JUVE CANNIBALE
PROVA DI FORZA ANCHE A FIRENZE (3-0)
Bentancur, rete e numeri da grande centrocampista Chiellini trascina e segna Ronaldo, 10° sigillo in A Dominata la Fiorentina
e +11 sul Napoli
●I bianconeri sono stati superiori e abili a difendersi nei momenti di difficoltà. I viola ci provano, ma non spaventano quasi mai Szczesny
La Fiorentina non ha l’età, la Juve non conosce pietà, e al «Franchi» non poteva finire diversamente. Sebbene lo 0-3 punisca con durezza la tenera gioventù dei viola, il risultato conserva una logica di fondo. A tratti è sembrata una partita tra formazioni di differenti categorie, tipo un’Under 21 contro una Nazionale A. La Juventus è sempre più padrona del campionato, 13 vittorie in 14 giornate, 40 punti: la capolista rischia di sfondare quota cento con largo anticipo e di frantumare ogni record. Momentaneo più 11 sul
Napoli e più 12 sull’Inter, distacchi enormi, se da qui a domani rimarranno tali o poco meno. Oggi non si capisce chi e come possa opporsi a una squadra che in Italia è fuori categoria. Venerdì sera ci proverà l’Inter allo Stadium, forse l’ultima carta che rimane nella resistenza alla JuveCrazia.
SITUAZIONISMO La Fiorentina ha cercato di compensare l’abisso con corsa e aggressività, ha alzato il ritmo, per quanto tutti sapessero che sarebbe stato impossibile correre oltre soglia per un’ora e mezza filata. Viola con spirito garibaldino, ma preda di fisiologiche sbavature, improvvisi momenti di stacco psicofisico in cui la Juve si è intrufolata con ferocia. Il gol dello 0-1 ne è esempio. L’azione è stata elementare, ma da parte degli avversari la lettura dell’uno-due tra Bentancur e Dybala è parsa tardiva. Veretout si è lasciato prendere in mezzo e quando ha compreso la gravità della cosa, la palla era già volata via, oltre le sue possibilità. Pezzella è stato circuito dall’incertezza tipica del difensore che viene puntato da un centrocampista lanciato in corsa: che fare? Uscire o scivolare all’indietro? Pezzella non ha fatto nulla e Bentancur ha spedito la biglia in buca. Una rete figlia del calcio essenziale di Allegri, che ai suoi giocatori non chiede la religiosa osservanza di complicati giri del pallone: li lascia liberi di essere se stessi, purché rispettino elementari norme di equilibrio. Si va e si torna di squadra, e all’attacco il tridente mobile non è codificabile con i numerini: formula 3 o 1-2 con Dybala trequartista? Dipende dall’estro, dagli eventi, dagli interscambi decisi dai protagonisti medesimi. La Juve è squadra situazionista, nel senso che si adatta alle situazioni. Ieri aveva davanti un avversario sotto età e ha consentito che i ventenni viola dessero fondo alla loro gioventù. Li ha invitati a farsi avanti. L’inganno del cinismo, mostrarsi per quello che non si è, aggredibili e vulnerabili. La Fiorentina ci ha creduto, con Simeone e Chiesa ha sciupato quel che la Juve le ha concesso ed è stata punita.
PRAGMATISMO I viola sono risaliti dall’intervallo con i migliori propositi. Ferventi e frizzanti, con sfrontatezza hanno provato a infastidire la Signora. Sono stati venti minuti illusori, in cui si pensava che sì, forse, chissà, la Fiorentina sarebbe riuscita a riaffiorare in superficie. Qui è scattato il pragmatismo di Allegri. Prima l’allenatore si è esibito in qualche urlaccio, di modo che i suoi non esagerassero con le concessioni. Poi ha cambiato sistema, ha rimodulato la squadra con il 44-2, l’assetto più basico ed umile, quello che meglio copre il campo: Dybala e Ronaldo attaccanti, Cuadrado – fin lì mezzala «sui generis» – e Mandzukic esterni sulla linea di mezzo. La ricerca dell’affidabilità, dunque del risultato. Così sono arrivati il raddoppio di Chiellini, un po’ rocambolesco, e lo 0-3 di Ronaldo su rigore. Ad Allegri non importa stupire con effetti speciali, non è affetto da «guardiolismo», non ritiene che il calcio sia scienza, filosofia o letteratura. Sospettiamo anzi che nelle riunioni di aggiornamento con i colleghi, dentro l’aula magna di Coverciano, ascolti con diffidenza certi vocaboli in «covercianese». Allegri è un «giocatorista», punta a ricavare il meglio da ogni giocatore e considera il gioco un accessorio, un mezzo e non un fine. Ed è per questo che oggi in Italia la Juve è senza concorrenza: i migliori fichi del bigoncio appartengono alla Signora, ecco il perché. Elementare quanto il 4-4-2, ma vero.
LA CHIAVE Allegri è stato bravo a far sfogare i viola e ad approfittare delle loro sbavature
Nella ripresa con pragmatismo è passato al 4-4-2 per coprire meglio