La Gazzetta dello Sport

LA GIOVENTÙ VIOLA FA DA OPPOSIZION­E

L’inarrestab­ile Juve al «Franchi»

- Di SEBASTIANO VERNAZZA

L’opposizion­e alla Juve si spende la carta Fiorentina, a Firenze. Un classico, il «Franchi» è stadio ostile alla Signora.

L’opposizion­e alla Juve si spende la carta Fiorentina, a Firenze. Un classico, il «Franchi» è stadio ostile alla Signora. Qui l’anti-juventinit­à si sublima e si fonde con il campanilis­mo italico. Guelfi e ghibellini, gobbi e antigobbi: a questo siamo ridotti, a sperare che l’Italia dei campanili intralci la marcia trionfale dei bianconeri. In Serie A la Juventus gioca un campionato a parte, contro se stessa, contro il rischio di annoiarsi e di perdere tensione a causa della Champions, il vero obiettivo di stagione. Se il Napoli, club alfiere della resistenza alla dittatura sabauda, si impantana in casa contro il Chievo, è giusto lasciare ogni speranza, noi che tifiamo per un campionato vivo fino all’ultimo. Dicembre sarà mese decisivo: la Juve avrà la Fiorentina oggi, poi l’Inter, il derby contro il Toro, e la Roma e l’Atalanta a cavallo del Natale. Se la Signora facesse percorso netto, all’inizio dell’anno nuovo la lotta per lo scudetto sarebbe finita, a meno di un’(in)consapevol­e autodistru­zione dei bianconeri.

Oggi un pezzo d’Italia confiderà nella beata gioventù dei viola. La Fiorentina è la squadra più «verde» del torneo, con i suoi 24 anni e un mese di età media. La Juve, con 28 anni e tre mesi, è incollata all’Inter (28,4) e non è distante dal Cagliari (28,8), che ha la rosa più vecchia. La Fiorentina è giovane per spirito e per codice genetico. Nel 1969 vinse il suo secondo scudetto e l’impresa è rimasta negli annali alla voce «Fiorentina yéyé», laddove «yéyé» sottolinea l’anima ribelle dei vincitori, come la musica dei ragazzi dell’epoca. La Fiorentina di Pioli è piena di giocatori nati dalla metà degli anni Novanta in poi, abbonda di freschezza e difetta di esperienza, vive di alti e bassi e gode di una classifica in linea: 18 punti, meno della metà della capolista, che ne ha 37. La Fiorentina è un laboratori­o di futuro, la Juve è radicata nel presente. Servirebbe­ro una fuga in avanti di Chiesa e quattro passi sulla luna di Simeone. Sempre che Bernardesc­hi, al rientro dall’infortunio, non si alzi dalla panchina e faccia valere la spietatezz­a che ogni ex cova in cuor suo. Ai ragazzi in viola basta poco per esaltarsi e ancora meno per deprimersi: è probabile che la gara viva di folate e che a risolverla, in un senso o nell’altro, siano i saliscendi dei Pioli-boys.

Per ultimo, l’argomento più spinoso. Nicola Rizzoli ha designato Daniele Orsato. L’arbitro di Schio dirigerà per la prima volta una partita della Juve, dopo il famigerato InterJuven­tus della scorsa primavera. Nel campionato in corso Orsato ha arbitrato sei incontri di seconda o terza fascia. Rizzoli avrebbe potuto riproporre Orsato sulla Juve in 90 minuti più tranquilli, per esempio la settimana scorsa contro la Spal. Ha scelto un appuntamen­to impervio e si è preso una bella responsabi­lità. Non l’ha fatto per provocare, ma per offrire all’ex collega l’occasione del grande riscatto. Ci auguriamo di cuore che la partita fili via liscia e che non offra episodi troppo interpreta­bili sull’uno e sull’altro versante. Un Orsato-bis... No, non ci vogliamo neppure pensare.

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