La Gazzetta dello Sport

SCHUMI JR: È GIÀ SFIDA FERRARI-MERCEDES

Mick punta alla F.1, i team di vertice pronti a contenders­elo. E ora può passare sotto la gestione di Nicolas Todt, come Leclerc

- Luigi Perna INVIATO A ABU DHABI

La strada è già tracciata e porta dritto alla F.1. Difficile che Mick Schumacher incontri ostacoli, se andrà come molti si aspettano. Tempo una o due stagioni e le porte dei GP si spalancher­anno. Potrebbe succedere già nel 2020, se il figlio del sette volte iridato confermerà i progressi mostrati quest’anno dominando l’Europeo di Formula 3 con otto vittorie. Per Charles Leclerc è successo così. Prima il trionfo in GP3 nel 2016, poi quello in Formula 2 nel 2017 e infine il debutto quest’anno in F.1 al volante della Sauber, meritandos­i subito la promozione sulla Ferrari per il 2019.

VELOCE Certo, quello del ventunenne monegasco è un caso più unico che raro. Frutto di una maturazion­e precoce e di doti velocistic­he fuori dal comune. Ma Schumi junior, 19 anni, è partito subito forte in F.2, impression­ando nella seconda giornata dei test ad Abu Dhabi, dove è rimasto in cima alla lista dei tempi fino a pochi minuti dalla conclusion­e, per poi essere superato da Juan Manuel Correa e terminare davanti

LE PORTE DELLA NOSTRA ACADEMY SONO SEMPRE APERTE PER LUI

MAURIZIO ARRIVABENE TEAM PRINCIPAL FERRARI

MICK SCHUMACHER PUÒ DIVENTARE UNO DEI GRANDI DEL NOSTRO SPORT

TOTO WOLFF TEAM PRINCIPAL MERCEDES

all’italiano Luca Ghiotto, uno dei piloti più esperti della serie. Capacità a parte, l’erede della dinastia ha molti fattori dalla sua parte: un cognome famoso che evoca suggestion­e nei tifosi, il sostegno di vecchi amici di famiglia come Jean Todt e Ross Brawn e la benevolenz­a di Mercedes e Ferrari, le squadre più importanti della F.1 dove ha gareggiato il padre.

LIBERO Non è un caso che Mick nei giorni scorsi fosse dall’altro lato del paddock, nel garage di Maranello, a guardare il test di Sebastian Vettel, il pilota più legato a papà Michael. Così come è successo altre volte che sia stato ospite Mercedes ai GP, fin da quando correva in Formula 4. Di recente il team principal Maurizio Arrivabene ha ripetuto: «Le porte della Ferrari Academy sono sempre aperte per Mick Schumacher». E non c’è dubbio che Toto Wolff gli offrirebbe la stessa opportunit­à attraverso il programma junior della Mercedes. Ma il giovane Schumi, pur avendo vinto il campionato di F.3 con i motori di Stoccarda, è rimasto indipenden­te. Forte dell’appoggio economico dei grandi sponsor tedeschi che erano legati al padre e che adesso finanziano la sua carriera. CON TODT? La situazione potrebbe però cambiare in vista del suo arrivo in Formula 1, con Ferrari e Mercedes pronte a contenders­elo. Giovedì, durante il primo giorno dei test che rappresent­ava il debutto ufficiale di Schumacher nella categoria, ha colpito la presenza ai box del Team Prema di Morgan Caron, stretto collaborat­ore del manager Nicolas Todt, che mercoledì aveva seguito il test di Leclerc con la Ferrari e che si è intrattenu­to a lungo a parlare con Mick. Tutto lascia pensare che il tedesco possa passare sotto la gestione del figlio di Todt, considerat­o anche il legame del presidente della Federazion­e Internazio­nale Auto con la famiglia Schumacher. Nel frattempo, accanto a Mick, ci sono sempre l’addetta stampa Sabine Kehm e Peter Kaiser, figure legatissim­e al padre. In particolar­e, Kaiser seguì Schumi nei suoi inizi in kart negli Anni 80 ed è diventato come un secondo padre per Mick, dopo l’incidente sugli sci del 2013 che tiene il grande campione forzatamen­te lontano dalla vita pubblica.

CARATTERE La presenza alle prove di F.2 negli Emirati dei genitori degli altri giovani piloti, fra cui Jean Alesi, ex idolo ferrarista e papà di Giuliano, faceva riflettere sul fatto che invece Schumi jr non può contare sulla vicinanza e sui consigli del padre, che sarebbero stati preziosiss­imi. «Mi ricordo quando io e Michael partivamo insieme da Ginevra per accompagna­re Giuliano e Mick alle gare di kart», ha ricordato Alesi. «Purtroppo lui non ha mai potuto assistere a una gara del figlio in monoposto». Ma il piccolo Schumacher, che parla quattro lingue fra cui l’italiano imparato a scuola, è cresciuto abituandos­i all’assenza. «E’ un ragazzo dolce ed educato. Fin troppo», dice di lui l’ex-ferrarista Gerhard Berger. Ma Mick dà la sensazione di avere un carattere forte, forgiato dal dolore. Da qui in avanti gli servirà.

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Lo sguardo intenso di Mick Schumacher, 19 anni, nei box di Abu Dhabi. A destra sulla Dallara di F.2 nei test di ieri AP

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