La Gazzetta dello Sport

Record di punti in 14 giornate Così la Juve batte se stessa

●Con 40 punti la Signora è al top: supera il 1949-50 e quella di Conte dei 102 Per ora il Psg fa meglio, ma continuand­o così Allegri arriverebb­e a quota 108

- Jacopo Gerna

Dacci oggi il nostro record quotidiano. La Juventus 2018-19 non ha bisogno di usare la preghiera più conosciuta dai cristiani di tutto il mondo per chiedere l’aiuto delle divinità. Le basta il suo straordina­rio valore per arricchire una serie di primati che sembra non avere mai fine.

PIU’ FORTE DI SE STESSA Dopo 14 giornate, nessuna squadra aveva mai ottenuto 13 vittorie e un pareggio, che nell’era dei tre punti fanno 40. Il record precedente resisteva da quasi 70 anni: appartenev­a, guarda un po’, sempre alla Juventus, che nella stagione 1949-50 ottenne 12 vittorie e due pareggi (la vittoria valeva due punti). Completa il podio il Napoli di Maurizio Sarri della scorsa stagione, che dopo 14 turni era primo in classifica con 38 punti, frutto di 12 successi e 2 pareggi. Se la squadra di Allegri non si fosse palesement­e distratta allo Stadium contro il Genoa nell’unico mezzo passo falso della sua stagione italiana, avrebbe eguagliato il Psg, che in questo campionato ha vinto 14 partite su 14 in una Ligue 1 che resta meno competitiv­a della Serie A. Se restiamo in casa Juventus, quella di quest’anno batte anche l’ultima di Antonio Conte, che nel terzo e ultimo scudetto con l’ex capitano in panchina, quello vinto con 17 punti di vantaggio sulla seconda in classifica (la Roma) e i 102 punti finali, dopo 14 giornate era «ferma» a 37 punti e aveva anche perso una partita (4-2 al Franchi contro la Fiorentina, il 20 ottobre, nel giorno della tripletta di Pepito Rossi) . Se il calcio fosse una scienza esatta, la proiezione della Juventus di quest’anno la porterebbe sopra a quei 102 punti, addirittur­a oltre quota 108. Ma c’è una differenza fondamenta­le rispetto a quella squadra eliminata in semifinale di Europa League dal Benfica: la priorità è la missione Champions. Ad Allegri i record interessan­o meno di zero: l’importante è arrivare fino a Madrid e alzare la Coppa.

INARRESTAB­ILE A Firenze è arrivata l’ennesima dimostrazi­one di forza della Juventus nel 2018, capace di ottenere 19 vittorie e 3 pareggi lontano dallo Stadium. Numeri impression­anti: sabato scorso c’è stata anche la prima vittoria in campionato con tre gol di scarto (seconda in stagione dopo il 3-0 in Champions allo Young Boys). Quasi a voler accontenta­re Allegri, che nella conferenza di vigilia aveva sottolinea­to come mancasse un successo tondo tondo. Non finisce qui: in questa striscia di 7 scudetti consecutiv­i ancora aperta, la Juventus non aveva mai segnato almeno due gol nelle prime sette trasferte.

PIÙ È DIFFICILE... La Juventus ha acquisito un’ulteriore e massiccia dose di autostima. Nulla la scalfisce: una squadra che dopo aver perso 3-0 in casa col Real Madrid va a sfiorare l’impresa nel tempio del Bernabeu non può temere nessuno stadio. La grandezza del lavoro di Allegri sta nell’evitare che una sconfinata fiducia nei propri mezzi sconfini nella superficia­lità. Se poi l’avversario si chiama Napoli o Manchester United, la spina resta inchiodata alla presa. Se a Valencia si resta in 10, la testa si mangia anche l’inferiorit­à numerica. Ed è proprio questo aspetto che preoccupa di più l’Inter in vista di venerdì sera...

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 ??  ?? Massimilia­no Allegri, 51 anni, quinta stagione sulla panchina della Juve e miglior partenza da quando è a Torino GETTY
Massimilia­no Allegri, 51 anni, quinta stagione sulla panchina della Juve e miglior partenza da quando è a Torino GETTY

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