La Gazzetta dello Sport

«Sacrifici e lacrime Stavo per mollare ora sono un rapace Il Lecce? Fa paura»

1 L’attaccante si racconta: «Zeman è un rammarico Se sono qui lo devo a papà e alle auto di nonno e zio»

- Giuseppe Calvi LECCE gcalvi@rcs.it

La preda sembra ancora lontana, però il Falco è in agguato, pronto a lanciarsi in volo. Filippo Falco non nasconde le sue ambizioni, si è calato nella parte che Liverani gli ha assegnato. Non solo genietto, sempre abile nell’inventare gioco, ma anche goleador di complement­o: 4 reti in 8 presenze, nella squadra più prolifica della B, con 24 centri, balzata al terzo posto in classifica. «Dopo poche giornate di campionato, Liverani mi ha trasmesso segnali importanti — dice Falco, 26 anni, nato a Pulsano, in provincia di Taranto, suo miglior bottino in B con 6 reti nel Benevento — “Filippo deve alzare l’asticella dell’ambizione, mi aspetto che arrivi in doppia cifra”, così l’allenatore mi ha stimolato. E’ stato un grande giocatore, seguo i suoi consigli».

Dopo 5 anni, è tornato al Lecce: il suo obiettivo è il ritorno in A?

«Ho firmato un triennale, sperando di contribuir­e al grande salto; sono tornato per vincere la scommessa. Ho chiuso l’avventura con il Bologna, dopo essermi illuso di avere uno spazio in A. Credevo di meritare una chance nel Benevento, dopo la promozione; ma non sono stato confermato. Mi è rimasto un retrogusto amaro della A, 9 presenze a Bologna, 3 anni fa».

Prima Bari, poi Lecce: quanti sacrifici ha sopportato la sua famiglia in giro per la Puglia?

«Tanti. Papà Piero e mamma Carmen sono stati sempre al mio fianco. Cominciai a giocare, da terzino, nella scuola calcio di Giuseppe Novellino, fratello di Walter, nel mio paese. A 9 anni fui preso dal Bari, voluto da Nicassio. A 12 anni lasciai la famiglia per trasferirm­i nel convitto a Poggio delle Ginestre, dove il Bari faceva alloggiare i ragazzi fuori sede. Furono momenti difficilis­simi».

Nostalgia di casa?

«Una notte, in preda a una crisi di pianto, telefonai a papà: “vieni a prendermi, non ce la faccio a stare lontano da voi”. Mio padre arrivò subito a Bari: mi misi in auto, però, percorsi pochi metri dal convitto, dissi a papà di riportarmi indietro. “Resto qui, voglio fare il calciatore”, fu la scossa che mi ha cambiato la vita».

Come è finito dal Bari al Lecce?

«A sorpresa, a 15 anni il Bari mi svincolò. E Beppe Materazzi, che aveva il figlio Simone nel gruppo della mia categoria, mi propose un provino con il Lecce. Dopo due giorni, ero già in gialloross­o. Mio padre per i primi due anni a Bari in macchina faceva circa 250 km al giorno, casa-allenament­o, cinque volte a settimana. Devo ringraziar­e tanto nonno Filippo e zio Tonino: prestavano le loro auto a papà, che aveva una vecchia macchina».

Con i primi ingaggi da profession­ista ha aiutato la famiglia e si è tolto qualche sfizio?

«Sì, ho acquistato una casa a Pulsano per i miei familiari: ho tre fratelli, Marco, Roberto e Maria Perla. Mi sono concesso una Porsche e spero di comprare casa a Lecce. Roberto, 23 anni, è il mio primo tifoso; Marco, 25, fa il tatuatore. Ho più di venti tatuaggi, alcuni fatti da lui. Se andremo in A, gli chiederò qualcosa di particolar­e...».

Sulla coscia destra si è fatto tatuare un falco.

G Filippo Falco, 26 anni, su corso Vittorio Emanuele, a Lecce

Davanti all’anfiteatro romano, con le dita a L «dedicate alla mia fidanzata Liviana» G Sotto i portici del Comune FOTO LEZZI

«In famiglia tutti abbiamo un falco sulla pelle. Continuerò a festeggiar­e i miei gol con il volo sull’erba, per lanciarmi sulla preda. Contro Cosenza e Cremonese, dopo le mie reti, mi sono tuffato sul terreno bagnato. Rivedendo le immagini, viene da pensare proprio al falco».

La lettera L con due dita della mano, nell’ultima esultanza, quale significat­o ha?

«Ho dedicato il gol alla mia fidanzata Liviana, tarantina».

Il Lecce può lottare sino in fondo per la promozione?

«Sarà fondamenta­le continuare a proporre il nostro gioco, in modo spensierat­o. Liverani ha creato un’organizzaz­ione tattica perfetta; possiamo essere una mina vagante».

Più trequartis­ta lei o Mancosu?

«Con caratteris­tiche diverse, ci caliamo nel ruolo. Marco ha più gamba, gioca palla al piede; io prediligo dribbling e scatti e mi adatto da seconda punta. Fu Cosmi a Trapani a schierarmi trequartis­ta: “quando hai palla, fai quello che vuoi”».

Ha perso un treno importante?

«Ho il rammarico di non essermi goduto Zeman. Arrivato a Pescara, mi sono infortunat­o; quand’ero pronto, lui fu esonerato. In un mese e mezzo, ho appreso tanto da Zeman. E ho “tremato” ogni volta che, alle ore 8, prima dell’allenament­o c’era il controllop­eso. Vado pazzo per i dolci, mi mangerei un’intera cheesecake».

L’emozione più forte nella sua avventura calcistica?

«La promozione in A col Benevento e la gara col Bologna in casa Juve, per la quale simpatizzo. Entrai nel finale: io contro Chiellini, da non crederci».

Nel vivaio del Lecce, le fu dato il soprannome «Messi del Salento». E’ il suo idolo?

«Il mio mito. Pur di conoscerlo, andrei in bici a Barcellona. A parte Messi, ho apprezzato tanto Miccoli. Sono piccoletto...».

Il prossimo impegno a Carpi riporta alla mente l’eliminazio­ne del Lecce in finale playoff di Lega Pro contro gli emiliani, con invasione di campo al Via del Mare. Sarà un incrocio particolar­e?

«Che mazzata, quel giorno! Nella stagione a Benevento, però, ho segnato al Carpi sia all’andata che al ritorno. Magari riuscissi a ripetermi…». G Il record di gol in una stagione di B per Filippo Falco: nel Benevento 2016-17, chiusa con la promozione in A. In questo torneo è già a quota 4

LA SVOLTA

«In convitto a Bari una notte chiamai casa: “non resisto, venite a prendermi”

Salii in auto ma dissi “No, resto: voglio fare il calciatore”. È stata la svolta...»

A PESCARA MI FECI MALE, AL MIO RITORNO ZEMAN VENNE ESONERATO

FILIPPO FALCO

E L’INCROCIO MANCATO

CON I PRIMI SOLDI DA PRO HO PRESO CASA AI FAMILIARI. E UNA PORSCHE...

FILIPPO FALCO

E LO SFIZIO PERSONALE

HO UN FRATELLO TATUATORE: TUTTI A CASA ABBIAMO UN FALCO SULLA PELLE

L’ATTACCANTE GIALLOROSS­O E LA PASSIONE PER I TATTOO

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