La Gazzetta dello Sport

Spalletti punge «Caro Lautaro, così papà ti danneggia»

●Il nerazzurro «Sei un uomo, non hai bisogno di essere difeso come un bimbo»

- Davide Stoppini INVIATO A APPIANO GENTILE (CO)

Magari un giorno Lautaro ringrazier­à il papà per averlo involontar­iamente spinto a scoprire quel passaggio segreto che porta dal sentirsi un grande calciatore all’esserlo davvero. Di certo c’è che Luciano Spalletti ha fissato i punti invalicabi­li della vicenda, di quell’antipatico «cagon» scritto in un tweet da chi pensava di proteggere il figlio da chissà quale ingiustizi­a. Eccolo qui, Spalletti, tono basso e concetti chiari: «Ho parlato con il ragazzo, si è scusato, cose così non possono non essere prese in consideraz­ione, dentro un gruppo è giusto affrontarl­e. È importante che si renda conto che suo padre, così facendo, attacca l’Inter e non me. Così crea problemi a suo figlio stesso, danneggia la sua immagine e il rapporto coi compagni. Lautaro è un uomo, non ha bisogno di difese, non è giusto trattarlo da bambino. Per diventare un top player devi saper gestire te stesso e quelli che ti stanno intorno». Punto e a capo. Anzi no, perché il tecnico non risparmia neppure una frecciata alla società sempre a proposito di Lautaro: «I grandi club a livello europeo stanno attenti a non avere situazioni imbarazzan­ti co- me questa da gestire». Perché sono i particolar­i a fare la differenza. E in un periodo così non c’era certamente bisogno di alimentare polemiche.

RADJA E ROMA

Polemiche che portano dietro il nome di Radja Nainggolan. Spalletti fa: «Dicono che l’affare lo abbia fatto la Roma? Io invece credo che Nainggolan sia sempre lo stesso, di testa e di fisico. Ha avuto un infortunio durante il ritiro, poi un paio di fastidi o ricadute, conseguenz­a di quanto avuto in precedenza (il k.o. alla caviglia e i successivi stop, ndr). Ora lo tratteremo con tempistich­e più comode per rimetterlo a posto. Lui per primo è dispiaciut­o per non esser riuscito fin qui a dare il suo contributo». Basta forzature: l’obiettivo è la partita con il Psv, stasera per il suo posto è favorito Joao Mario, come pure Perisic è avanti su Keita e Miranda su De Vrij. Sistemato il punto di vista su Londra («Per me abbiamo giocato meglio rispetto all’andata»), sorvolato pure su Perisic («Dichiarazi­oni normali, sta molto bene all’Inter»), la Roma dà l’occasione a Spalletti per rivendicar­e la bontà del suo lavoro: «Quando sono arrivato qui eravamo a 30 punti dalla Roma, ora siamo a più 9 e questa partita viene presentata con l’idea che dobbiamo vincere per forza. Bene, lo prendo come un compliment­o, vol dire che siamo cresciuti. Tanto le pressioni ce le cerchiamo da soli: nelle prossime tre partite puntiamo a qualcosa di importanti­ssimo. Ma non sarà facile: la Roma ha una grande rosa e una classifica non in linea con il suo blasone». Dentro ci si può leggere una frecciata a Di Francesco, anche se del suo passato il tecnico dice: «Lì non ho solo allenato. Ho vissuto. E mi fa piacere ritrovare tanti amici». Magari non Totti: «Ma se lo incontro lo saluto. Il libro? Non l’ho ancora letto, voglio farlo con calma. Penso che mi toccherà fare un paio di precisazio­ni...». Precisazio­ne che vale pure per l’Inter: «Siamo dentro il percorso più roseo che potevamo immaginarc­i». Chissà se papà Lautaro è d’accordo.

TOTTI? IL LIBRO NON L’HO LETTO ANCORA, MA FARÒ PRECISAZIO­NI...

LUCIANO SPALLETTI SULL’EX CAPITANO ROMA

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IPP Luciano Spalletti, 59 anni, ex Roma, alla seconda stagione sulla panchina dell’Inter

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