CHI LA FERMA QUESTA SIGNORA?
É una Juve trasformista, un incastro di specchi che confonde come i trucchi dei maghi migliori: gioca bene e non chiude le partite, gioca male e si prende lo stesso tre punti. Soffre un tempo e poi dilaga. Cade (raramente) e si rialza. La Juve ha numeri impressionanti (13 successi su 14 partite, una serie di 20 trasferte senza sconfitte) e facce di ogni tipo: dalla bellezza tartarugata di Ronaldo all’ossatura da pugile di Giorgio Chiellini, capitano e leader arrivato alla consacrazione mediatica dopo una lunga gavetta. C’è tanta Juve, troppa per tutti in Italia, davanti e dietro le quinte: e se c’è sempre il portoghese al centro della scena, è importante lo spirito di una compagnia capace di recitare ormai molti copioni.
La Juve vince perché ha i giocatori migliori, e ne ha tanti, perché è guidata da una dirigenza capace e perché sulla panchina c’è l’allenatore illusionista, quello che ha cominciato a confondere i rivali quando era al Milan con il sistema di gioco soprannominato 4-3-poi si vede (evoluzione del leonardesco 4-2-fantasia) e ha raffinato i suoi poteri sulla panchina della Juve. Questi anni raccontano novità tattiche importanti, dal Mandzukic invogliato a difendere al Pjanic regista, al Cuadrado mezz’ala. Allegri plasma i suoi con leggerezza: le sue ultime intuizioni stanno portando in alto il 21enne Bentancur, sempre più centrale nel progetto bianconero. La Juve ha allungato, come il suo tecnico aveva chiesto, su un campo per tradizione difficile, in un contesto assurdamente astioso. La Viola è rimasta in partita a lungo, ma alla fine non ha retto all’onda d’urto: finora aveva subito tre reti in casa, altre tre le ha prese dalla Juve in un pomeriggio. E alla fine ha potuto riposare un po’ anche Ronaldo, sostituito (la vera notizia della giornata) da Allegri dopo il 3-0 segnato su rigore.
Troppa Juve per tutti, almeno in Italia, ed è difficile immaginarsi situazioni che possano riaprire il campionato. Meglio concentrarsi sulla lotta per il secondo posto che oggi vive di grandi duelli. L’inquieta Roma ospita l’Inter aggrappata al solito Icardi. Qualche guaio per Spalletti, a cominciare dall’assenza di Nainggolan, che i tifosi giallorossi si preparavano ad accogliere con affetto, ma formazione più o meno classica. Dall’altra parte c’è una Roma che deve ancora trovare un nuovo equilibrio, come si è visto contro il Real Madrid, e che si presenta di fronte a rivali fisicamente forti con un attacco giovane. Gli infortuni stanno condizionando il lavoro di Di Francesco, però la Roma ha le qualità per risalire la corrente. E deve risalire la corrente, per così dire, anche il Napoli, che è andato a dormire con un distacco di undici punti sotto il cuscino: la Juve scappa, il Napoli deve provare a non farsi staccare troppo e la partita di lunedì a Bergamo non è l’occasione migliore per ripartire dopo il pareggio del San Paolo con il Chievo, che ha avuto un effetto da doccia scozzese sui tifosi napoletani.
Anche in Champions, nonostante il largo successo con la Stella Rossa, la situazione per il Napoli si è complicata: paradosso di una squadra che è seconda in campionato e prima nel suo girone europeo, ma non è certa di niente e stasera potrebbe ritrovarsi superata dall’Inter. In un turno duro per le prime, Milan e Lazio provano a guadagnare terreno: la Lazio in casa del Chievo ha precedenti favorevoli, il Milan affronta il Parma, che ha una classifica da favola, ma gli uomini di Gattuso dopo il pareggio finale con la Lazio e lo spavento con il Dudelange devono restare aggrappati alla zona Champions. Fra qualche mese potremmo ritrovarci un gruppone in volata. Davanti, un ciclista in fuga. Una lunga fuga, che ormai non stupisce più.