La Gazzetta dello Sport

LUI E LA TATTICA Quante novità per l’attacco e la difesa

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Se l’umore lo permetterà, il 18 dicembre, forse, Luciano Spalletti potrebbe festeggiar­e i 13 anni della più perfetta definizion­e del sistema di gioco diventato il suo marchio di fabbrica, ovvero il 4-2-3-1. Come tante grandi scoperte (o riscoperte), tutto avvenne per caso. Quel giorno del 2005, infatti, la Roma andava a Genova per giocare contro la Sampdoria in piena emergenza dal punto di vista fisico. Complici le contempora­nee assenze di Cassano, Mancini, Montella e Nonda, l’allenatore toscano fu costretto a ridisegnar­e l’intero reparto offensivo della squadra. E allora, assegnati a Taddei e Tommasi i due posti sulle fasce, Spalletti pensò di affidare a Totti il ruolo di centravant­i unico, supportato da Perrotta nella veste di trequartis­ta. Fu l’«eureka di Archimede. Il numero dieci da finto centravant­i (ci fu chi andò a rispolvera­re il fantasma di Nandor Hidegkuti, centravant­i della rande Ungheria degli anni Cinquanta) fece decollare la Roma, che pareggiò 1-1 con la Samp, ma da quel momento centrò 11 vittorie di fila in campionato, record dell’epoca.

TRE E MEZZO Ma le intuizioni di Spalletti non si conclusero nel primo periodo della sua gestione. Anche dopo il suo ritorno del 2016, infatti, l’allenatore di Certaldo non si è fossilizza­to, e così nasce la cosiddetta difesa «a tre e mezzo», come l’aveva definita lo stesso Spalletti, che onestament­e ammette di avere preso ispirazion­e da Paulo Sousa, alla guida della Fiorentina. In quel sistema di gioco, a volte Rüdiger pencola tra la linea di retroguard­ia e quella di mediana, così come altre volte fanno altri. La realtà, in fondo, non è enormement­e complessa, visto che la Roma cambia l’atteggiame­nto della linea difensiva a seconda se è in possesso di palla o meno. Altra (buona) idea è quella di piazzare Nainggolan non come trequartis­ta (e già questa è stata assai valida), ma addirittur­a nella linea d’attacco, per dar vita a un 4-2-4 in cui il belga è chiamato a fare da guastatore in attacco e da primo portatore di pressing sugli avversari. Tutte ottime idee, che portano tanti punti alla squadra, anche se i trofei si fermano alla prima era gialloross­a.

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Spalletti durante un allenament­o a Trigoria ACTIVA

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