Scritte a Firenze, si indaga. La Scirea: «Basta impunità»
●Il caso degli insulti vicino al Franchi: la Digos acquisisce i filmati nella zona La vedova di Gaetano: «Il calcio si salvi»
Gaetano tuonò in mezzo al campo, mentre sedava una rissa: «Non vi vergognate? Le nostre mogli e i nostri figli ci guardano». Era proprio un vecchio Fiorentina-Juve, classica del nostro pallone profanata due giorni fa. La scritta su un muro vicino al Franchi, gli insulti abominevoli ai 39 angeli dell’Heysel e allo stesso Scirea, hanno subito portato all’apertura di un’indagine della Digos. Sono già stati acquisiti i filmati delle telecamere in strada per risalire all’autore (o agli autori) fuori dalla zona di pre-filtraggio: la Fiorentina anche ieri si è messa a disposizione delle forze dell’ordine per fornire il materiale necessario, anche se il muro è fuori dal perimetro dello stadio. Sabato sera i dirigenti del club avevano mostrato immediata solidarietà ed erano stati in stretto contatto con la Juve. Intanto, il giorno dopo la vergogna, nella stragrande maggioranza della tifoseria viola è cresciuta la rabbia per chi ha infangato la città. E anche il rimpianto: gli insulti hanno oscurato la coreografia per Riccardo Magherini, fiorentino ed ex giocatore delle giovanili, morto dopo essere stato fermato dai carabinieri. La Cassazione ha giudicato i militari «non responsabili» ribaltando i precedenti gradi di giudizio.
LO SFOGO «Le scritte al Franchi non sono neppure da commentare, non dobbiamo dargli peso», ha detto ieri Roberto Mancini. Eppure anche il giorno dopo in Mariella Scirea, vedova di Gae, c’è il bisogno di parlare. Sfogarsi e gettare via la rabbia per uno sfregio indicibile: «Non sopporto che si dica che siano quattro stupidi perché così facendo, quasi involontariamente, finiamo per giustificarli – racconta al telefono, ancora scossa –. C’è un senso di impunità da sconfiggere: qualunque tifoso di qualunque squadra, per il solo fatto di avere una sciarpa in uno stadio, si sente giustificato a far tutto, senza essere davvero punito. Come è possibile?». La Scirea anche ieri è stata riempita da una valanga di affetto: dirigenti e vecchi amici, tra cui molti tifosi viola, hanno messaggiato, chiamato, ricordato. «Che dolore: tuo marito era sensibile, buono e onesto», le ha scritto ad esempio via social Rita Antognoni, moglie dell’ex capitano e attuale club manager viola. Adesso, toccato il fondo, si potrebbe pure trasformare la vergogna in occasione: «Non ci credo molto, ma le coscienze devono scuotersi. Il governo del calcio, le istituzioni tutte, si siedano attorno a un tavolo per dare regole serie e soluzioni definitive: in qualche modo bisogna salvare questo gioco», conclude la Scirea. In fondo, i nostri figli ci guardano, direbbe Gaetano da lassù.