Aina innamorato dell’Italia Ha scelto: futuro a Torino
In soli 3 mesi l’esterno stregato dalla città e dal mondo granata Adesso ha preso la sua decisione, è pronto a salutare il Chelsea
Si sono rincorsi, annusati, corteggiati per almeno un biennio. Un lungo, lunghissimo, scivolo di ammiccamenti e promesse, prima di fare le valigie e salire su quell’aereo che qualche giorno prima di Ferragosto lo portò a Torino, catapultandolo in quello che è diventato il suo nuovo mondo. Tanto tempo prima di abbracciarsi, un niente, un attimo, un lampo per innamorarsi: la scintilla granata è scoppiata in un battito d’ali, sono stati sufficienti tre mesi a Temitayo Olufisayo Olaoluwa Aina, per tutti semplicemente «Ola», per farsi rapire da Torino e stregare dal Toro. A poco più di novanta giorni dalla sua apparizione in granata, Aina la sua scelta l’ha già fatta: il posto giusto dove piantare le tende è qui, il Toro come la squadra ideale per esprimere a pieno il suo potenziale, appena intravisto in Serie A e che già gli è valso l’etichetta di uno dei giovani-sorpresa più interessanti. Avviso ai naviganti: nonostante la decisione di questo ragazzone londinese di passaporto nigeriano sia maturata in tempi pressoché record, non è stata né istintiva né superficiale. Sulla scrivania di casa Aina sono state poste tutte le componenti: la squadra, lo spogliatoio, il progetto tecnico, il fascino della Serie A, ma anche la città, il cibo, lo stile di vita, l’ambiente torinese. Si è confrontato con la famiglia che vive a Londra, poi ha rotto gli indugi sposando con convinzione il progetto-Toro. Perché lui qui sta bene, e punta a restarci a lungo.
MADE IN ITALY «Accetta, e vedrai che non te ne pentirai: troverai l’ambiente perfetto dove crescere e migliorarti in una città molto accogliente». È andato più o meno così il discorso che, a fine luglio, il direttore sportivo del Toro, Gianluca Petrachi, ha fatto a questo ragazzo dalle prospettive da giocatore top mentre lo strappava alla concorrenza. Prima di accettare, Aina volle «vedere» con i propri occhi. Così, comparve sulle tribune di Anfield la sera del 7 agosto, test-match LiverpoolTorino: tornò a casa sorpreso da una squadra che gli era sembrata molto più «inglese» di quanto potesse anche immaginarla. Quel giorno capì che il Toro era la scelta giusta. Oggi quel discorsetto fattogli da Petrachi appare profetico. Aina non aveva mai vissuto in Italia, dove aveva messo piede solo per una vacanza a Napoli: Torino, con i suoi tempi dolci calati in un’atmosfera da capitale, lo ha conquistato, lui va pazzo per il cibo e per lo stile di vita italiano. «Rispecchia quello che sono io, la scelta del Toro la rifarei sempre», ha raccontato qualche tempo fa. C’è dell’altro. Nelle settimane al Fila, Aina ha scoperto un tecnico, Mazzarri, che lo ha messo subito al centro del villaggio (ha già 11 presenze all’attivo, di cui 8 da titolare), si è ambientato alla perfezione in uno spogliatoio molto unito, ha capito che a ventidue anni può essere l’ora di tagliare il cordone con il passato (il Chelsea) per costruire qualcosa altrove.
CONTE La storia di Aina parte da lontano, dall’estate 2016, quando al Chelsea s’insedia Antonio Conte. Una delle prime telefonate gli arriva dall’amico di sempre Gianluca Petrachi che gli parla di Aina. Il d.s. granata è sulle tracce dell’allora diciannovenne Ola, che a livello giovanile con il Chelsea fa sfracelli: colpisce anche Conte tanto che se lo tiene stabilmente in prima squadra dandogli 3 presenze in Premier. L’anno dopo firma col Chelsea un ricco rinnovo da un milione e centomila euro, ma viene smistato in prestito all’Hull in Championship. E Petrachi? Ha aspettato, lo ha continuato a seguire, non si è mai arreso: due estati dopo, piazza il blitz decisivo consegnando a Mazzarri un ventiduenne dalla progressione devastante. È arrivato dal Chelsea in prestito con un diritto di riscatto a dieci milioni; il Toro è stra-contento di lui e della sua volontà di mettere radici: è il primo tassello (fondamentale) per progettare un lungo futuro insieme.
RIVELAZIONE Mazzarri lo ha posto al centro del progetto: ha 22 anni e grandi prospettive
In estate è arrivato al Toro in prestito dai Blues con un riscatto a 10 milioni