Trento dà il 5 Così il mondo del volley è suo
●Il ruolo fondamentale del tecnico nel quinto trionfo Civitanova soccombe nella seconda finale consecutiva
«Le parole facciamole diventare materia» così Angelo Lorenzetti ha arringato durante un time out la sua Trento. E così è stato. Il digiuno è finito. Trento dopo tre anni torna a vincere un trofeo e lo fa conquistando il suo 5° Mondiale per club. Proprio il club trentino era stato l’ultimo a conquistare il torneo nel 2012. Un digiuno passato attraverso tante finali sfumate. Dalla Champions League del 2016 dove Trento è arrivata a 2 punti dall’impresa con Kazan, alla finale scudetto 2017 persa proprio contro Civitanova. Ma ieri la squadra di Lorenzetti ha completato la settimana perfetta con la quinta vittoria in 7 giorni. Percorso netto nel girone di Resovia con 3 vittorie e l’eliminazione dei brasiliani del Sada Cruzeiro, lo scalpo in semifinale dei temibili russi del Novy Urengoy e la magia in finale con la vittoria sui marchigiani che, alla seconda finale consecutiva al Mondiale per club, devono rinviare l’appuntamento con il primo titolo in questa manifestazione.
RIVINCITE Che Trento fosse in grado di mettere in difficoltà la corazzata Civitanova lo si era visto in campionato con la squadra di Lorenzetti che uscì sconfitta al tie break dopo essere stata avanti 2-1 nei set. E si materializza un bel mix di rivincite. Quella di Aaron Russell che, dopo il triplete vinto a Perugia, è stato sacrificato dagli umbri per far spazio a Leon. Quella di Uros Kovacevic, lo schiacciatore serbo, che prima di questo torneo iridato per club non era mai riuscito a ritagliarsi una parte da protagonista assoluto come invece fatto vedere ieri sera con colpi da «maghetto». Jenia Grebennikov, il baluardo difensivo
francese, che l’anno scorso ha conosciuto l’amarezza del k.o. nella finale, ieri ha festeggiato davanti ai suoi vecchi compagni. Senza dimenticare Luca Vettori, spesso sulla graticola, dopo un’estate di pausa dalla Nazionale, si è ritagliato una parte importante nel successo trentino. Ma questa è una vittoria che per Lorenzetti parte da lontano. «Sono contento per la prova di Kovacevic – continua il tecnico marchigiano –, il ragazzo sta prendendo dimensione come atleta e come persona. Una soddisfazione perché a lui mi lega qualcosa di più che va al di là del rapporto tra giocatore e allenatore e a volte ci crea problemi che non ci dovrebbero essere. E poi bravi anche gli altri da Lisinac e Candellaro che con Giannelli hanno funzionato molto bene in questo Mondiale».
LA PROPRIETÀ NON SI SENTE RAPPRESENTATA, PROVO VERGOGNA
FABIO GIULIANELLI PATRON LUBE
SONO FELICE PER KOVACEVIC, CON LUI HO UN LEGAME SPECIALE
STAVOLTA CI È RIUSCITO TUTTO, A DIFFERENZA DEL PASSATO
ANGELO LORENZETTI SUL TRIONFO MONDIALE
NUMERI DA GRANDE Trento che torna sulla vetta del mondo rappresenta la forza di una gestione di un club che da anni è sulla cresta dell’onda e che continua a viaggiare ad alta quota. E lo dicono i numeri che parlano dell’11a finale internazionale giocata negli ultimi 9 anni (33a nella storia del club) con l’album dei ricordi iridati che si aggiorna di un nuovo capitolo: dopo l’8 novembre 2009 col 3-0 sul Belchatow. «Siamo contenti perché spesso sul più bello non siamo riusciti a concretizzare in vittoria il lavoro fatto – continua Lorenzetti –. Invece oggi ci è andato tutto bene mentre alla squadra avversaria no. Questa vittoria è per tutti quelli che erano sul pullman di ritorno da Tours due stagioni fa dopo la sconfitta nella finale di Coppa Cev (sulla panchina dei francesi c’era Medei, oggi tecnico di Civitanova, n.d.r.). Quella sconfitta ha bruciato tanto ed era da due anni che volevo togliermi questo pensiero. Voglio ringraziare per questo chi ogni giorno mi sopporta e condivide tutte le scelte come il presidente Mosna e il direttore Da Re».
DELUSIONE Se da una parte Trento fa festa nell’8a finale giocata contro il club marchigiano (V-Day 2012, Finale Scudetto 2017, Coppa Italia 2012 e 2017 e Supercoppa Italiana 2008, 2012 e 2013), Civitanova si lecca le ferite dell’ennesima finale buttata al vento. La sesta consecutiva se si considerano le 5 della passata stagione (Supercoppa, Mondiale per Club, Coppa Italia, campionato e Champions League). Una prestazione non all’altezza del livello di questi giocatori che sul più bello, dopo aver rimesso la partita in parità si sono persi. E nel dopo partita bocche cucite in casa Lube con il solo patron Fabio Giulianelli che parla con una sintetica dichiarazione che ha un peso specifico notevole e fa presagire scenari futuri difficili nello spogliatoio del club marchigiano. «La proprietà non si sente rappresentata da questa squadra, provo solo vergogna».