La Gazzetta dello Sport

Immobile riprende Pellissier Chievo vivo, Lazio svagata

●I veronesi vicini all’impresa: vanno avanti, si fanno riprendere e lottano fino alla fine I biancocele­sti a sprazzi, irriconosc­ibili rispetto all’anno scorso: da domani in ritiro

- Alessandra Bocci INVIATO A VERONA

Un punto alla volta, che è come dire svuotare il mare con un secchiello, pare che nessuno a Verona si spaventi di fronte all’impresa. Rigenerato dalla cura Di Carlo, il Chievo ha cullato il sogno della prima vittoria in questa Serie A cominciata sott’acqua. Piano piano il gruppo si sta riportando in superficie e anche se la quota salvezza è ancora un miraggio i segnali sono buoni. Buoni come gli applausi che hanno accompagna­to Pellissier e compagni negli spogliatoi, mentre la Lazio ha ricevuto fischi e cori inviperiti di quel migliaio dei tifosi che non ha gradito lo spettacolo offerto. La Lazio allegra dello scorso campionato non c’è più e il suo comandante Simone Inzaghi con la società ha deciso di mandare tutti in ritiro, da domani.

LAZIO GIU’ Il turnover di Europa League non ha funzionato bene, a giudicare dall’energia sfoggiata dai laziali nel primo tempo. Si parte con la solita difesa a tre, indebolita da Wallace assai impreciso, ma anche dalla scarsa collaboraz­ione di un centrocamp­o poco mobile. Il genio di Milinkovic è appannato, Correa ci prova ma va a corrente alternata. La Lazio tiene la palla più a lungo, ma non sa che cosa farne, e Birsa la colpisce dopo una ventina di minuti con un passaggio in verticale che trova pronto l’eterno Pellissier. Ed è proprio Pellissier, anni 39, l’anima della squadra dall’inizio al finale convulso, quando dopo aver subito l’onda di ritorno della Lazio il Chievo si tuffa di nuovo avanti.

REAZIONE E CONTRATTAC­CO Ma dal gol dell’1-0, al 25’, a quello dell’1-1, al 21’ della ripresa, passano molti minuti di calcio ad andamento lento da parte della Lazio, messa sotto dalla voglia del Chievo di mantenersi vivo. Gli uomini di Inzaghi ci provano anche nel primo tempo, però vanno a sprazzi: un tentativo di Correa e uno di Parolo, il più continuo, intorno alla mezz’ora, Immobile che impegna Sorrentino (ma era in fuorigioco), mentre i veronesi tentano di approfitta­re dei molti errori laziali sulla trequarti. Il segnale buono per il risveglio lo dà Inzaghi con il passaggio al 43-1-2: il tecnico inserisce Caicedo e richiama Lulic a fare il terzino. Il Chievo perde la misura dei colpi, la Lazio cresce fino al pareggio che il duo Correa-Immobile ottiene al secondo tentativo. Subito dopo Immobile colpisce un palo, ma il Chievo è bravo a non andare k.o.: anzi, trova un finale spumeggian­te che non produce successi ma applausi. Il Chievo non ha ancora vinto, ma è vivo. La Lazio avrà bisogno di una revisione.

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LAPRESSE Ciro Immobile esulta dopo l’1-1 sotto gli occhi di Sorrentino

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