Spalletti punge «Caro Lautaro, così papà ti danneggia»
●Il nerazzurro «Sei un uomo, non hai bisogno di essere difeso come un bimbo»
Magari un giorno Lautaro ringrazierà il papà per averlo involontariamente spinto a scoprire quel passaggio segreto che porta dal sentirsi un grande calciatore all’esserlo davvero. Di certo c’è che Luciano Spalletti ha fissato i punti invalicabili della vicenda, di quell’antipatico «cagon» scritto in un tweet da chi pensava di proteggere il figlio da chissà quale ingiustizia. Eccolo qui, Spalletti, tono basso e concetti chiari: «Ho parlato con il ragazzo, si è scusato, cose così non possono non essere prese in considerazione, dentro un gruppo è giusto affrontarle. È importante che si renda conto che suo padre, così facendo, attacca l’Inter e non me. Così crea problemi a suo figlio stesso, danneggia la sua immagine e il rapporto coi compagni. Lautaro è un uomo, non ha bisogno di difese, non è giusto trattarlo da bambino. Per diventare un top player devi saper gestire te stesso e quelli che ti stanno intorno». Punto e a capo. Anzi no, perché il tecnico non risparmia neppure una frecciata alla società sempre a proposito di Lautaro: «I grandi club a livello europeo stanno attenti a non avere situazioni imbarazzanti co- me questa da gestire». Perché sono i particolari a fare la differenza. E in un periodo così non c’era certamente bisogno di alimentare polemiche.
RADJA E ROMA
Polemiche che portano dietro il nome di Radja Nainggolan. Spalletti fa: «Dicono che l’affare lo abbia fatto la Roma? Io invece credo che Nainggolan sia sempre lo stesso, di testa e di fisico. Ha avuto un infortunio durante il ritiro, poi un paio di fastidi o ricadute, conseguenza di quanto avuto in precedenza (il k.o. alla caviglia e i successivi stop, ndr). Ora lo tratteremo con tempistiche più comode per rimetterlo a posto. Lui per primo è dispiaciuto per non esser riuscito fin qui a dare il suo contributo». Basta forzature: l’obiettivo è la partita con il Psv, stasera per il suo posto è favorito Joao Mario, come pure Perisic è avanti su Keita e Miranda su De Vrij. Sistemato il punto di vista su Londra («Per me abbiamo giocato meglio rispetto all’andata»), sorvolato pure su Perisic («Dichiarazioni normali, sta molto bene all’Inter»), la Roma dà l’occasione a Spalletti per rivendicare la bontà del suo lavoro: «Quando sono arrivato qui eravamo a 30 punti dalla Roma, ora siamo a più 9 e questa partita viene presentata con l’idea che dobbiamo vincere per forza. Bene, lo prendo come un complimento, vol dire che siamo cresciuti. Tanto le pressioni ce le cerchiamo da soli: nelle prossime tre partite puntiamo a qualcosa di importantissimo. Ma non sarà facile: la Roma ha una grande rosa e una classifica non in linea con il suo blasone». Dentro ci si può leggere una frecciata a Di Francesco, anche se del suo passato il tecnico dice: «Lì non ho solo allenato. Ho vissuto. E mi fa piacere ritrovare tanti amici». Magari non Totti: «Ma se lo incontro lo saluto. Il libro? Non l’ho ancora letto, voglio farlo con calma. Penso che mi toccherà fare un paio di precisazioni...». Precisazione che vale pure per l’Inter: «Siamo dentro il percorso più roseo che potevamo immaginarci». Chissà se papà Lautaro è d’accordo.
TOTTI? IL LIBRO NON L’HO LETTO ANCORA, MA FARÒ PRECISAZIONI...
LUCIANO SPALLETTI SULL’EX CAPITANO ROMA