Svolta cubana
ATLETI IN FUGA PORTE APERTE IN NAZIONALE
Dopo più di vent’anni di esclusioni per chi ha lasciato il Paese per una carriera da pro’, la commissione nazionale dello sport apre uno spiraglio a chi ha cercato fortuna all’estero: chi non ha cambiato passaporto potrà tornare a rappresentare Cuba. Nel volley tantissimi in giro per il mondo
Una svolta epocale, una rivoluzione attesa 20 anni, una risposta alla diaspora di talento e potenzialità che ha afflitto l’Isola negli ultimi 20 anni. Cuba ci ripensa: in un’ assemblea a cui hanno partecipato i rappresentanti delle province cubane, la commissione nazionale dello sport, presieduta dal presidente della Federazione volley, Ariel Sainz, è stato deciso di aprire la possibilità al reintegro in Nazionale di tutti i giocatori che non abbiano cambiato nazionalità sportiva pur essendo andati a giocare all’estero. A patto di fare richiesta di riaffiliazione (da approvare). Dopo anni di emigrazione senza ritorno, costretti a scegliere tra una vita da pro’ e la maglia della Nazionale, il governo finalmente cambia l’approccio nei loro confronti. Una scelta che, soprattutto nel volley, potrebbe riportare la Nazionale cubana ai vertici mondiali, anche se per alcuni, come Leal e Leon, potrebbe essere già tardi, visto che hanno già preso la nazionalità rispettivamente brasiliana e polacca.
FUGHE, MATRIMONI E ALTRO
La diaspora cubana a livello sportivo è storia antica nel baseball
e più recente nel volley, dove il via libera veniva dato solo ai giocatori non più di interesse nazionale. Fu dopo il biennio di campionati in Italia, grazie all’accordo tra le federazioni che cominciarono le fughe: di fronte al rifiuto della federazione cubana a permettere a giocatori nel pieno dell’attività di trovare ingaggi all’estero. Nel 2001, da un ritiro in Belgio fuggirono in 5, più un sesto che si allontanò da solo. Appena arrivati in Italia fecero un appello a Cuba per trovare un accordo
ma trovarono un muro. Da allora uno stillicidio: fra esclusioni dalla Nazionale, fughe e matrimoni più o meno reali, la nazionale cubana non è più riuscita a trattenerli. Emblematico il Mondiale 2010, con l’argento conquistato da una squadra giovanissima e poi subito dispersa. «Era ora che qualcuno prendesse questa decisione dice Ihosvany Hernandez, scudetto a Roma e uno dei 5 della prima fuga - per permettere al volley cubano di tornare a primeggiare». Prudente Robertlandy Simon, uno di quelli che potrebbe rientrare: «Ho sentito la notizia ma voglio saperne di più. Torno a certe condizioni, per far crescere dei ragazzi e per far tornare Cuba a vincere. La notizia è bella, ma per quanto mi riguarda non so cosa succederà».
BASEBALL E ALTRI Negli altri sport, da tempo i giocatori di baseball fuggiti nella Major League americana mandano messaggi per poter tornare in nazionale: ma adesso sotto contratto con le franchigie pro’ sarà più problematico liberarsi, a meno che si tratti del World Classic, il Mondiale stellare che si disputa negli Usa ogni quattro anni. Piuttosto, il ritorno olimpico del baseball pone più opportunità. Di sicuro una Cuba con i fuoriclasse come Gurriel, Abreu, Cespedes e Chapman sarebbe davvero forte. Nella boxe Yurioquis Gamba vorrebbe tornare, ma ha perso lo status di dilettante. Nell’atletica di recente la stella Pichardo ha preso la nazionalità portoghese, e alcuni lottatori ormai si sono trasferiti all’estero: proveranno a tornare? Vedremo: il processo di reintegrazione, intanto, è ormai avviato. Ineluttabilmente.
IL CENTRALE DELLA LUBE SIMON:
«BUONA SCELTA MA IO NON SO SE TORNERÒ»