La Gazzetta dello Sport

Meo e Brian: una famiglia in missione Mondiale

1Dal basket al rock, dal giardinagg­io ai tatuaggi: padre e figlio, così diversi, insieme per portare l’Italia in Cina

- Vincenzo Di Schiavi INVIATO A DANZICA (POLONIA)

Un Mondiale fatto in casa. O meglio, a casa Sacchetti. Se la Cina sembra così vicina è anche grazie alle virtù di una sola famiglia. Meo, il c.t., l’uomo che ha costruito l’Italia operaia, quelle delle finestre affrontate con orgogliosa imparziali­tà. In maglia azzurra son tutti uguali, a costo di alzare i toni davanti a premature rivendicaz­ioni. E poi Brian, l’uomo della tripla della liberazion­e con la Lituania, anticamera del viaggio mondiale verso Oriente: «La dedico al gruppo dice Sacchetti jr -, a Marco Ceron che sta attraversa­ndo un momento delicato, e naturalmen­te a mio padre che ci sta guidando in questo viaggio». Cominciato a Torino un anno fa contro la Romania. «Ricordo dice Meo - che la convocazio­ne di Brian fece storcere la bocca a

qualcuno. La verità è che a mio figlio non ho mai regalato niente. Anzi, forse ho tolto qualcosa». «Spero - aggiunge Brian che questa storia del “figlio di papà” ormai sia un ricordo. Ad inizio carriera, quando mi allenava a Castellett­o, la sentivo ed è stata la mia forza. Ho sempre lottato più degli altri: dovevo dimostrare di poter giocare ad alti livelli per le mie qualità e non perché ero il figlio di Sacchetti».

RITRATTO Meo, mamma Olimpia e poi tre eredi: Alice, la più SUL FIGLIO BRIAN

grande, Tommy il piccoletto e Brian, il mezzano: «Sì, scritto con la “i”. Come Brian Winters, esterno di Milwaukee Anni 70. Mio padre stravedeva per lui e mi ha dato il suo nome, per la disperazio­ne di mia madre». Una famiglia on the road. Tutta l’Europa e gli Stati Uniti - racconta Brian - sempre in macchina». «Con litigate continue tra fratelli anche solo per il posto in auto. Poi Brian ha smesso di venire con noi. Ha cominciato con le fidanzate» aggiunge il babbo. Che ama il rock classico e detesta quello heavy metal del figlio: «È solo rumore». Ma anche il c.t. ha qualcosa di insondabil­e: «Il giardinagg­io, la mia passione. Ma lì nessuno mi ha seguito». «Quando ero bambino - ribatte Brian - e mi chiedevano che lavoro facesse mio padre, dicevo: “Fa buchi per terra”. Allora non capivo. E per la verità neanche adesso... Il rugby invece è la nostra passione comune, poi lui stravede per le squadre di Boston: Celtics e Red Sox».

PROMESSE Mamma Olimpia è la stella polare. Lei indica la rotta: «Guai se le tocchi i figli» rimarca Meo. «È la grande mediatrice» spiega Brian. Come sulla questione dei tatuaggi. «A me non sono mai piaciuti - rivela il c.t. -. Tant’è che all’inizio me li teneva nascosti». «Il primo - spiega Brian - l’ho fatto a 18 anni e 2 giorni. È vero, a lui li nascondevo. Ho la rosa dei venti su un polpaccio con tutti i nomi della mia famiglia. A mia madre però ho promesso di andarci un po’ più piano». L’altro impegno riguarda il campo e lo trascrive il padre: «Brian parla troppo con gli arbitri. Mi ha dato la sua parola che migliorerà».

FATHER AND SON Già, il parquet. Ma come si vedono i Sacchetti nella missione di famiglia? «Brian si è costruito una buona carriera con le sue capacità - racconta il c.t. -: capisce il gioco, sa leggere le situazioni. Ha cominciato come play, poi è cresciuto 19cm in un anno e mezzo, ma gli son rimasti controllo di palla e letture. Il suo ruolo? Un quattro e mezzo che può marcare anche i pivot col mestiere. E poi sa fare spogliatoi­o. A me, per esempio, non ha mai raccontato niente e questo i suoi compagni lo hanno sempre apprezzato. Difetto? A volte è troppo altruista». «Sono arrivato al basket in modo naturale - racconta Brian -, vedendo mio padre giocare a Varese. Da piccolo mi sembrava un grande orso buono. Non l’ho mai chiamato coach, ma papà anche se negli anni ho imparato a scindere i ruoli. Il Triplete a Sassari il nostro momento più bello e questo Mondiale da c.t. se lo merita». Anche se poi dovrà fare scelte difficili. Brian sa come confortarl­o: «Cavoli suoi...».

A LUI NON HO MAI REGALATO NIENTE. ANZI, FORSE HO TOLTO QUALCOSA

ROMEO SACCHETTI

 ??  ?? G 1. Brian Sacchetti, 32 anni, esulta dopo avere infilato la tripla decisiva che ha permesso all’Italia di superare la Lituania giovedì sera a Brescia.G 2. L’immagine del tiro di Sacchetti jr scoccato da oltre l’arco dei 6.75 metri. G 3. Brian sorridente corre incontro al papà-c.t. Meo Sacchetti, 65 anni CIAMILLO
G 1. Brian Sacchetti, 32 anni, esulta dopo avere infilato la tripla decisiva che ha permesso all’Italia di superare la Lituania giovedì sera a Brescia.G 2. L’immagine del tiro di Sacchetti jr scoccato da oltre l’arco dei 6.75 metri. G 3. Brian sorridente corre incontro al papà-c.t. Meo Sacchetti, 65 anni CIAMILLO
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