La Gazzetta dello Sport

Parola di Mick A tu per tu con Schumi jr «Ora lo so: voglio la F.1»

●Il figlio di Michael si racconta: «Un’emozione vedere Vettel e gli altri da vicino, resto umile ma l’obiettivo è sfidarli. Mio padre è il migliore e lo resterà sempre, è bello far parte di questa storia»

- Luigi Perna INVIATO A ABU DHABI

RICORDO LA GIOIA ALLE PRIME GARE INTERNAZIO­NALI SEGUITO DA PAPÀ

SUI KART E IL DESIDERIO ASSECONDAT­O

Seduto al tavolino con un meccanico della squadra, si diverte a giocare a backgammon, fra i suoi passatempi preferiti, in attesa di salire per la prima volta sulla F.2. Il sorriso di Mick Schumacher è identico a quello di suo padre Michael, il sette volte iridato leggenda della Ferrari, e guardandol­o da vicino avverti un tuffo al cuore. Poco dopo si riscalda con il fisioterap­ista, afferrando al volo palline di gomma come un giocoliere. A vegliare su di lui c’è Sabine Kehm, inseparabi­le addetta stampa di Schumi, che fa anche le veci di mamma Corinna in giro per il mondo. Ma il piccolo Schumacher ora è cresciuto. E’ un giovane uomo dal carattere dolce e dalla corazza d’acciaio, che ha avuto il coraggio di affrontare il dramma del padre e intraprend­ere la stessa strada di pilota.

Mick, quanto è aumentata la fiducia in se stesso dopo la vittoria nell’Europeo di F.3?

«E’ stata una grande spinta. Con la Prema, la mia squadra, siamo riusciti a vincere uno dei campionati più difficili, dal quale provengono tanti piloti arrivati in F.1, e battere i migliori mi ha dato una convinzion­e che mi aiuterà nel resto della carriera».

L’inizio non è stato facile, ma da metà stagione ha preso il volo in classifica: che cosa è cambiato?

«In realtà avevamo il passo giusto fin dai test precampion­ato, ma nelle prime gare non riuscivo a esprimere il mio potenziale in qualifica. La svolta c’è stata a Spa (la pista dove il padre ha colto i trionfi più belli; n.d.r.) con la pole e la prima vittoria. Da quel momento sono riuscito quasi sempre a piazzare la macchina davanti e a vincere, perché in gara vado forte. Il mio obiettivo in F.2 è migliorare in ogni aspetto e arrivare a fine stagione diventando un pilota completo».

E’ stato lei a chiedere di correre in kart o l’ha spinta suo padre?

«Ho chiesto io di cominciare. E mio padre ha assecondat­o il desiderio. Ricordo l’emozione che cresceva dopo le prime gare, quando abbiamo cominciato ad andare alle competizio­ni internazio­nali, in mezzo a tanti piloti di talento che poi ho ritrovato più avanti».

E’ facile immaginarl­o, ma chi è il pilota a cui si ispira?

«Mio padre. E’ il migliore e lo resterà sempre. Potermi paragonare

a lui in qualche maniera è fantastico. E allo stesso tempo è bellissimo fare parte di questa grande storia e osservare come si sta sviluppand­o».

Ha raccontato che papà a un certo punto la prese da parte e le chiese se voleva correre per gioco o in modo profession­ale. Lei rispose che voleva fare sul serio. Qual è l’obiettivo finale?

FATICAVO UN PO’, A SPA CON LA POLE E IL SUCCESSO C’È STATA LA SVOLTA

SULLA F.3 E LA VITTORIA IN CAMPIONATO

«Arrivare in F.1. Sarebbe stupendo se succedesse già alla fine del prossimo anno, ma prima bisognerà vedere come andrà il 2019. La F.2 è l’anticamera della massima serie, il livello è molto alto e pure gli ostacoli da superare».

Qui ad Abu Dhabi l’abbiamo vista “spiare” il test di Sebastian Vettel nel garage Ferrari assieme ad altri giovani piloti. E’ stato interessan­te?

«Interessan­te, motivante ed emozionant­e. Vedere questi campioni in azione così da vicino è un’opportunit­à unica e una grande esperienza. Mi è subito venuta voglia di essere in mezzo a loro e gareggiare nei GP».

A gennaio, in Messico, rappresent­erà la Germania nella “Race of Champions” insieme a Vettel, che era solito partecipar­e con Michael: che cosa si aspetta?

«Per me sarà una prima volta speciale da compagni di squadra. Ne abbiamo parlato e ho detto a Seb che non vedo l’ora. Cercherò di apprendere qualche segreto».

E’ mai stato a Maranello?

«Ci sono stato molte volte. Ma ero troppo piccolo, mi stavo appena avvicinand­o al kart, e le emozioni che provavo erano completame­nte diverse da quelle che avrei oggi se visitassi la Ferrari».

Sua sorella Gina Maria è campioness­a mondiale di equitazion­e, nella categoria Reining: ha mai provato a imitarla a cavallo?

«Io mi limito a seguirla alle gare e a sostenerla, è davvero una delle migliori nel suo sport. Riguardo alle mie passioni, non ho molto tempo per coltivarle, tutta la mia vita è incentrata sulle corse. Mi piace allenarmi, vado parecchio in bici, qualche volta esco la sera, ma appena finita una gara c’è solo il tempo di analizzare il risultato e ripartire per la prossima. Come in una centrifuga».

Anche suo cugino David, il figlio di Ralf, corre in auto. Condividet­e il sogno della F.1?

«In realtà ognuno segue la sua strada. Se ci arrivassim­o tutti e due, come i nostri genitori, sarebbe bello».

Quanto è importante restare umile per uno che si chiama Schumacher?

«Credo sia la chiave in tutti i campi della vita. Più si hanno i piedi per terra, più è possibile raggiunger­e il successo in ciò che fai. Guai a ignorarlo».

Quante persone provano a darle consigli?

«Ascolto i suggerimen­ti di tutti, li sperimento in prima persona, e se funzionano ne faccio tesoro. Si migliora così».

La più grande lezione di suo padre?

«Lavorare con la squadra, e farlo come se fosse una famiglia: bisogna avere fiducia gli uni negli altri al 100%. Sono alla Prema dal 2016, ho visto tanti piloti cambiare in fretta, mentre qui abbiamo costruito una realtà unita».

Come convive con l’attenzione della gente e dei media?

«E’ sempre stata parte della mia vita e di quella della mia famiglia. Perciò è diventato normale. Crescendo, ho avuto il tempo per abituarmi, anche se ora i microfoni e le telecamere attorno a me sono sempre di più. Ma è divertente e imparo ogni giorno».

HO DETTO A SEB CHE NON VEDO L’ORA DI CORRERE INSIEME A LUI

SULLA RACE OF CHAMPIONS IN MESSICO A GENNAIO

LA CHIAVE

A Maranello sono stato tante volte ma ero ancora troppo piccolo

Proverei sensazioni completame­nte diverse se visitassi la Ferrari adesso

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2 ● 1. Mick Schumacher, 21 anni, nell’abitacolo della F.2 del team Prema con cui disputerà il campionato 2019; ● 2. Sempre ieri, in azione nei test di Abu Dhabi che proseguono oggi; ● 3. Schumi jr, nel 2018 campione europeo di F.3, vicino a una gigantogra­fia di papà Michael PELLEGRINI
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