La Gazzetta dello Sport

«Vattene via» «Vigliacco» Ruppero così

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Avolte i grandi amori finiscono in odi persino inesplicab­ili. Così è successo tra Totti e Spalletti. Non è un caso che a settembre, per la presentazi­one della sua autobiogra­fia al Colosseo, l’ex n.10 gialloross­o abbia invitato tutti gli allenatori che ha avuto in carriera tranne due: Carlos Bianchi (che voleva cederlo) e naturalmen­te Spalletti. Diventato dirigente, il «mood» tottiano non è cambiato. «Io non dimentico», ripete spesso.

IL FEELING «Ho avuto a che fare con due versioni di Spalletti», ha raccontato l’ex capitano a Paolo Condò nella suo libro. Il primo, nel 2004, gli piaceva. «Era matto e divertente… Faceva cose tipo mettersi a correre nudo nel corridoio degli spogliatoi». Il feeling non mancava, anche se la passione di Totti per il gioco delle carte, in ritiro, era un’occasione di divergenze. Così tanto che nel 2006 – quando il capitano si ruppe il perone e i legamenti – l’allenatore passò notti in clinica con lui per fargli compagnia. Affetto vero. Non è un caso che l’addio, nel 2009, fu struggente, con Spalletti che non riusciva a parlare per la commozione.

IL RANCORE Nel 2016, però, le cose cambiano. Addio più coinvolgen­te dal punto di vista umano. Si ricomincia dalle frizioni per le carte, ma Totti capisce che c’è altro. «Il senso del messaggio era chiaro: «L’altra volta ti ho permesso tutto, ora non più”». Logico che le cose precipitin­o, con Totti che fa un’intervista in cui dice di non sentirsi rispettato e Spalletti che il giorno dopo, a poche ore da RomaPalerm­o, lo convoca per dirgli: «Vai a casa. Tu ormai sei come gli altri, dimenticat­i di quando eri insostitui­bile». La replica è feroce: «Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il c..., eh? Sei tornato con una missione. Portala al termine». La frattura è consumata. A Bergamo, dopo il pari con l’Atalanta santificat­o da Totti, il nuovo scontro dovuto alle carte. «Basta, hai rotto – dice l’allenatore –, pretendi di comandare e te ne devi andare». Invece ci sarà ancora un anno di fredda convivenza fino ai saluti di Spalletti, fischiato dall’Olimpico nel giorno dell’addio di Totti. Che per ricordare il suo ex allenatore sottoscriv­e ancora le parole di sua moglie Ilary: grande allenatore ma «piccolo uomo».

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Spalletti e Totti si ignorano all’Olimpico ANSA

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