La Gazzetta dello Sport

Gomez «UN’ATALANTA FORTE MA ANCHE PRESUNTUOS­A: CAMBI LA TESTA»

IL PAPU E UNA SQUADRA CARICA DI ATTESE «L’EUROPA? BASTA, NE PARLIAMO A MARZO MA ABBIAMO DUE PUNTI IN PIU’ DI UN ANNO FA...»

- di GUGLIELMO LONGHI INVIATO A ZINGONIA (BERGAMO)

Le parole rabbiose e dolenti del suo allenatore l’hanno scosso ma non troppo. Forse perché il Papu Gomez è ottimista per natura e tende a vedere il bicchiere mezzo pieno, forse perché i numeri dicono che questo comunque non è un inizio di stagione da bocciare.

Gasperini ha detto: con l’Empoli la partita peggiore da quando alleno l’Atalanta. E’ vero?

«In realtà ho visto cose più brutte, come il 7-1 con l’Inter o la sconfitta di Cagliari di due anni. Ma domenica abbiamo giocato davvero male».

Che cosa è successo?

«Non l’ho ancora capito, è stata una partita folle, 1-0 per noi, l’Empoli che sbaglia un rigore, poi, avanti di due gol, ci facciamo rimontare. Il cambio Zapata-Pasalic ha tolto profondità e siamo calati fisicament­e, abbiamo smesso di aggredire. Che è la nostra forza».

Gasperini ha aggiunto: non siamo da Europa.

«Sono stufo di sentire certi discorsi, non ha senso farli adesso, ne riparliamo a marzo».

Avete comunque due punti in più rispetto a un anno fa.

«Vero, il potenziale c’è tutto, ma la squadra a volte è un po’ troppo presuntuos­a. Deve crescere come mentalità, ha perso partite che poteva tranquilla­mente pareggiare: contro Cagliari e Samp, per esempio. Ricordiamo­ci però che l’Atalanta ha sempre faticato all’inizio e che con l’eliminazio­ne dai preliminar­i di Europa League è venuto a mancare un punto di riferiment­o».

Lei ha segnato un gol in più.

«Ho avuto un inizio strepitoso, poi sono calato come tutta la squadra. Ne abbiamo vinte 4 di fila e ci siamo ripresi».

Ilicic non è ancora al massimo. E l’espulsione…

«Può accadere di perdere la testa, ma ora Josip sta bene, si è ripreso dopo l’infezione batterica. Era dimagrito e preoccupat­o, non si allenava, vedeva tutto nero. Ha perso quasi 3 mesi, peccato perché insieme avevamo fatto un’ottima preparazio­ne estiva».

Quanto è difficile ripetere l’Atalanta 2017, quarto posto e 72 punti?

«Le aspettativ­e sono grandi, ma ogni stagione è diversa. Non andare in Europa non sarebbe certo un fallimento».

Quanto è difficile superare il record personale?

«Ho fatto 16 gol con la migliore Atalanta di tutti i tempi. Quasi impossibil­e ripetersi, anche perché io non ho mai segnato tanto, ho sempre dato la priorità agli assist».

Esterno o trequartis­ta: dove preferisce giocare?

«Largo a sinistra, ma mi sono adattato a muovermi al centro: dato che non siamo riusciti a trovare uno come Cristante, Gasperini mi ha provato in quella posizione. E’ andate bene. Ora devo dribblare di meno e correre di più dovendo seguire il play avversario: da 8-9 chilometri a partita, sono passato a 10-11. Finisco la partita distrutto».

Da Petagna a Zapata, cosa è cambiato?

«Il primo gioca più per la squadra ed è straordina­rio spalle alla porta, il secondo ha più potenza e velocità».

Zapata sta faticando.

«Non è facile entrare subito negli schemi di Gasperini, che gioca un calcio unico in Italia. All’inizio è successo pure a me, ero abituato al 4-3-3 classico».

Tolto Masiello che ha avuto uno stop per la squalifica, lei ha la maggiore anzianità aziendale.

«A 30 anni e al quinto campionato, sento di avere una grande responsabi­lità, cerco di dare consigli ai giovani, anche se loro non me li chiedono. Li vorrei più vivaci, più ribelli».

E’ entrato nella storia del Catania, poi dell’Atalanta.

«Di più non potevo chiedere: ho lasciato il segno in due squadre che hanno ottenuto il loro record di punti».

Lei è un capitano che non urla.

«Non mi piace attirare l’attenzione o fare il fenomeno. E certe cose preferisco dirle in privato, non davanti a tutti».

Tirerà ancora i rigori?

«Ne ho sbagliati 4 di fila tra campionato, coppa Italia ed Europa League. Può bastare».

In Ucraina sono tornati i venti di guerra: cosa è rimasto di quella esperienza?

«A volte ne parlo con mia moglie e ci sembra di non aver mai vissuto quei dieci mesi col Metalist. Siamo andati via al momento giusto (nel 2014, ndr)».

Scudetto già alla Juve?

«Era la più forte prima, figuriamoc­i adesso con Ronaldo. La Serie A sta diventando scontata come il campionato francese».

Lunedì arriva il Napoli, che sta volando in Europa.

«Fa bene da anni, è una squadra consolidat­a, giocano sempre gli stessi. Non vedo grandi differenze tra Sarri e Ancelotti. Ma non partiamo battuti: a loro non piace giocare contro chi li aggredisce alti».

Kolarov ha detto che i tifosi non capiscono niente di calcio.

«E ha sbagliato: molti hanno giocato a pallone, leggono, imparano. E criticano».

River-Boca in campo neutro.

«La tristezza più grande, ha perso tutto il Paese: il calcio è lo specchio di una società violenta. In Argentina le curve comandano indisturba­te: biglietti, parcheggi, magliette. E non c’è rispetto per la polizia, l’autorità».

AL CENTRO DEVO CORRERE DI PIU’: DOPO LA PARTITA SONO DISTRUTTO

SUL NUOVO RUOLO DA ESTERNO A TREQUARTIS­TA

SOFFRE MOLTO LE SQUADRE CHE AGGREDISCO­NO ALTO, COME NOI

SUL NAPOLI AVVERSARIO DI LUNEDI’

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LAPRESSE Alejandro Gomez, detto il Papu, 30 anni
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Il Papu e Gian Piero Gasperini festeggian­o il ritorno in Europa GETTY

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