La Gazzetta dello Sport

Gol, sfottò, noccioline e metalmecca­nici: 90 anni di rivalità

Nel 1928 un 11-0 dei bianconeri è stato la miccia. Dal titolo conteso nel 1982 fino a Bernardesc­hi, quanti contrasti

- Filippo Conticello @filippocon­t

Novanta come i minuti che la Viola ha a disposizio­ne per mettere la museruola a Cristiano. Novanta come gli anni da quel titolone sui giornali toscani per lavare la prima onta sull’Arno: Firenze, un... dici nulla? Era il 1928, un’unica Divisione Nazionale con due gironi da 16 squadre: la Figc ne ripescò alcune non all’altezza come quella Fiorentina imbottita di dilettanti. Il 7 ottobre 1928 ne prese 11 a Torino da una Signora senza cuore e apriti cielo: ecco il casus belli, da allora Fiorentina-Juve è molto più che pallone. Novanta anni sono volati via tra sfottò e qualche tensione inopportun­a.

ROMANZO Secondo episodio, seconda goleada, che fa giurisprud­enza: il 22 febbraio 1953 i bianconeri rifilano un 8-0 alla Fiorentina in nove per gli infortuni. Non c’erano i cambi, non c’è mai pietà in Madama. Nel 1957, l’anno dopo lo scudetto viola, si rischia davvero la tragedia: Virgili segna il gol vittoria e la pressione dei tifosi fa crollare la ringhiera della Maratona. Un centinaio di feriti, gara interrotta e poi conclusa. Ma sono gli anni Ottanta a ridefinire la geografia della sfida, spartiacqu­e è lo scudetto ‘82: Juve e Fiorentina in testa a pari punti, nell’ultima giornata a Cagliari ai viola annullano un gol di Ciccio Graziani, a Catanzaro lo juventino Liam Brady segna il rigore della seconda stella. A contorno dichiarazi­oni distensive: «Ho visto Boniperti mangiare noccioline in tribuna, sembrava un mafioso americano», dice il viola Franco Zeffirelli. Il conte Pontello, presidente della Fiorentina, dà del «metalmecca­nico» all’Avvocato Agnelli. Si getta sale sulla ferita a maggio ‘90, finale Uefa: 3-1 per la Juve all’andata, 0-0 al ritorno. Il giorno dopo Baggio viene ceduto alla Juve e in piazza Savonarola si riversano masse inferocite. Per fortuna, i danni sono limitati: qualche contuso e tanta paura. Negli ultimi anni non mancano i dispettucc­i sul mercato (Berbatov, Jovetic) e anche in campo (punizione europea di Pirlo, tris di Pepito Rossi e gol al veleno di Bernardesc­hi l’anno passato). Ma in fondo è molto più forte un suono ritmato: l’applauso di Firenze per la delegazion­e Juve al funerale di Davide Astori.

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Il gol annullato a Ciccio Graziani a Cagliari: decise lo scudetto ’82

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