Spalletti ritorna a Roma Con l’Inter vince sempre
Domani sera il big match all’Olimpico
LASCIO UNA ROMA FORTE, SI POTEVA FAR MEGLIO: NON ESCLUDO IL RITORNO
LUCIANO SPALLETTI 30 MAGGIO 2017
«Non escludo il ritorno» fu il colpo di teatro, il saluto speciale, l’ultima frase studiata e pronunciata per lasciare Trigoria, un anno e mezzo fa. Frase che apparteneva a Franco Califano, tifoso interista: l’oggi e il domani, quel maggio 2017. Di sicuro il segno di un amore contrastato, pur sempre un amore, un legame che va oltre le mille e una frizioni tra Luciano Spalletti e Roma. Non è la prima volta che il tecnico si riaffaccia nella capitale, è invece certamente la prima dalla pubblicazione del libro di Totti che ha riaperto ferite e capitoli dormienti. Luciano sfida tutto. Lo fa con l’Inter costruita a sua immagine, squadra che ragiona con la testa del suo allenatore, che si muove in campo quasi guidata a mano come si giocasse su una tav ola del Subbuteo.
CONTRADDIZIONI Domani Luciano torna a sfidare la squadra che lo ha fatto correre in campo impazzito di gioia, oltre che sbattere la testa sul tavolo della sala conferenza dell’Olimpico prima di dimettersi. Amore e odio, il tacco e la punta, il sorriso e il ghigno, la strette di mano e gli sguardi di ghiaccio, le lezioni di tattica e le parole al veleno. L’Olimpico è ancora il giardino di casa. Lo è anche per chi adesso si è abituato a curare e osservare le piante del Bosco Verticale. A Roma Luciano è diventato Spalletti, allenatore che ha allargato i suoi confini e aperto strade nuove. Ed è anche l’uomo che qualche soddisfazione, su quel campo, continua a togliersela, anche oggi che veste di nerazzurro e i pensieri volano decisamente verso altre direzioni. Spalletti a Roma ha sempre vinto, da quando è filato via. Due volte contro la Lazio (e una delle due valeva un pacco di milioni largo così in chiave Champions), un’altra con la Roma all’alba della scorsa stagione. Ora il calendario infila questa partita emotivamente speciale in un periodo cruciale, prima della sfida alla Juventus e il successivo bivio europeo contro il Psv. È la partita che può lanciare o deprimere, ma di certo c’è che l’Inter fin qui due partite consecutive non le ha mai perse. E che Di Francesco non ha mai battuto in carriera il collega. Queste le statistiche. Poi c’è l’oltre. C’è il feeling crescente con un San Siro sempre pieno. E di là una città che s’è via via spaccata intorno al nome di Spalletti. Sul motivo è persino troppo facile ricordare Totti: da una parte i risultati, dall’altra un mondo sempre più distante. Tutto questo c’è dentro la partita di domani: tattica e sentimento, in fondo i due ingredienti fondamentali di qualsiasi ricetta calcistica.