La Gazzetta dello Sport

Il salto in alto dell’EuroToro Torna Mazzarri e trova il 6° posto

●Il c.t.: «È un buon sorteggio. Le porte sono aperte a tutti, ma la squadra è quasi fatta: puntiamo ad arrivare in fondo»

- Fabio Licari INVIATO A DUBLINO (IRLANDA)

L’Europeo dopo il sorteggio è un po’ meno lontano. E l’Italia è «quasi fatta», parola di Roberto Mancini. Da Dublino arrivano buone notizie per gli azzurri. Abbiamo evitato la Germania che faceva paura a tutti. Anche Svezia, Danimarca, Serbia e Turchia erano clienti da tenere lontani. Alla fine è rimasta la Bosnia che delle presunte «piccole» è da tempo una delle migliori: combina temperamen­to e tecnica jugoslava con giocatori eccellenti quali Pjanic e Dzeko. Ma si qualifican­o le prime due di ogni gruppo e quindi la corsa per il 2020 va progettata sul resto. Non particolar­mente drammatico.

LE RIVALI L’Italia è stata inserita nell’ultimo dei dieci gruppi: oltre a Bosnia, le rivali sono Finlandia, Grecia, Armenia e Lichtenste­in. Pur se dalla quarta fascia, è la Grecia quella che può preoccupa (un po’) di più. L’epoca di Rehhagel è lontana, i simboli sono Manolas, Papastatho­poulos e Mitroglu, ma nell’ultima Nations è finita dietro alla Finlandia: ha un nuovo c.t., Anastasiad­is, e più che altro è temibile ad Atene «dove giocheremo la partita più difficile», aggiunge Mancini. Per tradizione e cifra tecnica la Finlandia sembra meno temibile. E l’Armenia è lontana parente di quella che impose un pari a Prandelli, con la stella Mkhitaryan in un momento no. Infine al Liechtenst­ein abbiamo segnato nove gol, tra andata e ritorno, con Ventura. Difficile non arrivare tra le prime due. In caso ci sarebbe il salvagente (in questo caso della vergogna) dei quattro posti «ripescati» con la Nations.

«IL FUTURO È NOSTRO» Mancini non si nasconde: «L’obiettivo era evitare la Germania ed è andata bene. Ma ora le partite vanno vinte, anche in ottica ranking, e ce ne saranno di problemati­che. La Finlandia non la conosciamo, la Bosnia è forte. L’importante è continuare sulla strada del gioco: abbiamo ritrovato l’amore dei tifosi, c’è stata la rinascita con i giovani dopo la delusione mondiale. Puntiamo a qualificar­ci e ad andare fino in fondo nella fase finale. Credo che il futuro sia nostro». Un futuro che poggia su basi solide perché, sorprenden­temente, il c.t. rivela: «Sì, la squadra è quasi fatta. Le porte sono aperte a tutti, nessuno è fuori, c’è chi può entrare e rientrare, ma in gran parte questi sono i nomi».

GIOVANI E PROGETTO Non sono esclusi nuovi come Zaniolo e Tonali: «Seguo con molto interesse l’Under 21 e, anche se ha perso le ultime partite, credo possa vincere l’Europeo. Kean? Ha bisogno di giocare». E il gol? «Arriverà. Siamo anche stati sfortunati, ma di occasioni ne abbiamo create tantissime». Sorridente e abbronzato, Mancini ammette che il doppio play, il «tridente rotante» e la manovra con tanto possesso erano «idee che avevo in mente fin dall’inizio, ma abbiamo avuto poco tempo. Recuperand­o Verratti è stato più facile sviluppare un gioco tecnico con tante linee di passaggio».

REPLAY GERMANIA-OLANDA Quasi dovunque ci sono un paio di grandi favorite. Ma in un paio di gruppi la «terza» può far saltare gli equilibri. Per esempio nel girone B, dove tra Portogallo (il più forte), Ucraina e Serbia sarà dura. Da decifrare il gruppo dell’Inghilterr­a con cechi, bulgari, kosovari e montenegri­ni che possono aspirare al secondo posto. Spettacola­re sarà Olanda-Germania, già vista in Nations con esito a sorpresa, e Nord Irlanda terza incomoda. Come l’Irlanda cercherà di insinuarsi tra Svizzera e Danimarca. Duello Spagna-Svezia, le due che ci hanno negato il Mondiale, mentre la Croazia non dovrebbe aver problemi con Slovacchia, Galles e Ungheria. Qualche seccatura in più per la Francia (Islanda e Turchia). Belgio e Russia a braccetto. Gruppo ideale per la Polonia. Poi a marzo, come sempre, qualcosa cambierà.

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