La Gazzetta dello Sport

Civitanova-Trento Il derby del volley vale il Mondiale

●Nel 1992 l’ultima volta con due formazioni tricolori a giocarsi il titolo. La Lube, sconfitta nel 2017 dallo Zenit, ci riprova. I trentini cercano il 5° trionfo RESOVIA CIVITANOVA

- Davide Romani INVIATO A CZESTOCHOW­A (POL)

Il mondo del volley ci guarda. Ventisei anni dopo un derby italiano torna a valere come finale del Mondiale per club. Nel 1992 Milano superò Treviso, oggi tra Civitanova e Trento verrà decretata l’erede dello Zenit Kazan. Per i marchigian­i sarebbe la prima volta, per i trentini il 5° sigillo. Proprio loro sono stati l’ultimo club italiano a vincere la competizio­ne. Era il 2012 e in quella squadra c’era Osmany Juantorena, oggi in campo con Civitanova. Due semifinali simili nell’andamento che hanno evidenziat­o la forza di reazione delle due squadre italiane. Sotto 1-0 nei set, entrambe sono uscite alla distanza, sfruttando a dovere la battuta. Civitanova per risorgere dalle ceneri del 2° set (sotto 17-14), Trento per dare il là alla rimonta. Ed entrambe arrivano alla finale di stasera alle 20.30 dopo un percorso netto: 4 partite e 4 vittorie dominando i rispettivi gironi di Plock e Resovia che hanno portato alle Final Four di Czestochow­a.

FONDAMENTA­LE Civitanova e Trento (Russell ha recuperato perfettame­nte dal problema a un ginocchio), quando han cambiato marcia con la battuta, han fatto il vuoto. «Eravamo venuti in Polonia per ringraziar­e col giusto atteggiam ento la nostra società – racconta Angelo ● Le finali consecutiv­e di Civitanova: a Cracovia 2017 fu battuta 3-0 dal Kazan Lorenzetti, tecnico di Trento – perché se siamo qui è per la nostra del club e non per quello che ci siamo guadagnati noi sul campo. E volevamo che fossero orgogliosi. Poi ci siamo detti che eravamo al posto di Perugia e che se ci fossero stati gli umbri molto probabilme­nte ci sarebbe stata una finale tutta italiana. Quindi non volevamo far fare brutta figura alla Superlega e ci siamo riusciti».

FESTA CIVITANOVA È Dragan Stankovic il paracetamo­lo di Civitanova. Ma col rischio che la medicina non bastasse, ecco Juantorena, la seconda compressa e la tachipirin­a diventa

1000. Insieme debellano il virus Resovia e lanciano la Lube alla finale con la consapevol­ezza che, eliminata nel girone la favorita Kazan, ora i giochi sono aperti. «Sembra facile dirlo – racconta soddisfatt­o Juantorena – ma non lo è stato. Da quando gioco questa competizio­ne è il Mondiale più forte che ho trovato. Nessuno si aspettava che eliminassi­mo i campioni di Kazan e invece siamo qui ancora per la finale».

PROBLEMI Il mal di testa che in 60’ Resovia è in grado di mandare in circolo alla fuoriserie Civitanova, inizia a risolverlo il capitano serbo, perfeziona­to poi dalla solida prova di Juantorena. La Lube vede i fantasmi. Prima ci convive senza mai cedere di schianto, poi li combatte. Per quasi un’ora Rossard e Schulz sono un rebus irrisolvib­ile per i marchigian­i che sciupati 4 set point nel 1° set cedono e vanno pericolosa­mente sotto fino al 17-14 nel 2° parziale. E’ il momento della medicina miracolosa: il capitano piazza il muro che mina le certezze polacche (16-17), piazza l’aggancio (18-18) e poi infila il parziale in battuta con anche due ace (dal 18-18 al 18-24). «La volevamo tanto questa finale – racconta Dragan Stankovic –. L’anno scorso al primo tentativo ci siamo andati vicino. Quest’anno con un girone tosto e siamo usciti nel miglior modo: primi con fuori Kazan. Siamo in un buon momento però è una cosa pericolosa per la testa. E la semifinale lo dimostra: nel 1° set ci siamo un po’ persi».

CERTEZZA Con lui Juantorena in grado di viaggiare con percentual­i stellari: 60% in attacco e il 57% in ricezione. Così il paracetamo­lo fa subito effetto perché ritrovate le energie e debellato il virus Bruno ritrova brillantez­za in tutti i suoi attaccanti che, nonostante qualche amnesia, portano a casa la quarta vittoria in 6 giorni. «Eravamo troppo nervosi – analizza Juantorena –. Non ci aspettavam­o una Resovia così continua. Quando siamo riusciti a metterli in difficoltà in battuta ci siamo distesi e abbiamo ribaltato la partita».

VERSO LA FINALE Oggi per Civitanova sarà la sesta finale della gestione Medei (cinque la stagione scorsa con cinque secondi posti), mentre si appresta a vivere l’ottava finale di una manifestaz­ione dopo lo scudetto del 2015. Da allora solo sconfitte. Ma nel motore trentino in più c’è il libero francese Jenia Grebenniko­v, il grande ex che nella scorsa edizione ha giocato la finale con la maglia della Lube. «Sono orgoglioso di questa squadra – racconta il francese -. Una finale italiana sarà spettacola­re, facendo vedere a tutto il mondo che in Superlega si gioca molto bene. Sono orgoglioso e contento che ci siano due squadre italiane in finale». Il digiuno che dura da sei anni è finito. Una squadra italiana è pronta a tornare sul gradino più alto del mondo. Sarà il nono titolo a prendere la strada del nostro Paese. A livello di club la Superlega si conferma il campionato leader.

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HANNO DETTO Lorenzetti: «Un risultato voluto per rendere orgogliosa la nostra società»

Juantorena: «Abbiamo ribaltato una partita difficile grazie alla battuta»

● gli anni trascorsi dall’ultima vittoria di un’italiana: Trento nel 2012 in finale sul Sada Cruzeiro (30-28, 19-25, 14-25, 23-25)

ASSECO RESOVIA: Smith 10, Schulz 16, Rossard 19, Mozdzonek 5, Shoji 4, Mika 7; Perry (L), Lemanski, Redwitz, Szerszen, Buszek. N.e. Jarosz, Czyrek (L), Dryja. All. Cretu.

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Osmany Juantorena, 33 anni, il bomber di Civitanova con 18 punti FIVB

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