiliano Allegri nel senso letterale del termine: dall’Udinese in poi (6 ottobre, giorno che non dimenticherà facilmente perché ha segnato il primo gol con la Juventus) Benta ha giocato 9 partite di fila senza mai essere richiamato in panchina, per un totale di 810 minuti in meno di due mesi, con in mezzo due soste e di conseguenza gli impegni con la nazionale. Totale: 1010 minuti con la Juventus in questa stagione, che non sono ancora i 1469 dell’irraggiungibile CR7, ma rendono bene l’idea della crescita di questo ragazzo del ‘97, che l’anno scorso aveva chiuso sotto i mille (949) e 9 match da titolare.
MATURITÀ Rodrigo, per gli amici Lolo – così lo chiamava da piccolo il fratello Damian, calciatore pure lui (ma altro ruolo: portiere) – è già a quota 11 su 14 gettoni. E ha dimostrato nell’ultimo periodo una maturità e una padronanza del gioco sorprendente per chi sulla carta era l’ultima risorsa del centrocampo bianconero. Merito anche dell’età, perché come ripete sempre Allegri lui è giovane e viaggia sulle ali dell’entusiasmo, quindi ha meno bisogno degli altri di recuperare. Bentancur è influente anche senza essere appariscente e la sua resistenza fisica ha permesso ad Allegri di sopperire senza traumi alla contemporanea assenza di Khedira ed Emre Can. Pjanic ha giocato 9 gare di fila come Rodrigo, ma 4 volte è stato sostituito. Benta mai, perché serve e non sente la fatica.
TEMPO E FIDUCIA Alla Juventus è arrivato accompagnato da referenze contrastanti: per Guillermo Barros Schelotto, suo allenatore al Boca, Madama si è assicurata l’erede di Pogba; per la stampa argentina, che aveva pronosticato un ritorno entro sei mesi in Sudamerica, non era adatto per il calcio europeo. Il club bianconero ha sempre creduto in lui, rispedendo indietro tutte le richieste di cessione o prestito, e Fabio Paratici sta già trattando con il Boca per eliminare la clausola sulla futura rivendita del 50%. CALCIO PENSATO Rodrigo ama il mare, ma a Torino ha visto per la prima volta la neve. Col tempo si è abituato alle urla di Allegri, al freddo e alla nebbia. La sua nuova città (dove si è trasferito con la fidanzata Melani, argentina) gli ricorda Nueva Helvecia, dove è cresciuto e dove mamma Mari, che ora non c’è più, lo portava piccolissimo a vedere le partite di papà Roberto.
Ha lasciato casa a 13 anni per trasferirsi a Buenos Aires, a 17 ha esordito alla Bombonera, a 20 è arrivato in Italia, a 21 ha fatto il primo Mondiale da titolare, eliminando CR7. Ad Allegri piace il suo calcio ragionato, perché fa giocate sempre a lungo termine. Energie da ventenne e testa da veterano, un mix perfetto per la Juventus.
A Torino ha visto >per la prima volta la neve ed è cresciuto con le urla di Allegri