Ecco Sergio e Ciro bomber diversi che non tradiscono
●Di Carlo esalta Pellissier: «Grande uomo e campione» Immobile: «Questa non è la vera Lazio»
Bomber implacabili, ma anche trascinatori. Cecchini spietati, ma soprattutto uomini squadra. Sergio Pellissier è - da sempre - il Chievo. Ciro Immobile è - da tre stagioni a questa parte - l’anima della Lazio. Di gente così non se ne può mai fare a meno. Specie quando arrivano i momenti difficili.
SERGIO Quello del Chievo è il più delicato della sua storia recente. Ma l’arrivo di Di Carlo ha riacceso un lumicino di speranza. E se l’allenatore di Cassino è la mente di questo nuovo corso, il braccio è certamente il “Pelli”. «L’ho lasciato che era un campione - dice a fine partita Di Carlo - e lo ritrovo che è ancora un campione, ma è soprattutto un grande uomo». Il capitano, insomma, è tornato ed ha punito ancora quella Lazio che è la sua vittima preferita (con quello di ieri sono 8 i gol segnati ai biancocelesti). Nonostante le 39 primavere (saranno 40, ad aprile) ha ancora la voglia di un ragazzino e la lucidità di un Highlander. Solo con giocatori così il Chievo può tentare la sua impresa disperata.
CIRO Se Pellissier è il valore aggiunto del nuovo-vecchio Chievo, quello della Lazio resta sempre Ciro Immobile. La Lazio più brutta della gestione Inzaghi (copyright dello stesso tecnico) diventa un po’ meno brutta nella ripresa grazie soprattutto alla carica del centravanti. Che evita la sconfitta con il suo decimo gol stagionale (il nono in campionato) e poi sfiora pure la vittoria colpendo un palo (il terzo del suo campionato). Ma soprattutto ci mette la faccia a fine partita per dire che no, così non va. «Abbiamo buttato via due punti. Questa non è la vera Lazio. Dobbiamo fare tutti un esame di coscienza perché se giochiamo ancora come nel primo tempo non andremo da nessuna parte».