«Baka e Abate da applausi La classifica? Non la guardo»
●Il tecnico felice: «Vittoria fondamentale La svolta è arrivata durante la sosta»
La scena più bella è nel primo tempo: Calvarese si dirige minacciosamente verso la panchina del Milan per redarguire un Gattuso tarantolato, Rino è in trance agonistica e spiega le proprie ragioni continuando a porgere la mano destra all’arbitro. Che alla fine la stringe, comprendendo con intelligenza il momento, e se ne va. Pesava tanto, questo MilanParma. Per tutti e soprattutto per Gattuso, che sentiva la gara al punto da cominciare a parlarne un minuto dopo la fine del match col Dudelange. Incassati i tre punti, il tecnico rossonero può finalmente rilassarsi un minimo: «È una vittoria fondamentale, siamo stati bravi a mantenere la concentrazione per 96 minuti, bloccando le ripartenze veloci degli avversari - dice -. Ora però non guardiamo la classifica, stacchiamo due giorni e poi si va avanti, partita dopo partita».
ELOGI PER DUE Rino a fine gara è un fiume in piena, dà lezione di tattica spiegando il senso dell’ingresso di Borini ed elogiando un Bakayoko «che somiglia a Desailly e ha perfino più tecnica». Sul francese insiste con particolare orgoglio: «È stato bravo a credere nel progetto che gli abbiamo proposto e a imparare a “scivolare” correttamente in mezzo al campo, ha fatto miglioramenti impensabili in poco tempo». Il ruolo da regista assegnato a «Baka» è stato un rischio ben calcolato, così come lo spostamento di Abate al centro della difesa. Ignazio è il destinatario delle altre carezze: «Lo merita, perché è un leader in spogliatoio e si fa trovare sempre pronto. Spero che Castillejo, un po’ troppo sacrificato in questo periodo, imiti il suo esempio».
ASPETTANDO IL PIPITA Tra i giocatori meno sorridenti, in questi giorni, c’è Gonzalo Higuain: «Ma ce lo teniamo stretto - assicura Rino -, per noi non sarà mai un problema. Un tridente a gennaio col Pipita, Ibra e Cutrone, se arrivasse Zlatan? Presto per dirlo, perché ci sarà anche Paquetà». Questo è il futuro, intanto il Milan ha dimostrato di saper far fronte alle difficoltà. Gattuso ripete un concetto che gli è molto caro: «L’emergenza ci ha uniti. L’ho capito quando sono tornati i nazionali durante la sosta, avevano facce diverse dal solito. Non ha prevalso la stanchezza per i viaggi, ma la voglia di sperimentare soluzioni nuove e andare in campo». Domenica perfetta, dunque, col sorpasso sulla Lazio e la chiusura definitiva delle polemiche coi «criticoni», Matteo Salvini in primis: «In Italia ci sono 60 milioni di allenatori, fa parte del gioco. Come ci sta che un allenatore perda la pazienza, ogni tanto».